Versano in condizioni pessime i servizi igienici di Ingegneria. I bagni, una volta forse sufficienti a soddisfare le necessità di una popolazione di studenti meno numerosa e quasi esclusivamente maschile, ormai non bastano più. Alcuni sono stati assegnati alle studentesse ma senza il necessario riadattamento e quindi sono poco fruibili. Le porte non si chiudono e non presentano alcuna targhetta visibile che indichi a chi quel bagno è destinato. Ma, più in generale, è lo stato di manutenzione degli edifici storici della Facoltà che lascia molto a desiderare: l’intonaco dei seminterrati è scrostato e in alcuni punti si notano macchie di umido; piccoli depositi di suppellettili abbandonate -sedie rotte, banchi e tavoli da lavoro in disuso- fioriscono negli angoli più nascosti.
Una questione emersa con forza finanche nell’incontro pubblico con i candidati alla presidenza di facoltà lo scorso 14 aprile.
“I bagni sono da rifare”, dice Salvatore D’Onofrio, studente di Ingegneria Gestionale. “I servizi igienici sono pochi, mediamente, uno ogni due piani e qui, al Triennio, ci sono dodici piani!” aggiunge Giuseppe Enrico che studia Ingegneria delle Telecomunicazioni. Non va meglio al biennio di Via Claudio. Vietato chiudere le finestre dell’auletta dei rappresentanti nel seminterrato: si rischia di venir soffocati dal cattivo odore del bagno che si trova di fronte. Una situazione davvero disgustosa, a pochi passi dalle macchinette che distribuiscono panini e snack. “Da qualche anno è stato diviso in due bagni: uno per i ragazzi ed uno per le ragazze. Si tratta di un’acquisizione recente, ma è pur sempre un bagno solo per moltissime persone” dice Alessandro Bellofiore, dottorando di Ingegneria Chimica.
Una questione emersa con forza finanche nell’incontro pubblico con i candidati alla presidenza di facoltà lo scorso 14 aprile.
“I bagni sono da rifare”, dice Salvatore D’Onofrio, studente di Ingegneria Gestionale. “I servizi igienici sono pochi, mediamente, uno ogni due piani e qui, al Triennio, ci sono dodici piani!” aggiunge Giuseppe Enrico che studia Ingegneria delle Telecomunicazioni. Non va meglio al biennio di Via Claudio. Vietato chiudere le finestre dell’auletta dei rappresentanti nel seminterrato: si rischia di venir soffocati dal cattivo odore del bagno che si trova di fronte. Una situazione davvero disgustosa, a pochi passi dalle macchinette che distribuiscono panini e snack. “Da qualche anno è stato diviso in due bagni: uno per i ragazzi ed uno per le ragazze. Si tratta di un’acquisizione recente, ma è pur sempre un bagno solo per moltissime persone” dice Alessandro Bellofiore, dottorando di Ingegneria Chimica.
I disagi delle
studentesse
studentesse
Quello dei bagni è storicamente uno dei disagi più avvertito dalla componente femminile della Facoltà. “Quando ero studentessa, i servizi igienici per le ragazze erano insufficienti. C’erano solo due piccoli bagni, quasi sempre chiusi o inagibili, e per accedere ad altri servizi, bisognava chiedere la chiave. C’era la fila per entrare e versano in condizioni pietose. I ragazzi, invece, disponevano di un bagno grande, ma non credo che fosse pulito”, sostiene Federica Di Iorio, dottoranda in Tecnologie Innovative, che ricorda anche altre carenze: “mancavano le aule studio, almeno al Biennio. Non c’erano aule informatiche, i laboratori di elettronica erano pochi e dovevamo arrangiarci in gruppi”. Con il tempo, pare che la situazione non sia cambiata di molto. “Noi donne abbiamo pochi bagni e quelli esistenti sono sempre sporchi. Vengono puliti la mattina e ad ora di pranzo sono indecenti. Non ci sono né carta né sapone. Ci hanno dato un altro bagno, al secondo piano, prima riservato agli uomini, ma non è stato ristrutturato. E’ fatiscente e c’è sempre puzza. Per noi ragazze è impraticabile”, interviene Rossella Salaris, neo laureata in Ingegneria Gestionale, che prosegue il suo sfogo, “abbiamo i computer? – chiede con ironia – non mi risulta. Sono pochi, obsoleti, spesso non funzionano e i laboratori sono chiusi”. “Ci sono molte ragazze ora in facoltà e i servizi igienici sono sempre pochi e inadeguati. Credo che sia la cosa più importante di tutte”, sostiene Barbara Terracciano, studentessa di Ingegneria Chimica. “Al Triennio c’è un solo bagno nuovo, quello delle donne che si trova al primo piano, accanto alla Presidenza. Provate ad andare, invece, al bagno che si trova nei pressi dell’aula B e vedrete in che condizioni è” sfida Veronica Citarella, iscritta al terzo anno di Ingegneria Gestionale.
Sicurezza ed
aule chiuse
aule chiuse
I servizi igienici, in primo luogo, insufficienti e inadeguati. Ma anche i laboratori e le aule studio sono nell’occhio del ciclone. “La facoltà è grande e divisa in quattro plessi, gli spazi per la didattica ordinaria ci sono, ma sono gestiti male e non è consentito, tranne pochi casi, l’accesso ai laboratori” dice Raniero Sannino, dell’UDU.
Molti spazi sono chiusi perché non a norma e, proprio nei giorni scorsi, sono stati effettuati dei sopralluoghi nel seminterrato del Dipartimento di Matematica e Applicazioni, dove si trova l’aulario del Biennio, per l’adeguamento alla legge 626. “Nell’aula che si trova in fondo al corridoio del seminterrato, ci sono una trentina di computer, nemmeno tutti funzionanti, se ne potrebbe ricavare un internet-point per gli studenti, ma l’aula è chiusa perché non ha un’uscita di sicurezza”, afferma Nicola Pedalino, anche lui iscritto al Sindacato degli universitari. “Accedere all’aula dei servizi informatici è difficile, i computer sono pochi e bisogna prenotarsi con largo anticipo. Gli spazi per studiare sono insufficienti, molte aule, come le aule S, vengono tenute chiuse perché non sono sicure, eppure hanno fatto dei lavori, un anno fa circa”, dice Antonio Lombardo, studente di Ingegneria Chimica. “Nell’aula studio grande, che si trova all’ingresso del Triennio, ci sono delle postazioni da cui è possibile collegarsi ad internet, ma devi avere un computer portatile e, per avere il permesso di accedere alla rete, bisogna compilare un modulo. Il collegamento, viene attivato dopo una settimana, è tutta burocrazia!”, dice Roberta D’Aquino, studentessa di Ingegneria Gestionale. “Il sito della facoltà è poco funzionale. L’orario dei corsi viene pubblicato pochi giorni prima dell’inizio delle lezioni e per chi è fuori sede come me è un problema. In passato ho inviato una lettera di protesta per segnalare la questione”, sostiene Antonio Ferrara, studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni. “Si fuma all’interno della facoltà. In biblioteca non si rispettano le regole: si occupano i posti con libri e quaderni, si parla, c’è confusione, quando è espressamente scritto che è proibito e, se protesti, è inutile. Ti rispondono che non possono fare niente. Il mese scorso, tre ascensori su quattro non funzionavano; se dovevi andare all’ultimo piano, l’attesa era anche di venti minuti. Adesso li hanno riparati”, dice Valerio Grazioso studente di Ingegneria Aerospaziale. Problemi vengono segnalati anche da Agnano, una struttura di nuova edificazione. “Cade l’intonaco dai soffitti ed alcune aule si allagano quando piove. Mancano i parcheggi; ce n’è solo uno sotterraneo riservato ai docenti. I laboratori sono chiusi e la sola aula studio non basta per tutti gli studenti” dice Marco Martini, dell’UDU. “Alle spalle dell’edificio di Agnano, c’è un giardino, molto curato ma chiuso. E’ interdetto sia agli studenti che ai cittadini, i quali, in base al protocollo d’intesa tra l’Università e il Comune di Napoli, dovrebbero poter usufruire di questo spazio verde”, conclude il rappresentante degli studenti Daniele Capocelli.
Simona Pasquale
Molti spazi sono chiusi perché non a norma e, proprio nei giorni scorsi, sono stati effettuati dei sopralluoghi nel seminterrato del Dipartimento di Matematica e Applicazioni, dove si trova l’aulario del Biennio, per l’adeguamento alla legge 626. “Nell’aula che si trova in fondo al corridoio del seminterrato, ci sono una trentina di computer, nemmeno tutti funzionanti, se ne potrebbe ricavare un internet-point per gli studenti, ma l’aula è chiusa perché non ha un’uscita di sicurezza”, afferma Nicola Pedalino, anche lui iscritto al Sindacato degli universitari. “Accedere all’aula dei servizi informatici è difficile, i computer sono pochi e bisogna prenotarsi con largo anticipo. Gli spazi per studiare sono insufficienti, molte aule, come le aule S, vengono tenute chiuse perché non sono sicure, eppure hanno fatto dei lavori, un anno fa circa”, dice Antonio Lombardo, studente di Ingegneria Chimica. “Nell’aula studio grande, che si trova all’ingresso del Triennio, ci sono delle postazioni da cui è possibile collegarsi ad internet, ma devi avere un computer portatile e, per avere il permesso di accedere alla rete, bisogna compilare un modulo. Il collegamento, viene attivato dopo una settimana, è tutta burocrazia!”, dice Roberta D’Aquino, studentessa di Ingegneria Gestionale. “Il sito della facoltà è poco funzionale. L’orario dei corsi viene pubblicato pochi giorni prima dell’inizio delle lezioni e per chi è fuori sede come me è un problema. In passato ho inviato una lettera di protesta per segnalare la questione”, sostiene Antonio Ferrara, studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni. “Si fuma all’interno della facoltà. In biblioteca non si rispettano le regole: si occupano i posti con libri e quaderni, si parla, c’è confusione, quando è espressamente scritto che è proibito e, se protesti, è inutile. Ti rispondono che non possono fare niente. Il mese scorso, tre ascensori su quattro non funzionavano; se dovevi andare all’ultimo piano, l’attesa era anche di venti minuti. Adesso li hanno riparati”, dice Valerio Grazioso studente di Ingegneria Aerospaziale. Problemi vengono segnalati anche da Agnano, una struttura di nuova edificazione. “Cade l’intonaco dai soffitti ed alcune aule si allagano quando piove. Mancano i parcheggi; ce n’è solo uno sotterraneo riservato ai docenti. I laboratori sono chiusi e la sola aula studio non basta per tutti gli studenti” dice Marco Martini, dell’UDU. “Alle spalle dell’edificio di Agnano, c’è un giardino, molto curato ma chiuso. E’ interdetto sia agli studenti che ai cittadini, i quali, in base al protocollo d’intesa tra l’Università e il Comune di Napoli, dovrebbero poter usufruire di questo spazio verde”, conclude il rappresentante degli studenti Daniele Capocelli.
Simona Pasquale







