Alla mensa dell’Orientale occorrono altri quindici lavoratori, per garantire la continuità del servizio. Lo ha accertato la commissione costituita dal Direttore dell’Ente per l’Orientale Mauro De Feo, dal responsabile del personale Luigi Lombardi, dal direttore della mensa Raffaele Polidoro e da un docente dell’Istituto Alberghiero Cavalcanti, il professor Ludovico D’Urso. “Forze fresche, che consentirebbero di sfruttare al meglio le potenzialità della nostra mensa”, sottolinea De Feo. La Regione, che dovrebbe garantire la copertura finanziaria, fino a questo momento non ha mandato segnali. De Feo conta in un incontro entro la fine del mese. “Abbiamo bisogno di un interlocutore preciso. Purtroppo la situazione politica è confusa e come Edisu paghiamo anche la mancata soluzione di problemi ormai storici. Siamo commissariati dal ‘93 e di fatto divisi tra il Navale e l’Orientale. Un Consiglio di Amministrazione eletto e formato da docenti e studenti dei due atenei darebbe forza alle nostre richieste”. Il regolamento prevede che ad indire le elezioni sia il rettore dell’ateneo con il maggior numero di iscritti, dunque del Navale. Almeno per il momento, però, nulla si muove. Nel frattempo, scongiurato almeno temporaneamente il pericolo di chiusura serale della struttura, gli studenti potranno continuare ad usufruirne fino a fine luglio. Si riapre a settembre, ma se per allora non saranno state trovate soluzioni tornerà il pericolo dello stop per il turno serale, quando la mensa è frequentata da circa 150 studenti. Permarrebbero i problemi di organico, però. “Attualmente gli addetti alla mensa sono 26, ma quelli effettivamente impegnati nella preparazione e distribuzione pasti sono sedici, tolti il direttore, due cassieri, due addetti al controllo, il magazziniere e due addetti alla direzione- sottolinea De Feo- Ovviamente, quando occorre, nessuno si tira indietro, ma l’emergenza non può proseguire all’infinito. L’età media del personale è alta, non tutti godono di ottima salute ed alcune mansioni sono oggettivamente usuranti. Penso, per esempio, alla pulitura delle pentole e delle stoviglie. Siamo già stati costretti a sostituire con piatti e bicchieri di plastica le stoviglie ed i piatti in ceramica che utilizzavamo fino a qualche tempo fa”.
Il paradosso di tutta la situazione è che una mensa moderna, ristrutturata da poco, accogliente e rinomata per la buona qualità dei pasti, resta sottoutilizzata. “In origine si era pensato di aprirla anche agli studenti del Navale, i quali afferiscono come quelli dell’Orientale all’Edisu Napoli 2- rivela De Feo- Attualmente mangiano in una struttura convenzionata, presso la quale un pasto convenzionato all’Ente costa non meno di 11.000 lire. Nella mensa gestita dall’Edisu non si arriva a 7.000, costo del personale escluso. E’ vero che la spesa del personale incide per i due terzi, ma si ammortizza ampliando l’utenza. Il che, però – torniamo alla questione di partenza – non è ipotizzabile, nell’attuale situazione di organico”. Anni orsono, con quaranta dipendenti, la mensa dell’ateneo forniva fino a 1700 pasti al giorno. Quella attuale ha 190 posti a sedere. Il ragionamento di De Feo è questo: “considerando che resta aperta tre ore a pranzo e che in media un pasto può essere consumato in trenta minuti, si potrebbero servire fino a 1150 pasti al giorno, a pranzo. Di sera l’utenza è fisiologicamente minore”.
Il paradosso di tutta la situazione è che una mensa moderna, ristrutturata da poco, accogliente e rinomata per la buona qualità dei pasti, resta sottoutilizzata. “In origine si era pensato di aprirla anche agli studenti del Navale, i quali afferiscono come quelli dell’Orientale all’Edisu Napoli 2- rivela De Feo- Attualmente mangiano in una struttura convenzionata, presso la quale un pasto convenzionato all’Ente costa non meno di 11.000 lire. Nella mensa gestita dall’Edisu non si arriva a 7.000, costo del personale escluso. E’ vero che la spesa del personale incide per i due terzi, ma si ammortizza ampliando l’utenza. Il che, però – torniamo alla questione di partenza – non è ipotizzabile, nell’attuale situazione di organico”. Anni orsono, con quaranta dipendenti, la mensa dell’ateneo forniva fino a 1700 pasti al giorno. Quella attuale ha 190 posti a sedere. Il ragionamento di De Feo è questo: “considerando che resta aperta tre ore a pranzo e che in media un pasto può essere consumato in trenta minuti, si potrebbero servire fino a 1150 pasti al giorno, a pranzo. Di sera l’utenza è fisiologicamente minore”.







