Docente apre un forum per gli studenti

La sua personale pagina web si apre con le note di “Povera Patria” di Franco Battiato. Contiene uno spazio con un quiz alla “Chi vuol essere milionario” per valutare la preparazione prima dell’esame e, soprattutto, un forum in cui gli studenti possono chiedere e raccogliere informazioni sui suoi insegnamenti. Il prof. Raffaele Fiume, 33 anni, straordinario di Economia Aziendale, titolare e supplente di una certa quantità di insegnamenti ad Economia ed a Giurisprudenza (ma dal prossimo primo novembre sarà esclusivamente ordinario a Giurisprudenza), non si risparmia per i suoi allievi. Non solo didatticamente ma anche umanamente. 
“Boccio anche 
abbastanza”
Uno che si presenta agli studenti condividendo con loro anche la musica che gli piace, offre un po’ della sua personalità, no? “Ho con i ragazzi un rapporto abbastanza colloquiale, ma contemporaneamente sono un po’ bacchettone”, risponde il professore. Bacchettone? “Nel senso che sono un po’ rigido. Tengo molto al rispetto dei ruoli e della buona educazione. Io sono quello che, secondo gli studenti, fa molte cazziate, magari perché non mi va che stiano seduti sui banchi. E boccio anche abbastanza”. Singolare, un docente che riconosce di bocciare parecchio. “Diciamo che sono nella media dei docenti del primo anno. Al primo anno è fisiologico che ci sia un maggiore tasso di respinti”. E tornando alla musica… “Sono appassionato di Battiato. Ho scelto quella canzone, che ha scritto nel periodo di Mani pulite, perché credo che continui ad essere una significativa rappresentazione della situazione del nostro Paese. Ma mi piace la musica in genere, soprattutto quella rock: Pink Floyd, Dire Streets”. 
Veniamo al forum: lei ne è il moderatore. Supponiamo quindi che abbia una passione anche per l’informatica e la multimedialità. “E’ così. Mi sono tra l’altro occupato, come delegato ufficiale, dell’informatizzazione della Facoltà di Nola. Tra poco aprirò uno spazio di confronto telematico anche per gli studenti di Scienze dell’amministrazione, che me lo hanno chiesto durante un incontro tenutosi alla fine di marzo. E’ un settore che curo con piacere”. 
Nel forum gli studenti scrivono per chiederle le informazioni più disparate su tutte le sue materie, da Ragioneria generale a Auditing, da Contabilità e bilancio a Programmazione e controllo. Un servizio di grande utilità. Come le è venuta questa idea? “Il forum non è una novità, esiste da tre anni. Prima ancora, rispondevo alle domande degli studenti via e-mail. Quando mi sono reso conto che alcuni quesiti si ripetevano innumerevoli volte, ho pensato che aprendo un forum, cioè uno spazio pubblico, i ragazzi avrebbero potuto trovare da soli le risposte alle domande più frequenti. Il servizio ha avuto molto successo, consente di risparmiare tempo particolarmente ai fuori sede. Facendo un giro nel forum oggi si trovano pochi messaggi soltanto perché quattordici mesi fa è stato hackerato e ho dovuto ripristinarlo. Sarebbe bello se un servizio del genere fosse curato dall’amministrazione dell’ateneo per tutti i docenti, ma mi rendo conto che sorgerebbero problemi di responsabilità giuridica. Il forum è come una piazza su cui può affacciarsi chiunque e io curo il mio a titolo personale e gratuito. Se qualcuno scrive ‘Raffaele Fiume è un ladro’, ne sono io l’unico responsabile”. 
A proposito, le capita di ricevere messaggi sciocchi, o irritanti? “Le domande che non sopporto sono quelle fatte per pigrizia, cioè quelle relative a informazioni disponibili ma che ci si scoccia di cercare. In quei casi rispondo: cerca meglio. L’università deve anche formare i ragazzi a cavarsela da soli. Poi mi è capitato di ricevere messaggi polemici, o addirittura insulti”. Rimproveri? “Difficilmente gli studenti mi rimproverano qualcosa, il rimprovero può partire solo da chi, con atteggiamento costruttivo, ti avvicina e si confronta con te. Le polemiche e gli insulti sono un’altra cosa”. I messaggi più belli, magari per ringraziarla? “Ho tanti messaggi conservati, che mi danno molta soddisfazione. Ma li tengo chiusi in un cassetto, non mi piace esibirli”. 
“Sto dalla parte 
di chi studia”
In tre anni che ha tenuto un così assiduo rapporto telematico con gli studenti, ha imparato qualcosa di nuovo su di loro? “Ho capito molto delle loro ansie, soprattutto quelle vissute ai primi anni. I ragazzi del primo anno sono capaci di farti la stessa domanda ogni mezz’ora”. 
E lei com’era da studente? “Domanda da un milione di dollari. I risultati erano brillanti, mi sono laureato alla Federico II in tre anni e due sessioni, a ventitré anni e neanche un mese. Però non saprei dire com’ero in aula, con i docenti…”. Tre anni e una sessione. Caspita. Che media aveva? “Alla seduta di laurea partivo da 106 e 8 lodi”. Se la tirava? “No, ero uno che stava per i fatti suoi. Però magari dopo gli esami mi capitava di incontrare qualche collega che mi faceva i complimenti”. 
Uno studente le dice: voglio emularla e fare come ha fatto lei, arrivare in seduta di laurea partendo da 106 e 8 lodi. Cosa risponde? “Di affrontare l’università come se fosse un lavoro. Come quello del papà, che esce alle 7 del mattino e torna alle 8 di sera, e ha solo 30 giorni di ferie all’anno. Niente bagni a giugno”. Grande rigore, insomma. “Io credo che si debba essere coerenti rispetto al proprio progetto, perché altrimenti si va incontro a frustrazioni. Se ci si vuole laureare brillantemente si deve fare così. Pensi che quando preparai l’ultimo esame, e fu dura perché avevo la tesi pronta e volevo solo laurearmi, mi chiusi in un posto dove non c’era la televisione. Però c’è anche chi si accontenta di prendere tutti 18 perché sa che dopo la laurea avrà subito un posto dove andare. Il punto è avere un progetto, pensarci subito, altrimenti il tempo passa, ci si guarda indietro e si dice: che ho fatto?”. 
Liberissimi, dunque, anche di tirare a campare studiando il minimo indispensabile. Però c’è una cosa che il prof. Fiume chiarisce ai suoi corsisti dall’inizio: “non sono un docente imparziale. Io sto dalla parte dello studente che studia. Attenzione, non di quello che riesce meglio, ma di quello che studia con impegno, pure se ha dei limiti culturali. Il momento dell’esame è topico e non sopporto chi vuole approfittarne venendo a provare”.
Sara Pepe
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