A tre anni dalle ultime consultazioni, il 16 e 17 maggio gli studenti universitari di tutta Italia andranno alle urne per eleggere i nuovi membri del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (Cnsu). Date poco gradite perché cadono ad una settimana dalle Amministrative in oltre 1000 comuni italiani (“non vogliamo che la politica entri nell’università- commenta Gennaro Ceparano, Consigliere uscente, ricandidato per Confederazione- per questo la nostra lista non ha nessun simbolo politico. Ma svolgere queste votazioni così vicine alle Amministrative sicuramente influenzerà il voto”) ed in prossimità delle tornate elettorali studentesche che hanno interessato o stanno interessando le singole sedi universitarie, ed è il caso degli atenei partenopei (“le elezioni del Cnsu andavano accorpate a quelle dei Consigli dei singoli atenei – dice Antonio Chianese, candidato della Sinistra Universitaria – Udu-Margherita – Lecce, ad esempio, vota per le rappresentanze studentesche appena una settimana prima della consultazione per il Cnsu”). Il timore è una bassa affluenza alle urne anche perché il Cnsu è un organo forse avvertito più distante dagli universitari. Eppure il parlamentino studentesco nazionale ha importanti funzioni: i suoi compiti sono quelli di formulare pareri e proposte al Ministro sui decreti ministeriali, i progetti di riforma, sui criteri per l’utilizzazione della quota di riequilibrio del fondo per il finanziamento ordinario. Saranno eletti 28 studenti nei quattro distretti territoriali, più un rappresentante degli specializzandi ed uno per i dottorandi. La Campania, con Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, costituisce il quarto distretto. Diverse le liste in corsa per il collegio Sud e Isole e non mancano i candidati campani. Si ricandidano i consiglieri uscenti Gennaro Ceparano (Confederazione) e Rosario Visone (eletto nella passata consultazione con Facciamo Università) che compete stavolta per il seggio riservato ai dottorandi; prima volta per Giuseppe Terracciano (Confederazione), Antonio Chianese (Unione degli Universitari-liste di sinistra-liste democratiche), Andrea D’Ambra (Azione Universitaria), Amedeo Baldascino (Studenti per le libertà), Vincenzo D’Antò (Unicentro), Antonio Freda (Ateneo Studenti).
La parola
ai candidati
ai candidati
Dare continuità del lavoro svolto in questi anni: la motivazione della ricandidatura di Gennaro Ceparano, iscritto all’Università del Sannio, per Confederazione. “Il Cnsu è un organo fondamentale per la politica universitaria ed un’associazione grande come Confederazione non poteva che essere presente: per noi è un passaggio fondamentale per mettere in contatto tutti i rappresentanti. Inoltre, per me significa poter portare a termine il lavoro iniziato due anni e mezzo fa, quando ci siamo insediati. In quest’arco di tempo ci siamo riuniti non più di venti volte, ma anche in così poco tempo siamo riusciti a portare avanti importanti iniziative”. Una fra le più conosciute è sicuramente la campagna ‘Un euro per un pc’, di cui proprio Ceparano è stato promotore. “Ho presentato numerose mozioni relativamente a diverse problematiche. Sento di aver lavorato bene e vorrei portare avanti il mio impegno. Un obiettivo è sempre stato quello di conoscere problemi specifici per portarli poi a livello nazionale”.
Un altro candidato di Confederazione, è Giuseppe Terracciano. Iscritto al Parthenope, Corso di Laurea in Scienze Giuridiche, Terracciano dice: “sono il primo studente della Parthenope di Nola che si candida al Cnsu. Dopo aver svolto molta attività politica nel mio Ateneo, ritengo importante poter essere presente anche a livello nazionale”. Il programma di Terracciano si concentra, su questioni più generali ma partendo dai problemi specifici che affrontano gli studenti di Nola: dalla mensa, alla carenza dei servizi alla mancanza di spazi d’aggregazione, allo svantaggio della posizione periferica rispetto alla sede centrale. Anche se raggiunta con molte difficoltà, Terracciano crede con fermezza nella sua candidatura e si mostra molto determinato “so con forza quello che voglio. Anche se ho subito l’ostilità di quanti non credono in me io darò il meglio: creerò un gruppo di lavoro per portare il mio programma anche in altri atenei”.
Un altro candidato di Confederazione, è Giuseppe Terracciano. Iscritto al Parthenope, Corso di Laurea in Scienze Giuridiche, Terracciano dice: “sono il primo studente della Parthenope di Nola che si candida al Cnsu. Dopo aver svolto molta attività politica nel mio Ateneo, ritengo importante poter essere presente anche a livello nazionale”. Il programma di Terracciano si concentra, su questioni più generali ma partendo dai problemi specifici che affrontano gli studenti di Nola: dalla mensa, alla carenza dei servizi alla mancanza di spazi d’aggregazione, allo svantaggio della posizione periferica rispetto alla sede centrale. Anche se raggiunta con molte difficoltà, Terracciano crede con fermezza nella sua candidatura e si mostra molto determinato “so con forza quello che voglio. Anche se ho subito l’ostilità di quanti non credono in me io darò il meglio: creerò un gruppo di lavoro per portare il mio programma anche in altri atenei”.
“Solo 200 posti letto
su 40.000 fuorisede”
su 40.000 fuorisede”
E’ l’obiettivo di riorganizzare il Cnsu, la base della candidatura di Antonio Chianese, studente di Sociologia al Federico II, in una lista che raccoglie un’area molto vasta della Sinistra, dalla Margherita ai Giovani Comunisti: “il buon risultato della coalizione alla Federico II e all’Orientale è stato uno stimolo per la mia candidatura al Cnsu. Il nostro obiettivo è quello di riformare quest’organo che ha inciso poco sulle questioni reali. Sappiamo che sarà una dura battaglia ma abbiamo già idee chiare: una nostra proposta potrebbe essere quella di formare delle Commissioni”. Il programma della lista è stato costruito a livello territoriale, un punto centrale resta la concretezza: ‘lavorare dal basso’ è dunque la parola d’ordine. “Ci stiamo attivando -spiega Chianese- per strutturare nuove dinamiche – ateneo per ateneo- per far emergere i problemi di ogni singola realtà universitaria. Non ci interessa il populismo o la demagogia ma proposte concrete”. Allora: una navetta che accompagni gli studenti dell’Università del Sannio in caso di neve, maggiori collaborazioni con l’Adisu, un punto informazioni per i fuori sede, diventano punti importanti del programma. “Come mai in Emilia Romagna gli studenti universitari non pagano l’autobus mentre noi si?- si chiede ancora Chianese- E perchè a Napoli viene assegnato solo il 47% delle borse di studio o ci sono solo 200 posti letto su 40mila fuori sede? Certo è difficile riuscire ad incidere sui problemi di tutti quando la platea è ampia ma bisogna far si che a tutti vengano riconosciuti gli stessi diritti. Il livello territoriale deve essere valorizzato anche all’interno del Cnsu”. Grossa attenzione viene riservata anche allo Statuto dei Diritti degli Studenti che pur se è entrato in vigore, non è stato di fatto applicato. Ma l’elenco di problemi è davvero lungo: dagli spazi d’aggregazione perché si crei una comunità universitaria sul territorio fino alla definizione delle classi di laurea, ancora non ben strutturate.
Andrea D’Ambra, 23 anni, studente di Scienze Politiche al Federico II, candidato per Azione Universitaria, porta in dote soprattutto la sua esperienza in difesa dei consumatori: “la mia candidatura è stata fortemente richiesta dalla Direzione Nazionale di Azione Universitaria per il mio attivismo in difesa dei consumatori e dei giovani in particolare”. D’Ambra come presidente dell’Associazione Generazione Attiva, è stato promotore della petizione che ha portato all’abolizione dei costi di ricarica per i cellulari. Adesso si sta battendo per il rimborso dei costi di ricarica degli ultimi dieci anni: “ma – spiega – l’Associazione si occupa anche di molte altre questioni che interessano i consumatori”. Aggiunge: “credo di poter mettere al servizio degli universitari l’esperienza maturata in questi anni. E’ da questa necessità che nasce la mia candidatura”. D’Ambra, unico napoletano nella lista di Azione Universitaria, sottolinea l’indipendenza della sua candidatura: “mi interessa difendere gli interessi di tutti e non di un gruppo in particolare”. Fra i punti del programma elettorale: la battaglia contro il clientelismo e per la meritocrazia (“vogliamo un’università realmente meritocratica- dichiara- siamo stanchi dello strapotere dei baroni che fanno il buono e il cattivo tempo. Il sistema deve essere basato sulle capacità dei singoli e non sul potere di pochi”); la richiesta di una maggiore attenzione al mondo del lavoro (“la Riforma è servita solo a peggiorare le cose e rispetto agli altri paesi europei, sotto questo punto di vista, siamo lontani anni luce”), agli studenti fuorisede (un contratto tipo per gli affitti insieme ad incentivi fiscali per i proprietari, potenziamento della formula del contributo alloggio) ed agli studenti lavoratori (tasse più basse e piano di studi con meno esami per anno); la garanzia dell’assegnazione delle borse di studio a tutti gli studenti idonei.
Andrea D’Ambra, 23 anni, studente di Scienze Politiche al Federico II, candidato per Azione Universitaria, porta in dote soprattutto la sua esperienza in difesa dei consumatori: “la mia candidatura è stata fortemente richiesta dalla Direzione Nazionale di Azione Universitaria per il mio attivismo in difesa dei consumatori e dei giovani in particolare”. D’Ambra come presidente dell’Associazione Generazione Attiva, è stato promotore della petizione che ha portato all’abolizione dei costi di ricarica per i cellulari. Adesso si sta battendo per il rimborso dei costi di ricarica degli ultimi dieci anni: “ma – spiega – l’Associazione si occupa anche di molte altre questioni che interessano i consumatori”. Aggiunge: “credo di poter mettere al servizio degli universitari l’esperienza maturata in questi anni. E’ da questa necessità che nasce la mia candidatura”. D’Ambra, unico napoletano nella lista di Azione Universitaria, sottolinea l’indipendenza della sua candidatura: “mi interessa difendere gli interessi di tutti e non di un gruppo in particolare”. Fra i punti del programma elettorale: la battaglia contro il clientelismo e per la meritocrazia (“vogliamo un’università realmente meritocratica- dichiara- siamo stanchi dello strapotere dei baroni che fanno il buono e il cattivo tempo. Il sistema deve essere basato sulle capacità dei singoli e non sul potere di pochi”); la richiesta di una maggiore attenzione al mondo del lavoro (“la Riforma è servita solo a peggiorare le cose e rispetto agli altri paesi europei, sotto questo punto di vista, siamo lontani anni luce”), agli studenti fuorisede (un contratto tipo per gli affitti insieme ad incentivi fiscali per i proprietari, potenziamento della formula del contributo alloggio) ed agli studenti lavoratori (tasse più basse e piano di studi con meno esami per anno); la garanzia dell’assegnazione delle borse di studio a tutti gli studenti idonei.
“Autonomia
universitaria,
uguale: più tasse!”
universitaria,
uguale: più tasse!”
Studenti per le libertà, candida oltre a Bruno Pacifico, universitario salernitano, Amedeo Baldascino, già Senatore Accademico alla Seconda Università, studente di Giurisprudenza. Una attiva vita universitaria ha portato Baldascino a dirigersi verso il Cnsu: “ è da diverso tempo che mi occupo di politica all’interno dell’università, quindi – spiega il candidato – credo di avere accumulato un bel bagaglio di esperienze. Penso che poter intervenire all’interno del Consiglio Nazionale sia utile per risolvere quei problemi che a livello locale spesso restano inascoltati”. Una particolare attenzione alle questioni economiche, nel programma di Baldascino, che ricorda come “l’autonomia degli atenei in molti casi ha portato all’aumento delle tasse. Inoltre, la forte presenza di fuori corso nelle università va a ricadere anche sui fondi, perché è proprio in base alle performance degli atenei che vengono assegnati i finanziamenti. Riuscire a ridurre i tempi di permanenza nelle facoltà diventa, allora, urgente anche per questo motivo”.
“L’Università italiana sta attraversando un momento di crisi- dice Antonio Freda, studente di Ingegneria della Federico II e capolista di Ateneo Studenti – non solo sotto l’aspetto didattico ma anche dal punto di vista del rapporto studente-docente”. Essere diventato una sorta di esamificio: è questa l’accusa che Freda rivolge al sistema università. “Non c’è crescita umana ma solo nozionismo. Esiste un forte appiattimento all’interno delle nostre facoltà e non vengono valorizzati i giovani più capaci che invece vanno sostenuti e portati avanti ”. E in quest’ottica sono tanti i progetti che la lista ha intenzione di mettere in campo non dimenticando il lavoro svolto durante gli ultimi due anni: “i membri di Ateneo Studenti che hanno fatto parte del Cnsu nello scorso mandato, sono riusciti ad ottenere ottimi risultati, ad esempio sul fronte della riduzione degli esami che, grazie al loro impegno, sono arrivati a 20 per le lauree triennali e 12 per le specialistiche. Adesso la battaglia che abbiamo intenzione di portare avanti riguarda la SIS”. Rendere, dunque, i due anni di laurea specialistica abilitante all’insegnamento senza il biennio aggiuntivo della Sis: “non possiamo accettare che un giovane dopo aver conseguito la laurea magistrale debba affrontare altri due anni di studio per poter accedere al mondo del lavoro”. Impegno anche nei confronti degli studenti fuorisede: “l’università deve esser attenta ad ogni singolo studente ed in quest’ottica i problemi di vita quotidiana assumono un’importanza fondamentale – commenta Antonio- Ad esempio, l’assistenza sanitaria: le singole università dovrebbero stipulare convenzioni con le Asl in modo da seguire gli studenti con problemi di salute senza che questi abbiano spese extra”.
Vincenzo D’antò, studente della Facoltà di Giurisprudenza della Federico II, è l’unico candidato napoletano di Unicentro. “Ho accettato questa candidatura – spiega D’Antò – come segno di continuità di un percorso iniziato anni fa. Una candidatura che esprime la volontà di continuare con la stessa determinazione, con la stessa costanza, con la stessa passione, ad un livello più alto, l’attività svolta in questi anni all’interno della mia facoltà e del mio ateneo, partendo dalla consapevolezza delle problematiche attuali del nostro sistema universitario”. Un programma corposo ed ambizioso quello di Unicentro. Nuovi spazi e migliore gestione di quelli esistenti, agevolazioni per fuori sede e pendolari, promozione di un elastico piano di sviluppo e date d’esame concertate con gli studenti, diminuzione dei costi dei libri e maggiore orientamento e preparazione verso il mondo del lavoro: sono questi alcuni punti chiave. Ma non si può prescindere da un ragionamento più ampio sul sistema università. Commenta il candidato di Unicentro: “non si può e non si deve pensare di mettersi a posto la coscienza limitando il ragionamento a qualche osservazione sul numero degli esami, su qualche appello in più o ancora sul numero dei crediti da raggiungere per potersi laureare. Quel che si può constatare, e non senza una certa amarezza, è che tutto ciò che le università raccontano ai giovani, più che sapere è teoria, teoria e ancora teoria. Il punto è che il sistema universitario italiano, così come tradizionalmente concepito, ha perso il passo con i tempi”.
“L’Università italiana sta attraversando un momento di crisi- dice Antonio Freda, studente di Ingegneria della Federico II e capolista di Ateneo Studenti – non solo sotto l’aspetto didattico ma anche dal punto di vista del rapporto studente-docente”. Essere diventato una sorta di esamificio: è questa l’accusa che Freda rivolge al sistema università. “Non c’è crescita umana ma solo nozionismo. Esiste un forte appiattimento all’interno delle nostre facoltà e non vengono valorizzati i giovani più capaci che invece vanno sostenuti e portati avanti ”. E in quest’ottica sono tanti i progetti che la lista ha intenzione di mettere in campo non dimenticando il lavoro svolto durante gli ultimi due anni: “i membri di Ateneo Studenti che hanno fatto parte del Cnsu nello scorso mandato, sono riusciti ad ottenere ottimi risultati, ad esempio sul fronte della riduzione degli esami che, grazie al loro impegno, sono arrivati a 20 per le lauree triennali e 12 per le specialistiche. Adesso la battaglia che abbiamo intenzione di portare avanti riguarda la SIS”. Rendere, dunque, i due anni di laurea specialistica abilitante all’insegnamento senza il biennio aggiuntivo della Sis: “non possiamo accettare che un giovane dopo aver conseguito la laurea magistrale debba affrontare altri due anni di studio per poter accedere al mondo del lavoro”. Impegno anche nei confronti degli studenti fuorisede: “l’università deve esser attenta ad ogni singolo studente ed in quest’ottica i problemi di vita quotidiana assumono un’importanza fondamentale – commenta Antonio- Ad esempio, l’assistenza sanitaria: le singole università dovrebbero stipulare convenzioni con le Asl in modo da seguire gli studenti con problemi di salute senza che questi abbiano spese extra”.
Vincenzo D’antò, studente della Facoltà di Giurisprudenza della Federico II, è l’unico candidato napoletano di Unicentro. “Ho accettato questa candidatura – spiega D’Antò – come segno di continuità di un percorso iniziato anni fa. Una candidatura che esprime la volontà di continuare con la stessa determinazione, con la stessa costanza, con la stessa passione, ad un livello più alto, l’attività svolta in questi anni all’interno della mia facoltà e del mio ateneo, partendo dalla consapevolezza delle problematiche attuali del nostro sistema universitario”. Un programma corposo ed ambizioso quello di Unicentro. Nuovi spazi e migliore gestione di quelli esistenti, agevolazioni per fuori sede e pendolari, promozione di un elastico piano di sviluppo e date d’esame concertate con gli studenti, diminuzione dei costi dei libri e maggiore orientamento e preparazione verso il mondo del lavoro: sono questi alcuni punti chiave. Ma non si può prescindere da un ragionamento più ampio sul sistema università. Commenta il candidato di Unicentro: “non si può e non si deve pensare di mettersi a posto la coscienza limitando il ragionamento a qualche osservazione sul numero degli esami, su qualche appello in più o ancora sul numero dei crediti da raggiungere per potersi laureare. Quel che si può constatare, e non senza una certa amarezza, è che tutto ciò che le università raccontano ai giovani, più che sapere è teoria, teoria e ancora teoria. Il punto è che il sistema universitario italiano, così come tradizionalmente concepito, ha perso il passo con i tempi”.
Visone per
i dottorandi
i dottorandi
Per la componente dei dottorandi, che prevede un eletto a votazione nominale secca, si presenta Rosario Visone, consigliere uscente del Cnsu e del Cun, unico candidato per la Campania. “La mia è una candidatura laica – spiega Visone, dottorando in Economia e Gestione delle Imprese- ‘Management delle società sportive’ all’Università Parthenope – perchè i problemi della ricerca non hanno un colore politico. Poter portare direttamente all’attenzione del Ministro le piccole e grandi difficoltà dei ricercatori è una imperdibile occasione”. Micro e macro problemi: è così che Visone distingue le questioni che interessano i giovani dottorandi di tutta Italia che chiedono sempre più visibilità e riconoscimenti. La carenza dei fondi per la ricerca continua ad essere una delle questioni più delicate: “è inutile ricordare- commenta il candidato- che l’Italia è il paese che investe nella ricerca meno di tutti gli altri Paesi avanzati, con cui ci troviamo a competere”. Ma la ricerca oltre ad essere povera, sembra avere anche pochi legami con la realtà del mondo produttivo, restando così fine a se stessa, come evidenzia Visone: “tranne rarissimi casi fortunati, sono inesistenti le connessioni tra ricerca e mondo del lavoro: esistono come due compartimenti stagni. Le aziende chiedono profili specifici e quindi l’università ha il dovere di avvicinarsi alle esigenze del mondo produttivo”.
Visone punta su quattro obiettivi principali: l’aumento dei dottorati di ricerca; la valorizzazione delle competenze con l’attivazione di una banca dati delle offerte di lavoro qualificate; la maggiore partecipazione ai progetti di ricerca; l’istituzione di tavoli di lavoro permanenti in collaborazione tra il Cnsu, la Crui, le Regioni e la Confindustria. Ma l’attenzione di Visone è rivolta anche all’aspetto economico: “vanno adeguate le borse di dottorando in maniera congruente con l’aumento concesso recentemente agli assegni di ricerca”. Anzi “sarebbe preferibile un meccanismo di indicizzazione annuale per evitare di dover tornare ad affrontare la questione periodicamente”. Una particolare attenzione va posta anche ai versamenti previdenziali “la cui utilità è di fatto subordinata a cambiamenti legislativi”.
Visone punta su quattro obiettivi principali: l’aumento dei dottorati di ricerca; la valorizzazione delle competenze con l’attivazione di una banca dati delle offerte di lavoro qualificate; la maggiore partecipazione ai progetti di ricerca; l’istituzione di tavoli di lavoro permanenti in collaborazione tra il Cnsu, la Crui, le Regioni e la Confindustria. Ma l’attenzione di Visone è rivolta anche all’aspetto economico: “vanno adeguate le borse di dottorando in maniera congruente con l’aumento concesso recentemente agli assegni di ricerca”. Anzi “sarebbe preferibile un meccanismo di indicizzazione annuale per evitare di dover tornare ad affrontare la questione periodicamente”. Una particolare attenzione va posta anche ai versamenti previdenziali “la cui utilità è di fatto subordinata a cambiamenti legislativi”.
Valentina Orellana







