“Il bilancio di questa esperienza elettorale è, per me, molto positivo – commenta la prof.ssa Elda Morlicchio, a pochi giorni dal voto del 18 giugno – Ho avuto modo di conoscere più a fondo singoli colleghi e approfondire tutte le problematiche e i progetti nati in Ateneo. Un’esperienza che mi ha dato tantissimo sia sul piano umano che su quello scientifico. Posso ritenermi soddisfatta al di là della scelta che farà l’elettorato. Questo nostro Ateneo, e si è visto dalla presenza di tanti colleghi in pensione durante l’assemblea del 28, ti fa sentire parte di una famiglia, ti coinvolge e ti fa avvertire parte di un qualcosa che va oltre il solo impegno per la didattica o la ricerca”.
Un piccolo Ateneo che permette il confronto e la collaborazione diretta con tutte le sue componenti, non solo docenti, come ricorda ancora la candidata: “Ho avuto occasione di incontrare anche gli studenti e ne sono stata ben lieta perché l’Università è un luogo dove l’integrazione e il dialogo tra docenti e studenti rappresenta la cifra distintiva del suo funzionamento e senza il quale nulla ha più senso”.
Così anche dal dissenso si può e si deve imparare “e deve essere il pungolo per migliorare e fare sempre di più”, ricorda Morlicchio la quale, riflettendo sull’assemblea plenaria, si rammarica del fatto che “sarebbe stato auspicabile maggiore attenzione per la delineazione di obiettivi futuri da raggiungere. Anche in quella occasione ho registrato, però, elementi di dissenso come interventi di colleghi che hanno cercato, nella loro analisi, di individuare punti positivi su cui intervenire. Farò, comunque, tesoro di tutti gli stimoli giuntimi e, se sarò alla guida di questo Ateneo, sarò il Rettore di tutti”.
La docente sottolinea, infatti, l’importanza di mantenere un dialogo proficuo e costante tra i tre Dipartimenti: “La linea da portare avanti è quella della massima apertura al confronto e al dialogo costruttivo. Io ho molto sottolineato l’importanza di un Ateneo in cui i tre Dipartimenti, le tre anime, possano dialogare fra loro per poter raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi. Sono tre componenti essenziali e complementari per fare cultura oggi; dalla loro unione nasce la specificità dell’Orientale, nostro tesoro da 400 anni, e che deve continuare a splendere sempre di più”.
Un invito e una promessa in ultima analisi, al di là del risultato delle urne: “essere comunque al servizio dell’Ateneo, qualunque sarà il mio ruolo, perché chi si mette in gioco in questo modo lo fa solo perché ama e vuole contribuire al buon funzionamento di questa Istituzione”.
Un piccolo Ateneo che permette il confronto e la collaborazione diretta con tutte le sue componenti, non solo docenti, come ricorda ancora la candidata: “Ho avuto occasione di incontrare anche gli studenti e ne sono stata ben lieta perché l’Università è un luogo dove l’integrazione e il dialogo tra docenti e studenti rappresenta la cifra distintiva del suo funzionamento e senza il quale nulla ha più senso”.
Così anche dal dissenso si può e si deve imparare “e deve essere il pungolo per migliorare e fare sempre di più”, ricorda Morlicchio la quale, riflettendo sull’assemblea plenaria, si rammarica del fatto che “sarebbe stato auspicabile maggiore attenzione per la delineazione di obiettivi futuri da raggiungere. Anche in quella occasione ho registrato, però, elementi di dissenso come interventi di colleghi che hanno cercato, nella loro analisi, di individuare punti positivi su cui intervenire. Farò, comunque, tesoro di tutti gli stimoli giuntimi e, se sarò alla guida di questo Ateneo, sarò il Rettore di tutti”.
La docente sottolinea, infatti, l’importanza di mantenere un dialogo proficuo e costante tra i tre Dipartimenti: “La linea da portare avanti è quella della massima apertura al confronto e al dialogo costruttivo. Io ho molto sottolineato l’importanza di un Ateneo in cui i tre Dipartimenti, le tre anime, possano dialogare fra loro per poter raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi. Sono tre componenti essenziali e complementari per fare cultura oggi; dalla loro unione nasce la specificità dell’Orientale, nostro tesoro da 400 anni, e che deve continuare a splendere sempre di più”.
Un invito e una promessa in ultima analisi, al di là del risultato delle urne: “essere comunque al servizio dell’Ateneo, qualunque sarà il mio ruolo, perché chi si mette in gioco in questo modo lo fa solo perché ama e vuole contribuire al buon funzionamento di questa Istituzione”.







