Studenti a lezione giocano in casa: Casa Surace!

Creativi, spontanei, esilaranti. Alessio, Bruno, Daniele, Riccardo e Simone sono alcuni dei ragazzi di Casa Surace, una casa vera e propria nel centro di Napoli tramutatasi da un paio d’anni in una società di produzione video. Un fenomeno che furoreggia con un successo da 30 milioni di visualizzazioni complessive sui social network, in prima linea Facebook e YouTube. Giochi di ironia, comicità genuina e una grande amicizia, questa la formula vincente dei giovanissimi talentuosi che hanno intrattenuto nella mattinata del 24 novembre, presso l’Aula Matteo Ripa di Palazzo Giusso, gli studenti di Studi Culturali e Media. Una buona occasione per questi ultimi di tirare un sospiro di sollievo dopo la prova intercorso e ricominciare con una lezione tutta da ridere a colpi di click. Promotrice dell’iniziativa la prof.ssa Tiziana Terranova, docente del corso, che ha invitato i membri della factory a mo’ di “esempio calzante del rapporto tra cultura popolare e nuovi media con l’obiettivo della viralità in una prospettiva fieramente meridionale”. A fornire lo spunto di incontro tra la troupe e gli studenti è stato l’avvicinamento della docente in qualità di relatrice a Riccardo Betteghella, laureatosi a L’Orientale. “Riccardo è stato studente di questo Corso e ha fatto con me una tesi sui social media. Oggi è a Casa Surace, una ‘famiglia’ che si sta affermando nel panorama del video marketing italiano, a riprova del fatto che ‘Si può fare!’”. “Non ho un posto di lavoro, ma almeno oggi ho un posto a sedere”, replica Riccardo. Insomma, una sfida nata per hobby tra ex coinquilini si è rivelata poi una concreta opportunità lavorativa per questi partenopei dalle origini miste, valdianesi e napoletani, che provengono tutti dal mondo del cinema, del teatro, della pubblicità e della televisione. “Per ingannare il tempo, così per scherzo, abbiamo deciso di girare video”, confessa Simone Petrella. “Come avete iniziato?”, la prima domanda dei fan in aula. “Abbiamo iniziato che eravamo già abbastanza grandi, ma col piede giusto”. In principio, è sorto il problema del canale da utilizzare: “YouTube nasce come social di condivisione e ha un motore di ricerca, per cui consente con più agilità di andare a spulciare i video. Ma Facebook ha una marcia in più, la condivisione è più semplice, le visualizzazioni più veloci e, inoltre, il vantaggio dell’autoplay”. E così “all’aumentare dei like su Facebook la nostra pagina ha preso una buona piega”, risponde Alessio Strazzullo prima di mostrare la prima clip di successo assoluto, ossia ‘La Pasqua ai tempi dei social network’ con l’attore Andrea Di Maria nelle vesti di Gesù Cristo. “Il nostro intento era quello di far presente una triste verità: tutti a tavola, ma con i cellulari in mano”, spiega Daniele Pugliese. “Lì abbiamo immaginato di raccontarlo con l’Ultima cena in chiave ultramoderna per dire che forse sarebbe il caso di coltivare di più i rapporti umani, almeno in un momento di convivialità, al posto di controllare le notifiche”. Quel video, pubblicato nell’aprile 2015, “raccolse più di 9 milioni di visualizzazioni”, il che in altre parole equivaleva a una partenza col botto. “Calare un argomento religioso nella realtà dei nostri tempi crea sempre dissensi. Moltissime critiche – ‘blasfemi’ una tra tutte – però giocoforza di moltissime condivisioni”. Sketch e web series sempre sul pezzo – dai Gay Pride al Brexit passando per i cliché nella vita di coppia o le paturnie generazionali dei trentenni – si propongono di narrare in pillole lampo una realtà…
 
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 9 dicembre (n.20/2016)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
 
- Advertisement -




Articoli Correlati