Professore Emerito solo con 20 anni di anzianità da ordinario

Gent.mo Direttore,
mi permetto di scrivere su di una vicenda personale auspicando possa essere spunto di generale riflessione e, se condivisa, occasione per l’aggiornamento di un regolamento che io ritengo obsoleto nei principi ispiratori. Cercherò di essere, nei limiti del possibile, sintetico, scusandomi in anticipo con chi riterrà “lungo” il mio scritto.
Sono andato in quiescenza per limiti di età nel novembre 2015, dopo quasi cinquant’anni (Professore Associato dal 1980, Professore Ordinario dal 2000) di carriera, tutta espletata (dal 1969) presso l’Ateneo napoletano, nel tempo denominato “Federico II”. Non ho tralasciato un sol giorno di fare per intero il mio dovere (didattico, scientifico ed assistenziale) ed ho ricoperto numerose volte cariche accademiche elettive anche di rilievo. Alcuni colleghi della Scuola di Medicina e Chirurgia hanno ritenuto di propormi per la nomina a Professore Emerito. La proposta è stata fatta propria all’unanimità dal Dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate e trasmessa al Magnifico Rettore. L’Ateneo, pur associandosi alle attestazioni di stima, ha però osservato che la mia anzianità da ordinario (15 anni) non era sufficiente a raggiungere quanto richiesto dal Regolamento (20 anni); a nulla è valso un pronunciamento del Consiglio di Stato (2013) che per una situazione analoga nell’Università del Salento si era espresso favorevolmente al collega (Giurisprudenza) che è stato nominato “Emerito”. Ho fatto ricorso…
 

L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 5 maggio (n.7/2017)
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