Zaino in spalla, che sia pieno di sogni e anche di qualche timore e che sia abbastanza grande da poter contenere tutto quello che si imparerà durante il viaggio. Sguardo dritto verso l’orizzonte e zero pregiudizi. Non resta che partire in Europa con l’Erasmus o per mete diverse e approfittare dei consigli degli studenti della Vanvitelli che hanno già vissuto questa esperienza, come pure dei ragazzi stranieri ospiti dell’Ateneo.
Per Stefano Salzillo bisogna essere avventurosi e non temere di inserirsi in contesti tanto diversi dal nostro. Dal Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, Corso di Design e Comunicazione, è volato alla volta della Cina. Ha frequentato per cinque mesi l’East China Normal University di Shangai: “È stata un’avventura – racconta – Ho scelto questa meta perché mia sorella, laureata in lingua cinese, vive lì da qualche anno e mi ha affascinato con i suoi racconti. In più ho un certo interesse per il mondo orientale, così mi sono detto ‘proviamo’”. Le differenze con il nostro paese si sentono: “Lì ho sostenuto quattro esami, la mia media è cresciuta perché nella valutazione chiaramente si tiene conto di tutto il percorso. Le tematiche affrontate sono state più o meno quelle del mio Corso italiano, ma con modalità differenti”. Anche l’università, infatti, è scandita secondo i ritmi della cultura cinese: “Lì non c’è la pausa settimanale il sabato e la domenica come qui da noi, ma, periodicamente, delle festività di più giorni che i cinesi usano per riposarsi. Questa è la prima differenza”.
In Cina lezioni di made in Italy
L’organizzazione didattica: sono impartiti “dei mini corsi di uno o due mesi in cui c’è una lezione frontale molto incentrata sul dibattito”, l’esame “si compone di un workshop di una settimana in cui c’è un esperto che propone una tematica e di un’esposizione a cui possono assistere anche gli altri ragazzi del campus”. La percezione cinese dell’architettura e del design: “La Cina ha avuto un impatto diretto con la modernità. Sono passati dalla produzione artigianale alla produzione industriale abbracciando la contemporaneità con estrema velocità. Hanno una concezione ancora inesperta, in fase di passaggio dal vecchio al nuovo. Ad esempio…
Per Stefano Salzillo bisogna essere avventurosi e non temere di inserirsi in contesti tanto diversi dal nostro. Dal Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, Corso di Design e Comunicazione, è volato alla volta della Cina. Ha frequentato per cinque mesi l’East China Normal University di Shangai: “È stata un’avventura – racconta – Ho scelto questa meta perché mia sorella, laureata in lingua cinese, vive lì da qualche anno e mi ha affascinato con i suoi racconti. In più ho un certo interesse per il mondo orientale, così mi sono detto ‘proviamo’”. Le differenze con il nostro paese si sentono: “Lì ho sostenuto quattro esami, la mia media è cresciuta perché nella valutazione chiaramente si tiene conto di tutto il percorso. Le tematiche affrontate sono state più o meno quelle del mio Corso italiano, ma con modalità differenti”. Anche l’università, infatti, è scandita secondo i ritmi della cultura cinese: “Lì non c’è la pausa settimanale il sabato e la domenica come qui da noi, ma, periodicamente, delle festività di più giorni che i cinesi usano per riposarsi. Questa è la prima differenza”.
In Cina lezioni di made in Italy
L’organizzazione didattica: sono impartiti “dei mini corsi di uno o due mesi in cui c’è una lezione frontale molto incentrata sul dibattito”, l’esame “si compone di un workshop di una settimana in cui c’è un esperto che propone una tematica e di un’esposizione a cui possono assistere anche gli altri ragazzi del campus”. La percezione cinese dell’architettura e del design: “La Cina ha avuto un impatto diretto con la modernità. Sono passati dalla produzione artigianale alla produzione industriale abbracciando la contemporaneità con estrema velocità. Hanno una concezione ancora inesperta, in fase di passaggio dal vecchio al nuovo. Ad esempio…
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 9 novembre (n. 17/2019)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
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