A Giurisprudenza per imparare ad essere “cittadini, non sudditi”

Più di duemila studenti hanno affollato il Dipartimento di Giurisprudenza per prendere parte agli “Incontri Introduttivi allo Studio del Diritto”, manifestazione che ha messo in evidenza come il diritto lavori di concerto con gli altri saperi. Riflettori accesi su aree di conoscenza diverse – dall’economia, alla psicologia e sociologia, alle scienze biomediche e tecnologiche, alla finanza – in una cinque giorni (dal 22 al 26 settembre) di incontri dedicata all’accoglienza delle matricole. “Vorrei tanto fosse possibile darvi un saluto personale. Ognuno di voi ha una storia individuale ed avrebbe bisogno di una parola specifica”, ha detto il Direttore del Dipartimento Lucio De Giovanni, nel dare il benvenuto agli studenti. Purtroppo, “con numeri così alti, non è possibile, almeno oggi. In questi mesi, le porte della Presidenza saranno sempre aperte, proprio per conoscere la vostra storia. Questa è una giornata speciale. Lo è per voi che siete venuti qui spinti dalla curiosità e lo è per noi che presentiamo il nostro progetto culturale”. La funzione degli studi giuridici: “Si racchiude nel dover formare la futura classe dirigente del Paese. Dai messaggi che ci provengono dai concorsi pubblici, posso dire che stiamo lavorando bene in quanto i nostri laureati costituiscono la percentuale maggiore fra il numero dei vincitori. I dati ci incoraggiano, anche se la situazione è difficile – mancano risorse per sopperire alla mancanza di docenti – andiamo avanti”. In questi anni: “abbiamo curato molto l’accoglienza delle matricole e il proliferare di associazioni studentesche, l’attività costante dei ragazzi ci fa capire che stiamo seminando altra vita”. Per fare ciò è necessario che: “un buon giurista non sia solo un tecnico, ma che sappia leggere, grazie all’intervento di altri saperi, il mondo circostante e la ratio alla base delle norme”. L’invito del prof. De Giovanni: “Sarete i prossimi a governare il Paese e, perché no, a cambiarlo. Per questo motivo non studiate solo per voi stessi. Studiate per cambiare il futuro di tutti noi”. A dare il benvenuto ai neo iscritti, il prof. Settimio Di Salvo, docente di Istituzioni di diritto romano: “Oggi è una buona occasione per conoscerci e per prendere confidenza con la prospettiva storica del diritto. La storia è fondamentale per capire il mondo attuale, l’esperienza del diritto romano, infatti, è in continua espansione anche nel diritto moderno”. Il materiale con cui vi cimenterete, sostiene il docente, “per alcuni versi vi apparirà oleoso, perché impregna tante branche del diritto di oggi. D’altra parte alcuni Istituti e regole giuridiche traggono la loro forza proprio dal passato. Sarà entusiasmante cimentarvi con questi due mondi”. Prospettiva storica del diritto anche per la prof.ssa Francesca Reduzzi: “Imparerete a conoscere il Digesto di Giustiniano. Quest’ultimo vi darà pienamente l’idea di cosa si andrà a studiare a breve, nel primo semestre. Ci occuperemo anche di Humanitas e di come questo concetto si sia evoluto nelle diverse epoche. Vi invito fin da ora a studiare la storia, elemento fondamentale di formazione per tutti noi”. Ad animare il dibattito sul tema rapporto fra Stato e diritto, il prof. Alberto Lucarelli con una prima introduzione al Diritto Costituzionale. “Portate a lezione il testo della Costituzione – suggerisce il docente mostrando la Carta Costituzionale – Questi principi vi accompagneranno nel corso degli anni. Il rapporto fra diritto e Stato non può prescindere da questo testo. Il percorso che state per affrontare sarà ricco di impegno e di rigore, solo la passione potrà determinare il successo negli studi. Sarete chiamati a funzioni impegnative, non potrete essere avventati”. Poi anticipa: “A lezione partiremo dall’art. 1 parlando della sovranità popolare. Impareremo a capire come la norma regola i fatti attraverso il principio di solidarietà ed uguaglianza, non perdendo mai di vista gli articoli di riferimento. Le cose si faranno serie ed interessanti già dal primo giorno di studio. Vi porrò mille interrogativi, dovremo riuscire insieme a trovare una risposta. Vi accorgerete presto che non è così semplice come si crede”. Politica e diritto, la parola va al prof. Sergio Moccia: “Ci incontreremo al III anno, potete stare tranquilli – afferma scherzando il docente di Diritto Penale – Oggi mi limiterò a sottolineare che il diritto è politica ed esprime l’essenza della politica stessa. La nostra Costituzione non scende dal cielo, ma è il risultato di incontri, scontri, mediazioni, proprio come succede oggi. È rappresentativa nella sua imperfezione, così come la politica del Paese”. Intervento interattivo quello del prof. Massimo Villone: “Cos’è una scelta politica? – ha chiesto il docente – Se dovessimo votare per la pena di morte, come vi comportereste?”. Gli studenti hanno potuto esprimere, con alzata di mano, il proprio parere su diversi argomenti: “Alzare la mano ed esternare ciò che si pensa è già di per sè una scelta politica. Nelle risposte fornite, ognuno di voi avrà messo la sua storia, quello che ha vissuto, che ha visto accadere, il suo essere. In questi anni imparerete a capire come, dove, perché e quali siano i fattori e gli effetti con cui si decide. Tutto ciò si rivelerà fondamentale: solo con la conoscenza si è cittadini e non sudditi. A Giurisprudenza vi insegneremo ad essere cittadini, parte attiva del mondo giuridico, politico, economico e sociale”.
Susy Lubrano
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