Inglese: 3 mila studenti, pochi docenti

L’equazione studenti=docenti d’inglese non sembra funzionare all’Orientale dove molto spesso le proporzioni non vengono rispettate. Problemi organizzativi, questioni economiche o di politica universitaria, questo è difficile stabilirlo e forse poco interessa ai ragazzi che chiedono però maggiore rispetto. “Ho scelto l’Orientale per il suo prestigio e la sua fama- spiega Rossella iscritta al secondo anno alla Facoltà di Lingue- e invece mi trovo soltanto davanti ad un Ateneo molto disorganizzato. Non so quali siano le cause e i problemi ma sicuramente so che non devo essere io a risolverli”.
E risolverli non sembra essere così facile se nonostante l’impegno dei docenti, Preside e Rettore, molti restano i disagi per i sempre numerosi studenti che scelgono di studiare la lingua inglese (3.000).
Aule affollate nonostante il nuovo Palazzo del Mediterraneo, orari di corsi che si accavallano a dispetto dei tentativi da parte della docenza di renderli più scorrevoli, esami che si sovrappongono nell’universo dei mille esami di lingue diverse che si tengono all’Orientale, lettori a volte assenti e file degne degli Uffizi per parlare con un docente. 
“Penso che passerò l’intera giornata qui in attesa di parlare con la professoressa – racconta Elena, laureanda che aspetta già da due ore davanti la porta del suo relatore- La colpa non è dei docenti, che sono disponibili, ma il fatto è che siamo troppi”. Davvero troppi se un mercoledì (è il 24 gennaio) davanti all’ufficio della prof.ssa Vincent si ritrovano quasi una quarantina di ragazze in attesa di poter parlare della stesura della tesi di laurea. “La professoressa è una delle più gentili e disponibili- commenta anche Laura, laureanda in Lingue-  e non rifiuta mai una tesista. Il risultato però è questo”. Con così tanti studenti è per chiunque un’impresa faraonica riuscire a seguire tutte le tesi con attenzione. “Ci sono alcuni docenti- spiegano due anonime laureande di Lingue- che chiedono per una laurea triennale tesi dello stesso spessore di quelle magistrali. Noi sappiamo che il regolamento prevede per la laurea di base, tesi di massimo 40 pagine da concludere entro tre mesi. Ma questo non accade quasi mai. Il problema è che alcuni docenti hanno troppi tesisti e non riescono a seguirli, non rispondono alle e-mail, è difficile avere un colloquio e nonostante si venga ogni settimana al ricevimento non si riesce ad avanzare con la correzione della tesi”.
Non sono pochi, dunque, i problemi che devono affrontare gli studenti in dirittura d’arrivo. Ma tutto il percorso è impervio. Sia per gli studenti di Lingue che per quelli di Lettere. “Per noi di Lingue e culture comparate è forte il problema delle aule- racconta Sabrina, iscritta al secondo anno della Facoltà di Lettere- Noi seguiamo tra Palazzo Corigliano e Palazzo del Mediterraneo ma le aule sono molto piccole e non bastano neanche per trenta studenti”. “Molto spesso, anzi quasi sempre ci sediamo per terra – conferma anche Angela, iscritta allo stesso Corso di Laurea- Io seguo sia cinese che inglese e c’è lo stesso problema per entrambi i corsi: anche se non siamo tantissimi studenti i posti in aula sono, comunque, insufficienti.”
Sembra invece risolto questo problema per i ragazzi di Lingue. “Prima il problema era grave- conferma Laura- però con il nuovo palazzo in via Marina molte cose si sono aggiustate. Gli studenti d’inglese sono molti ma le aule sono grandi”. “Dal punto di vista architettonico Palazzo del Mediterraneo è un pugno nell’occhio!- dichiara scherzosamente Salvatore, anche lui ormai laureando in Lingue- Era molto più bello Palazzo Sforza, ma almeno a via Marina sembrano esserci i posti a sedere per tutti”.
Resta, in ogni caso, la quasi folkloristica disorganizzazione dell’Ateneo che fa rimpiangere un po’ a tutti gli anni del liceo. “L’inglese lo studiavo meglio al liceo- esclama Laura, iscritta a Lingue-I problemi sono di didattica: si da più spazio alla linguistica che alla lingua”.
Didattica e lettori madrelingua. Spiega Gaetano, laureando in Lingue: “si presuppone che tu già conosca la lingua inglese e che il lettore ti possa aiutare a migliorarla, ma nella realtà non è così. Il più delle volte a stare al passo è solo una piccola cerchia di studenti mentre tutti gli altri non capiscono niente”. Anche ai docenti si muove l’accusa di presupporre conoscenze di base che non esistono. “Se non hai fatto un buon liceo linguistico non puoi frequentare Lingue all’Orientale – afferma decisa Alessandra- I docenti d’inglese iniziano i corsi del primo anno presupponendo che tutti abbiano solide basi linguistiche, mentre non è così. Io ho avuto questo problema con il francese; alla fine ho deciso di abbandonarlo a favore dello spagnolo”. Quindi se per lo spagnolo o altre lingue meno diffuse nelle scuole medie si inizia dall’abc, per l’inglese o il francese si punta sulla linguistica e non sulla lingua. “Il programma d’inglese- lamenta Francesca, studentessa al secondo anno di Lingue- si basa esclusivamente sulla linguistica mentre di letteratura si fa poco e autori importanti come Shakespeare vengono toccati solo in maniera marginale”.
Ma per la maggior parte degli studenti il problema principale continua ed essere lo storico accavallamento degli orari.  “Molto spesso si accavallano i corsi d’inglese e spagnolo e anche per quanto riguarda gli esami abbiamo problemi perché il tempo per prepararli è davvero troppo poco. Inoltre credo sia assurdo avere solo 150 ore di lingua in tre anni, quando io al liceo ne facevo 100 annuali extracurriculari” conferma Alessandra, studentessa di Lingue. “E’ una cosa terribile essere costretta a dover scegliere quale corso seguire- racconta anche Viviana, al secondo anno di Lingue- Io studio inglese e russo e molto spesso gli orari si accavallano”.
La questione è come riuscire allora ad incastrare senza sovrapporli i tanti corsi delle numerose lingue che vengono offerte all’Orientale, ma per gli studenti non esistono scuse e la lista dei malfunzionamenti è ancora lunga. “Il nostro sito non è mai aggiornato; in segreteria ci sono file lunghissime e solo due sportelli funzionanti; gli esami si accavallano e quindi si finisce per saltare la sessione; all’ufficio stage c’è così tanta disorganizzazione che studenti a cui mancano otto esami vanno a fare il tirocinio mentre c’è chi ha finito e ancora deve essere chiamato; i docenti esterni spesso sono assenti durante il ricevimento e a volte anche durante gli esami”: questo il corposo elenco di una studentessa che preferisce restare anonima.  
Valentina Orellana
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