Al Dilbec si coltiva il ‘bisogno della poesia’

“Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi”, lo scriveva Alda Merini, simbolo di un’intera stagione poetica, la cui vita è stata un inno alla scrittura e alle parole. “Sono nata il 21, a Primavera”, sottolineava in una delle sue opere, e nel 1999 l’Unesco ha deciso che proprio nel medesimo giorno cadesse la Giornata mondiale della Poesia. Diciotto anni dopo, però, qualcosa è cambiato. Se ne è discusso al Dipartimento di Lettere e Beni Culturali (Dilbec) il 27 marzo, insieme alla docente di Letteratura italiana contemporanea Elena Porciani, ai ragazzi di Interpoesia e all’autrice Anna Ruotolo. “Si cresce senza coltivare il bisogno della poesia – afferma la prof.ssa Porciani – Non si è abituati alla lettura di un testo poetico. Lo si fa per la prima volta fra i banchi di scuola con la lettura di Dante Alighieri, Francesco Petrarca, sino ad arrivare a Ugo Foscolo. Autori che vengono sentiti come distanti dagli alunni. Un limite della scuola e della nostra società”. Come viene soddisfatto allora il ‘bisogno’ di poesia? “Molto spesso con le canzoni – spiega la docente – Si pensi alle citazioni. Più raramente dedichiamo o citiamo parti di una poesia rispetto alla canzone”. Poi si cresce, si cambia. Cambiano i gusti letterari, le passioni, gli interessi. E arriva anche la necessità di cui parlava la Merini. “Inizialmente anche io, nel mio percorso di studi, mi sono dedicata soprattutto alla prosa per poi dirigermi verso il cinema. Fino a quando ho maturato il ‘bisogno’ di leggere poesia. Un lavoro, inteso come costruzione della parola, che è diventato un piacere. La poesia si offre a noi nella sua nudità e noi dobbiamo darle vita, apprezzando e comprendendo la sua composizione verbale”. Poi la docente passa alla rassegna dei maggiori poeti italiani e dei movimenti poetici, intessendo le trame della poesia che dal Novecento giunge fino ai primi anni del 2000: Gabriele D’Annunzio, Giovanni Pascoli, Giuseppe Ungaretti, Sandro Penna, Eugenio Montale, Umberto Saba, e ancora Amelia Rosselli, sino a Giovanni Giudici e molti altri che hanno fatto la storia con la propria attività poetica.
Si entra, poi, nel vivo della giornata con la lettura di poesie a cura degli studenti e dei rappresentanti del progetto Interpoesia. Apre la rassegna Valentina Pagano con il testo “Ad alcuni piace la poesia” di Wislawa Szymborska. “Nella scelta di questa poesia non ho seguito il classico percorso scolastico che parte dalla conoscenza dell’autore sino a giungere alla sua opera, anzi ho effettuato la strada a ritroso. Analizzando l’opera ho riscontrato molti tratti della personalità dell’autrice”, racconta Valentina che si dice “colpita dalla semplicità che contraddistingue il testo” in cui si susseguono immagini legate al vivere quotidiano. “Non è sempre facile riuscire a trasmettere qualcosa attraverso la semplicità, ho apprezzato l’autrice proprio per questo”. Di segno opposto la poesia interpretata da Ilaria Masiello, “Le stirpi canore” di Gabriele D’Annunzio. “In questo testo la poesia si autocelebra – spiega la studentessa – e viene utilizzata come unico mezzo per scoprire la realtà. Ad ogni parola viene fatto corrispondere un elemento della natura. Un testo ricco di analogie e simbolismi che donano al testo un ritmo cadenzato”. La rassegna si conclude con Francesca Palladino che recita la poesia “Notte mattina” di Grace Peley, e Vincenzo Esposito con “Curriculum vitae” di Erich Fried. “Iniziative come quelle di oggi – conclude la prof.ssa Porciani – sono molto importanti in quanto possono fungere da stimolo per avvicinare i giovani alla poesia e al bisogno di poetica. C’è la necessità di recuperare e vivere le emozioni che possono darci le parole. Proprio per questo abbiamo in progetto, per il prossimo anno, un ciclo di incontri con i giovani autori del territorio: per dare voce a quest’esperienza affinché gli studenti possano avere un rapporto vivo con la cultura”.
Con questo intento è nato anche il progetto Interpoesia, nel 2017, che si pone l’obiettivo di portare nelle aule la poesia contemporanea e il rapporto che essa realizza con le altre branche del sapere. L’iniziativa, alla sua seconda edizione, ha come tema quest’anno la funzione della poesia nella società contemporanea, che sarà affrontato in diversi appuntamenti presso l’aulario di via Perla dalle 15 alle 17. Appuntamento al 27 aprile con Fausto Greco, che interverrà su “Come illudersi nella poesia? Storia, musica e teatro in Angelo Maria Ripellino”. “L’invasione russa della Cecoslovacchia nel 1968 – spiega Greco – si imprime vivamente nella memoria e nella produzione poetica di Ripellino, il poeta, saggista e critico teatrale nato a Palermo nel 1923, poi trasferitosi a Roma e a Praga”. Il 4 maggio, invece, sarà la volta di Matteo Tasca su “La poesia sociale di Milo de Angelis”. “L’obiettivo del mio lavoro – afferma Tasca – è quello di collocare la produzione poetica di Milo de Angelis nel quadro di generale ‘riflusso nel privato’ che ha interessato la società italiana a partire dalla fine degli anni ’70”. Nello stesso periodo storico si colloca anche la riflessione di Vincenzo Esposito, “Le parole incrociate: poesia e musica d’autore in Italia negli anni ’70”, prevista per il 18 maggio quando si porrà l’attenzione “su due esperimenti poetico-musicali, riconoscibili nel solco del connubio tra musica, poesia e società, ma portatori di diverse esperienze”, spiega Esposito. Vale a dire la riscrittura in chiave musicale dell’Antologia di Spoon River del cantautore Fabrizio De André e la collaborazione tra Lucio Dalla e il poeta Roberto Roversi. Il ciclo di incontri si concluderà il 25 maggio. “La socializzazione della pratica poetica. Letture e spettacolarizzazioni nell’Italia degli anni ’70”: il tema dell’intervento di  Valentina Panarella e Antonio Di Vilio. 
Il bisogno di poesia tanto sentito dalla Merini si è fatto finalmente strada nelle aule universitarie e nei sogni di chi, magari, non è nato il 21, a primavera, ma ha in sé tutti i crismi per far sbocciare il fiore della poesia.
Maria Teresa Perrotta
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