A CTF il Comitato di indirizzo sceglie il laureato dei sogni

Laurearsi male, con voti bassi perché “l’importante è finire”, non serve. Rafforzare la pratica in laboratorio è importante, ma guai a sacrificare le conoscenze di base, fondamentali per affrontare le multiformi esigenze che il mercato del lavoro chiede ai cervelli impegnati a vario titolo in azienda. Sono queste le prime indicazioni raccolte dal Comitato di indirizzo messo in piedi dal Corso di Laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche per progettare il nuovo ordinamento che andrà in vigore nell’anno accademico 2020/2021 . La riunione d’esordio si è tenuta lo scorso 25 ottobre. Definire il profilo del laureato invocato dal tessuto produttivo odierno, il compito della giornata. Intorno al tavolo di discussione si sono accomodati docenti federiciani, direttori delle aree ricerca e sviluppo e responsabili delle risorse umane di aziende del territorio e di realtà produttive del nord Italia, in particolare di Milano e Novara. Cosa è emerso? Che serve preparazione e capacità di modellare le competenze acquisite in base alle necessità. Il prof. Orazio Taglialatela Scafati, Presidente del Corso di Laurea, sintetizza: “una caratteristica a cui tengono le aziende è che la preparazione di base degli studenti, oltre a continuare a essere forte, sia flessibile, in maniera tale che, inseriti nel tessuto dell’azienda, siano in grado di comprendere i vari aspetti, di direzionarsi e di formarsi in loco”. Le richieste, però, non si fermano alla teoria: “l’altra indicazione è migliorare la pratica con una parte di laboratorio che sia più attinente ai test realizzati a livello industriale”. La palla ora passa ai vertici di via Montesano: “tocca a noi tradurre le indicazioni che ci hanno dato in piano di studi e sottoporlo al comitato di indirizzo”. Un messaggio, nel frattempo, deve arrivare forte e chiaro agli studenti. Le aziende “badano molto al curriculum, quindi i laureati devono essere eccellenti. Cercano studenti bravi e si fidano delle valutazioni date dall’Università. Al di sotto di un certo voto, non assumono. Laurearsi male non basta per trovare lavoro”. Lavoro che ha trovato Antonio Santoro, laureato federiciano in CTF nel 2010 con una tesi sperimentale. A dicembre, con data ancora da definire,   Santoro tornerà a via Montesano, questa volta indossando la giacca e la cravatta di capo della ripartizione affari regolatori della multinazionale Servier. Sarà lui il relatore del secondo appuntamento di “CTF incontra le aziende”, il ciclo di incontri bagnato dall’esordio qualche settimana fa. Il prof. Taglialatela: “durante questi incontri ospitiamo rappresentanti di aziende farmaceutiche, nutraceutiche e cosmetiche che presentano la propria azienda e le opportunità rivolte agli studenti di CTF e ‘insegnano’ agli studenti come preparare un curriculum e come interfacciarsi con le aziende quando si affacciano al mondo del lavoro”. All’appuntamento di dicembre seguirà una breve pausa, in concomitanza con la sessione di esami invernale, poi “l’iniziativa tornerà da marzo con una cadenza mensile”.
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