Il ‘Festival delle Lingue’ per tuffarsi nel caleidoscopio delle circa 40 lingue (e culture) custodite dall’Ateneo

Una manifestazione sempre più rappresentativa degli orizzonti culturali e della missione didattica dell’Orientale è giunta alla sua terza edizione, che riempirà in modo diffuso le varie sedi il 25 e il 26 settembre, da mattina a pomeriggio, con diverse attività – interventi di relatori, laboratori interattivi, mostre fotografiche a performance teatrali. Si tratta del Festival delle Lingue, una due giorni unica per tuffarsi nel caleidoscopio delle circa 40 lingue (e culture) custodite dall’Ateneo. Un’occasione di scoperta irripetibile per i più giovani.

Uno degli elementi di continuità rispetto al passato è il fatto che il Festival è cofinanziato da S.T.R.E.E.T.S. (Science, Technology and Research for Ethical Engagement Translated in Society), un progetto della Notte europea dei Ricercatori. Quanto al tema, l’edizione che sta per iniziare è dedicata a ‘Identità plurime. Oltre gli stereotipi’. L’obiettivo è “valorizzare la diversità linguistica e culturale – ha spiegato la prof.ssa Anna Romagnuolo, Presidente del CLAOR – come fonte di ricchezza e risorsa comune, favorendo il dialogo, l’inclusione e la decostruzione dei pregiudizi. È un tema nostro, l’Ateneo insegna un patrimonio linguistico unico in Italia e in Europa”.

“Ogni incontro con ciò che è diverso da noi – ha proseguito la docente – si può trasformare in conciliazione e arricchimento tanto individuale che collettivo. Le lingue non sono solo strumenti di comunicazione, ma anche ponti di identità. Superare gli stereotipi significa riconoscere che ciascuno di noi è portatore di identità molteplici, in continuo dialogo con gli altri, e può crescere solo attraverso tale dialogo”. La scaletta di quest’anno prevede diverse novità interessanti. Innanzitutto gli interventi formativi pensati per gli insegnanti di lingue delle scuole, che avverranno a Palazzo del Mediterraneo: “alcuni eventi del programma sono stati infatti riproposti in una versione pensata specificamente per i docenti”.

Nella medesima sede, in via Duomo, sarà anche allestita una mostra di libri in lingue straniere, “messi a disposizione generosamente da centri e istituti di cultura, da docenti, collaboratori ed esperti linguistici del nostro Ateneo”. La peculiarità: “non sono solo libri di didattica, ma anche di favole, racconti”. Perché, ribadisce Romagnuolo, L’Orientale desidera “stimolare gli studenti a scoprire lingue meno note”. Al fine di renderli protagonisti, il comitato scientifico ha organizzato anche dei laboratori creativi (traduzione, sottotitolaggio, rap, scrittura creativa): “gli studenti non saranno semplici spettatori.

Il programma, costruito grazie al contributo di tanti colleghi dei vari Dipartimenti, è stato pensato infatti come uno spazio di apprendimento attivo, per consentire ai giovani di sperimentare nuove forme di espressione linguistica e culturale e, soprattutto, di entrare in contatto con lingue abitualmente non insegnate a scuola, il cui apprendimento può sembrare difficile proprio perché meno note o totalmente sconosciute”. Tra le varie chicche della terza edizione rientra anche l’International Food Tasting, ovvero “assaggi di cucina etnica di vari continenti e si potrà partecipare a una degustazione che permetterà di esplorare la diversità culturale anche attraverso i sapori”.

Infine, una forte dimensione ludica ammanterà il Festival: “in qualche modo, il superamento degli stereotipi nella manifestazione è rappresentato dal gioco, che ricorre non solo in molte attività in programma, come esempio pratico di glottodidattica ludica, ma ci saranno anche delle pillole diffuse sui social che ne racconteranno la storia in modo vivace e dinamico, così come dei gadget. Il gioco non è solo svago, ma un vero momento di dialogo, in cui le differenze si incontrano, si confrontano e si trasformano in occasioni di conoscenza reciproca”, conclude Romagnuolo.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 13-14 – 2025 – Pagina 41

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