Acceleratori di particelle, corsi gratuiti per studenti eccellenti

Joint University Accelerator School (Juas) è un consorzio tra alcune prestigiose Università europee ed il Cern di Ginevra, l’organizzazione europea per la ricerca nucleare, che si propone di organizzare corsi sulla fisica degli acceleratori destinati ogni anno ad una cinquantina di studenti. Giovani laureati i quali seguiranno un corso di base, che durerà circa una settimana, o un corso accelerato, più breve, dedicati alla Fisica delle particelle elementari. L’Ateneo Federico II è una delle realtà italiane che fanno parte di Juas ed il professore Luigi Verolino, docente di Elettrotecnica generale ad Ingegneria, è stato nominato quale referente federiciano dal Rettore Gaetano Manfredi.
Professore Verolino, quando saranno organizzati i primi corsi?
“Ho in programma una trasferta a Rostock, in Germania, a metà settembre per capire quando partiremo”. 
Dove si svolgeranno le lezioni?
“A rotazione nelle Università che aderiscono a Juas ed al Cern. Punteranno in modo particolare a formare i giovani sulla tematica della progettazione e della gestione degli acceleratori di particelle”.
Cosa sono?
“L’equivalente contemporaneo del coltello di Democrito. Il filosofo antico immaginava che si potesse suddividere la materia in porzioni sempre più minute fino ad arrivare agli atomi, a scoprirne gli elementi costitutivi. Ebbene, gli acceleratori sono macchine destinate a far correre le particelle ad una velocità sempre più elevata, per cercare di capire come è fatto il mondo, la realtà, la materia. Magari uno potrebbe dire che non ci interessa nulla, ma sbaglia. La Pet, strumento avanzato di diagnosi e terapia medica, è uno dei molteplici campi di applicazione degli studi della fisica delle particelle e della realizzazione degli acceleratori di particelle”. 
Torniamo ai corsi di Juas. Come saranno scelti gli studenti che li frequenteranno?
“Immagino ci saranno delle chiamate sulla base delle lettere di presentazione dei docenti. Si tratta di reclutare la crema dei giovani laureati europei in Ingegneria, Fisica, Matematica. I corsi saranno gratuiti”. 
Quanti allievi della Federico II prevede che possano partecipare?
“Prematuro rispondere. Spero che siano in tanti perché questa Università, troppo spesso criticata o sottovalutata in molti settori – la Fisica è tra questi -, non ha nulla da invidiare alle altre, dal punto di vista dell’eccellenza della didattica e della ricerca. Io stesso, solo per citare un esempio, ho avuto l’onore e la fortuna di essere allievo del professore Vittorio Giorgio Vaccaro, studioso di Elettronica la modestia del quale è stata pari al valore”. 
La nuova avventura l’aiuterà a dimenticare il suo grande amore, il Softel, la struttura di orientamento dell’Ateneo che è stata coordinata da lei per molti anni ed è stata soppressa tempo fa?
“Non è un contentino questa nomina, ci mancherebbe, ma un premio ed uno stimolo. Spero di onorare al meglio la fiducia che ho ricevuto, anche in considerazione della circostanza che il mio Dipartimento ha in piedi una collaborazione scientifica proprio con il Cern. Quanto a Softel, la struttura ideata e creata oltre venti anni fa, con una grande intuizione, dal professore Luciano De Menna, era ormai diventato un contenitore vuoto. Il tempo impone di aggiornarsi ed a breve nascerà una nuova struttura che sarà il collettore delle nuove attività di orientamento”. 
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