“Delle lezioni mi resta solo il senso d’affanno provato ogni giorno”

A Giurisprudenza inizia la sessione di esami. Dopo poco più di due mesi trascorsi a frequentare le lezioni, per gli studenti è arrivato il momento di tirare le somme. “Dovrei sostenere Diritto Amministrativo il 12 dicembre ma il corso è terminato 5 giorni prima. Non mi sento sicura, il  tempo per ripetere è davvero poco. Non mi va di bruciare un’opportunità. Per non perdere l’appello di dicembre, penso di dare un complementare. Un esame in più e una figuraccia in meno”, afferma Annamaria Iacono, studentessa al IV anno. Su tutti incombe un dubbio amletico, come fa notare Mario Ambrosio, studente allo stesso anno di corso: “c’è possibilità di ripetere l’esame a gennaio se a dicembre non va bene? Nessun docente si è espresso in merito, noi ce lo stiamo chiedendo in tanti. Se l’11 dicembre mi bocciano, posso ritornare il 17 gennaio?”. C’è chi però, visto che gli esami si protraggono solo per quattro settimane, non se la sente di restare in attesa. “Ho deciso che mi butto – scherza Oriano Migliaccio, studente al V anno – A differenza di altri miei compagni, il 10 dicembre affronterò Procedura Civile. A gennaio mi aspettano altri esami pre-laurea e non posso rimandare più. Questo sistema non aiuta noi studenti prossimi alla conclusione, purtroppo il calendario c’è e per ora è immodificabile”. Non è dello stesso avviso Federica, iscritta al quarto anno: “Il sistema andrebbe combattuto con l’assenteismo alle sedute d’esame. Con uno sciopero di massa i docenti capirebbero il disagio che stiamo affrontando. Delle lezioni mi resta solo il senso d’affanno provato ogni giorno. Ho bisogno delle vacanze di Natale per resettare tutto e mettere ordine negli appunti, prima di fare altro”. 
In affanno anche le matricole, all’inesperienza si affianca una sessione di esami che (per quasi tutte e cinque le cattedre) inizia il 10 gennaio per terminare il 15 febbraio. “Sono un po’ in tilt – racconta Elena Pezzella – Lodate siano le vacanze di Natale che mi permetteranno di fare ordine nel mio caos mentale. Ho deciso di iniziare il 15 gennaio con Costituzionale, così da affrontare subito la disciplina più tosta. Il problema si pone a febbraio quando dovrei sostenere Storia ed Istituzioni a 24 ore di distanza (13 e 14 febbraio). È umanamente possibile chiedere questo ad una neoiscritta? Spostare l’una o l’altra disciplina alla settimana successiva cosa avrebbe comportato? Ho sentito, poi, che subito dopo ricominciano i corsi, un delirio”. “Ho deciso di affrontare Storia l’11 gennaio – dice Maria Impesi – Preferisco dedicarmi ad un esame discorsivo per rompere il ghiaccio. Per fortuna Costituzionale è previsto il 26 febbraio, così magari infilo Istituzioni la settimana prima. Queste però sono solo ipotesi, perché magari 5 settimane non mi basteranno per affrontare tre discipline. Io penso positivo e quello che viene si vedrà”. Non si sente pronto Domenico Nappo: “Al sol pensiero che subito dopo gli esami ci saranno nuovi corsi mi prende male. Questa sessione ha aumentato la mia ansia, ho seguito i corsi ma in testa ho tanta confusione. Sento di non farcela. Per ora mi sono prefissato due esami: uno al mese, posticipando il terzo per l’estate. Se poi non dovessi farcela, pazienza, ho stabilito che questo sarà un periodo di rodaggio”. Un ultimo commento arriva da uno studente prossimo alla laurea: “Quando mi sono iscritto, il Corso di Laurea funzionava meglio – racconta Giuseppe Esposito – C’erano più appelli e le lezioni duravano quel pochino in più che permetteva di non rimediare la preparazione. Ora c’è il delirio. Anche i docenti inventano un modo per finire il programma. Per fortuna in primavera vado via – mi manca solo Commerciale – altrimenti non avrei resistito in questa bolgia degna di un girone dantesco”. 
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