Alberto Del Genio, 65 anni, decano dei clinici chirurgici, specializzato nelle malattie dell’esofago, 875 pubblicazioni, ed internazionalmente fra i docenti di maggior lustro della Facoltà di Medicina della SUN, ha deciso di correre per la Presidenza della Facoltà in scadenza il prossimo anno, dopo i due mandati del Preside Francesco Rossi che si appresta invece alla corsa per il rettorato come candidato unico. Del Genio, però, è solo uno degli otto aspiranti al vertice della Facoltà, che hanno dato la loro disponibilità. Gli altri sono: il biologo Giovanni Del Rio, Presidente di Corso di Laurea, il gastroenterologo Camillo Del Vecchio Blanco, il biologo Riccardo Pierantoni, il clinico Umberto Parmegiani, l’infettologo, Presidente del Corso di Laurea di Caserta, Ivan Sagnelli, il cardiologo Raffaele Calabrò, l’internista-geriatrico Giuseppe Paolisso. Per ora. Tutti nomi noti e di grande qualità.
Con il prof. Del Genio apriamo una serie di puntate su questo appuntamento elettorale. “Nella mia vita accademica ho avuto tanto, ho anche dato, ed ora è venuta la mia disponibilità prima di andare in pensione, per risollevare le sorti dell’area clinica della Facoltà, che è molto trascurata”. Una vita accademica tutta a Napoli? “Sì. Una Facoltà di cui mi sono sempre occupato, qui ho svolto tutta la mia carriera professionale e scientifica. In questa facoltà ho fatto il ’68. Qui i miei studi e le mie ricerche. Oggi, a 65 anni ho deciso fosse il caso di dare un nuovo contributo”.
Il programma in poche battute: “Noi clinici dobbiamo riprendere in mano la Facoltà. Perché la nostra è una Facoltà professionalizzante, di Medicina (non di biologia, n.d.r.). Come è capitato al Federico II con Giovanni Persico”. “I biologi di Medicina SUN hanno ottenuto quello che volevano. Ora penso che tocchi ai clinici avere le stesse cose”, intende dire: unità di corpo docente e la bellissima, invidiata, sede di S. Andrea delle Dame. I biologi, però, hanno il 60% dei voti, facciamo notare. “Sì, ma loro stessi capiscono che non possono ricoprire tutte le cariche”, cioè di Rettore e Preside, ad esempio. E la Facoltà deve andare unita ai prossimi appuntamenti elettorali, se vuole vincere. Fa intendere. Del resto già al voto per gli ordinari in Consiglio di Amministrazione si è rischiata una sonora, storica batosta, il 3 a1 a favore degli eletti delle Facoltà non mediche. Colpa delle spaccature interne. Alla fine è finita pari, per il rotto della cuffia, solo grazie all’anzianità della prof.ssa Galletti (giunta a pari voti con il più giovane prof. Maffei di Architettura che perciò non è stato eletto).
“Noi abbiamo il dovere di creare professionisti, dobbiamo avere un Policlinico moderno e fare ricerca come si deve”. “Se mi vorranno come Preside, sono disponibile a rinunciare all’attività privata, che sono stato costretto a fare all’esterno, perché all’interno non c’era la possibilità dell’intramoenia”.
“Abbiamo ben 400 posti letto al Secondo Policlinico di Cappella Cangiani. E poi c’è il problema Policlinico a Caserta. Per questo motivo oggi occorre un impegno ed un coinvolgimento forte dell’area clinica. Il nostro Direttore dell’Azienda Medica, ha come budget 100 milioni di euro. Bastano solo per la manutenzione ordinaria. Come facciamo a realizzare il Policlinico a Caserta? Ed in quanto tempo?” “Sono comunque fiducioso perché ora c’è il dott. Muto alla direzione dell’Azienda, che è una gran brava persona e dalle larghe convergenze. Ma il problema resta”. Ovvero: “quanti anni ancora, l’area clinica dovrà attendere, per una soluzione dei propri problemi?”. Ecco il punto.
Del Genio prende spunto anche dalle esperienze internazionali per un’ulteriore riflessione. Vice Presidente Mondiale dell’ICS, International College of Surgeons. In molti board internazionali, studioso amato ed ossequiato in Italia e all’estero. Membro della società americana di chirurgia; membro dell’Esophageal Club dal 1979 che è il più prestigioso club internazionale per i chirurghi dell’esofago. Tra i suoi vari incarichi è nella Commissione Ministeriale CUD per i dispositivi medici e della Commissione Oncologica Nazionale. “Brevi soggiorni, ma molti contatti con Giappone e USA, ma soprattutto con le mie ricerche ben accolte fuori”. Anni fa si disse che stava per trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti, poi la cosa svanì. “Scelsi Napoli”.
Insomma, come egli stesso afferma, “forse ho qualche titolo per fare il Preside”. “I Policlinici, nei paesi seri, dopo 30 anni, vanno abbattuti e ricostruiti ex novo da qualche altra parte, il che diventa anche fattore di sviluppo. Da noi abbiamo, invece, strutture che cadono a pezzi. ”. “Il Polo di Caserta va potenziato, ma anche il Policlinico di Napoli va potenziato. Meglio ancora se si potesse realizzare una terza Facoltà di Medicina, liberando il Policlinico e gli spazi nel centro storico, alla loro funzione di parco archeologico, come ipotizzò Bassolino quando era sindaco (in quanto costruito sulla Napoli greco-romana). Penso ad una struttura moderna, tipo l’Ospedale del Mare, ma con non molti posti letto, con un’ottima diagnostica e radiologia, e molte sale operatorie. Perché il ricovero deve essere breve e con poca degenza ospedaliera. Un Policlinico-Facoltà con massimo 400 posti letto, pensando esclusivamente all’eccellenza e con docenti all’altezza”.
Mentre facciamo questa intervista volante, all’interno di S. Andrea delle Dame, ci sono docenti che lo salutano, tante strette di mano, personale dell’ateneo che gli dice: “molto piacere di vederla, grazie per il lustro che da all’ateneo”, “quando torna fra noi”, cioè alla sede del centro storico?. Lui risponde vago: “verrò, appena possibile, se lo vorranno”. E per ora è tutto. Non aggiunge altro.
Per un parere abbiamo interpellato l’uscente Preside Francesco Rossi, che dell’argomento elezioni non vuole assolutamente parlare. Alle nostre insistenze rilascia solo qualche battuta: “elezioni? E’ presto ancora. E comunque la Facoltà si muoverà con grande unità. Ma penso sia ancora presto”. Otto candidati per ora. Non sono certo pochi? “Tutti candidati di prim’ordine, che significa la ricchezza e la qualità della nostra Facoltà”. “E poi comunque non si voterà solo un Preside, ma anche una squadra. Ma è presto per ora”.
Paolo Iannotti
Con il prof. Del Genio apriamo una serie di puntate su questo appuntamento elettorale. “Nella mia vita accademica ho avuto tanto, ho anche dato, ed ora è venuta la mia disponibilità prima di andare in pensione, per risollevare le sorti dell’area clinica della Facoltà, che è molto trascurata”. Una vita accademica tutta a Napoli? “Sì. Una Facoltà di cui mi sono sempre occupato, qui ho svolto tutta la mia carriera professionale e scientifica. In questa facoltà ho fatto il ’68. Qui i miei studi e le mie ricerche. Oggi, a 65 anni ho deciso fosse il caso di dare un nuovo contributo”.
Il programma in poche battute: “Noi clinici dobbiamo riprendere in mano la Facoltà. Perché la nostra è una Facoltà professionalizzante, di Medicina (non di biologia, n.d.r.). Come è capitato al Federico II con Giovanni Persico”. “I biologi di Medicina SUN hanno ottenuto quello che volevano. Ora penso che tocchi ai clinici avere le stesse cose”, intende dire: unità di corpo docente e la bellissima, invidiata, sede di S. Andrea delle Dame. I biologi, però, hanno il 60% dei voti, facciamo notare. “Sì, ma loro stessi capiscono che non possono ricoprire tutte le cariche”, cioè di Rettore e Preside, ad esempio. E la Facoltà deve andare unita ai prossimi appuntamenti elettorali, se vuole vincere. Fa intendere. Del resto già al voto per gli ordinari in Consiglio di Amministrazione si è rischiata una sonora, storica batosta, il 3 a1 a favore degli eletti delle Facoltà non mediche. Colpa delle spaccature interne. Alla fine è finita pari, per il rotto della cuffia, solo grazie all’anzianità della prof.ssa Galletti (giunta a pari voti con il più giovane prof. Maffei di Architettura che perciò non è stato eletto).
“Noi abbiamo il dovere di creare professionisti, dobbiamo avere un Policlinico moderno e fare ricerca come si deve”. “Se mi vorranno come Preside, sono disponibile a rinunciare all’attività privata, che sono stato costretto a fare all’esterno, perché all’interno non c’era la possibilità dell’intramoenia”.
“Abbiamo ben 400 posti letto al Secondo Policlinico di Cappella Cangiani. E poi c’è il problema Policlinico a Caserta. Per questo motivo oggi occorre un impegno ed un coinvolgimento forte dell’area clinica. Il nostro Direttore dell’Azienda Medica, ha come budget 100 milioni di euro. Bastano solo per la manutenzione ordinaria. Come facciamo a realizzare il Policlinico a Caserta? Ed in quanto tempo?” “Sono comunque fiducioso perché ora c’è il dott. Muto alla direzione dell’Azienda, che è una gran brava persona e dalle larghe convergenze. Ma il problema resta”. Ovvero: “quanti anni ancora, l’area clinica dovrà attendere, per una soluzione dei propri problemi?”. Ecco il punto.
Del Genio prende spunto anche dalle esperienze internazionali per un’ulteriore riflessione. Vice Presidente Mondiale dell’ICS, International College of Surgeons. In molti board internazionali, studioso amato ed ossequiato in Italia e all’estero. Membro della società americana di chirurgia; membro dell’Esophageal Club dal 1979 che è il più prestigioso club internazionale per i chirurghi dell’esofago. Tra i suoi vari incarichi è nella Commissione Ministeriale CUD per i dispositivi medici e della Commissione Oncologica Nazionale. “Brevi soggiorni, ma molti contatti con Giappone e USA, ma soprattutto con le mie ricerche ben accolte fuori”. Anni fa si disse che stava per trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti, poi la cosa svanì. “Scelsi Napoli”.
Insomma, come egli stesso afferma, “forse ho qualche titolo per fare il Preside”. “I Policlinici, nei paesi seri, dopo 30 anni, vanno abbattuti e ricostruiti ex novo da qualche altra parte, il che diventa anche fattore di sviluppo. Da noi abbiamo, invece, strutture che cadono a pezzi. ”. “Il Polo di Caserta va potenziato, ma anche il Policlinico di Napoli va potenziato. Meglio ancora se si potesse realizzare una terza Facoltà di Medicina, liberando il Policlinico e gli spazi nel centro storico, alla loro funzione di parco archeologico, come ipotizzò Bassolino quando era sindaco (in quanto costruito sulla Napoli greco-romana). Penso ad una struttura moderna, tipo l’Ospedale del Mare, ma con non molti posti letto, con un’ottima diagnostica e radiologia, e molte sale operatorie. Perché il ricovero deve essere breve e con poca degenza ospedaliera. Un Policlinico-Facoltà con massimo 400 posti letto, pensando esclusivamente all’eccellenza e con docenti all’altezza”.
Mentre facciamo questa intervista volante, all’interno di S. Andrea delle Dame, ci sono docenti che lo salutano, tante strette di mano, personale dell’ateneo che gli dice: “molto piacere di vederla, grazie per il lustro che da all’ateneo”, “quando torna fra noi”, cioè alla sede del centro storico?. Lui risponde vago: “verrò, appena possibile, se lo vorranno”. E per ora è tutto. Non aggiunge altro.
Per un parere abbiamo interpellato l’uscente Preside Francesco Rossi, che dell’argomento elezioni non vuole assolutamente parlare. Alle nostre insistenze rilascia solo qualche battuta: “elezioni? E’ presto ancora. E comunque la Facoltà si muoverà con grande unità. Ma penso sia ancora presto”. Otto candidati per ora. Non sono certo pochi? “Tutti candidati di prim’ordine, che significa la ricchezza e la qualità della nostra Facoltà”. “E poi comunque non si voterà solo un Preside, ma anche una squadra. Ma è presto per ora”.
Paolo Iannotti