È tempo di esami per gli studenti di Economia. Nelle aule studio gli appunti passano di mano in mano mentre nei corridoi si attende il proprio turno per le temute interrogazioni. Qualche studente più incerto sfrutta anche l’ultimo minuto per ripetere l’argomento in cui si sente meno preparato, altri si mostrano tranquilli e sicuri del lavoro svolto finora. “Immagino che l’esame verterà sugli argomenti già trattati durante la prova intercorso e la prova finale. O almeno è quello che spero – esordisce Marisa Lo Fiego, secondo anno Economia Aziendale, che ha deciso di inaugurare un nuovo anno di esami lunedì 14 sostenendo Macroeconomia – A metà e alla fine del corso il professore ci fa svolgere una prova in aula senza valutazione, in modo da farci capire come sarà strutturato l’esame e permettere a tutti di prepararsi nel modo migliore. Il nostro docente ha scritto un libro che consiglio vivamente a tutti gli studenti. Oltre alla teoria, contiene degli esercizi con le soluzioni. Per noi è stato fondamentale avere questo testo e confrontarci. Se non sapevamo fare l’esercizio potevamo controllare la soluzione e capire dove stavamo sbagliando”. Marisa ha completato gli esami del primo anno ad eccezione di Diritto Privato e a dicembre ha sostenuto la prima parte di Economia Aziendale: “L’esame si basa sugli esercizi che riguardano tutto ciò che viene trattato a lezione. Non ci sono argomenti particolarmente ricorrenti, al compito potrebbe venire fuori qualsiasi cosa”. Il toto-domande per l’esame di Macroeconomia è più attivo che mai e gli studenti di Economia Aziendale hanno già in mente quali potrebbero essere gli argomenti più richiesti. Il più quotato sembra essere: “il modello di Solow che è quello di lungo periodo insieme a quello sul breve periodo dove possiamo avere prezzi flessibili oppure il modello IS-LM con prezzi fissi”, dice Dario Negri, anche lui al secondo anno di Economia Aziendale.
Tante, ma tante,
esercitazioni per
Macroeconomia
esercitazioni per
Macroeconomia
Ma quanto conviene sostenere un esame complesso come questo al primo appello? È vero che il primo appello può risultare più facilitato oppure è soltanto un luogo comune? “Magari non è un luogo comune e l’esame sarà leggermente più facile”, ipotizza speranzoso Dario. Chiara Romano, secondo anno di Economia Aziendale, è invece in attesa del suo turno per sostenere l’esame. “Macroeconomia è uno scoglio e per me forse ancora di più perché non ho seguito il corso con frequenza regolare. L’esito dipenderà dallo scritto che sarà una sorpresa. Raccomando di seguire il corso perché aiuta, prestare molta attenzione alle lezioni e alle spiegazioni dei professori, fare riassunti dell’orale e tante, tante esercitazioni”. Chiara ha sostenuto come primo esame della sessione Statistica: “Al pre-appello scritto ho avuto un voto tra 18 e 24 e questo mi ha dato la possibilità di ricevere all’orale solo una domanda a piacere e poi un’altra domanda inerente al corso. Io ho scelto di parlare del Teorema di Bayes. L’esame è stato molto interessante e ci siamo trovati bene con la professoressa che è davvero brava ed è stata anche generosa nei voti. I risultati sono stati positivi quasi per tutti, solo pochi studenti sono stati bocciati ma perché già lo scritto era andato male”.
Come si combatte l’ansia da esame? Ripetere fino al momento dell’interrogazione aiuta? “Io non sono una persona particolarmente ansiosa e do un’ultima occhiata agli argomenti finché posso. Penso che sia una cosa utile e che aiuti a schiarirsi le idee”, conclude Chiara. Un po’ più incerta è Ilaria Napolano, al terzo anno di Economia Aziendale: “Stamattina sosterrò Diritto del Lavoro. Il corso l’ho seguito l’anno scorso e non ho idea di quali siano le domande che vengono poste più spesso. Però ho sentito dire che il professore è disponibile e che gli studenti, durante l’esame, sono a proprio agio. Naturalmente gli esami di Diritto sono particolarmente complessi e se dovessi dare un consiglio sarebbe quello di provare a ricordare a memoria quanti più articoli possibile e fare dei collegamenti. Il mio metodo di studio è questo: studio attentamente dal libro, poi scrivo una lista degli argomenti man mano che li completo e li ripeto”. Cosa ha in programma dopo Diritto del Lavoro? “Diritto Commerciale, ma non mi ci sono ancora dedicata. Non ho ancora affrontato lo studio per questo esame, una cosa alla volta!”.
Tra i senior, ci sono alcune matricole che cominciano a familiarizzare con le aule, i docenti e le modalità d’esame. Rita Izzo, al primo anno di Economia Aziendale si mostra sicura di sé e determinata: “Non ho sostenuto ancora nessun esame, sto cercando di capire prima come funzionano le cose. Per l’impegno che metto in ciò che faccio, in generale e soprattutto all’università, mi aspetto dei buoni risultati sperando di avere fatto davvero abbastanza e di avere inquadrato bene come si studia per un corso universitario di questo tipo. A febbraio vorrei sostenere Economia Aziendale… sto raccogliendo un po’ di informazioni su questo esame. Non ho sostenuto la prova intercorso quindi mi hanno detto di aspettarmi la prova sull’analisi delle variazioni, sulla partita doppia e sul fabbisogno di capitale. Le domande più frequenti, più o meno, si conoscono perché ci vengono indicate di volta in volta sul gruppo whatsapp della classe. In ogni caso, i professori ci aiutano a capire come poter studiare al meglio”. È preoccupata per il suo primo esame? “Un po’ sì perché Economia Aziendale mi dicono che non sia semplice e questo vale soprattutto per chi non viene da un istituto di Ragioneria. Io mi sono diplomata al Liceo Linguistico, ma mi sono sentita supportata dai docenti e invogliata a studiare”. Seguire le lezioni è utile “perché stando ben attenti si può capire anche che cosa vuole esattamente il docente e quali sono gli argomenti che gli interessano maggiormente”.
Dopo una buona prova intercorso, è soddisfatto del suo orale di Macroeconomia Pasquale Paccianello, che è alle prese con gli esami del secondo anno di Economia e Commercio: “Le domande più ricorrenti all’orale hanno riguardato la determinazione dei salari, la produzione, la relazione tra il livello della produzione e la disoccupazione che ti permette di collegarti alla legge di Okun e poi qualche esercizio sulla determinazione di reddito, consumo e moltiplicatore della domanda aggregata. Ho avuto l’impressione che l’orale sia andato bene anche a molti dei miei colleghi”. Prima di Macroeconomia ha sostenuto “la seconda parte dell’esame di Economia e Gestione. Sono state molto frequenti le domande sul marketing, sulla produzione, sulla gestione finanziaria e delle scorte”. Quante ore sono necessarie per un’adeguata preparazione? “Io direi che tre o quattro ore sono sufficienti, a patto di cominciare sin dall’inizio delle lezioni. Forse sono anche tante… il professore impiega almeno un paio di lezioni per spiegare un argomento e poi si segue solo tre giorni a settimana, mentre gli altri sono liberi”. Però “mi raccomando, non fate come me. Non riducetevi agli ultimi quindici giorni per studiare!”.
Come si combatte l’ansia da esame? Ripetere fino al momento dell’interrogazione aiuta? “Io non sono una persona particolarmente ansiosa e do un’ultima occhiata agli argomenti finché posso. Penso che sia una cosa utile e che aiuti a schiarirsi le idee”, conclude Chiara. Un po’ più incerta è Ilaria Napolano, al terzo anno di Economia Aziendale: “Stamattina sosterrò Diritto del Lavoro. Il corso l’ho seguito l’anno scorso e non ho idea di quali siano le domande che vengono poste più spesso. Però ho sentito dire che il professore è disponibile e che gli studenti, durante l’esame, sono a proprio agio. Naturalmente gli esami di Diritto sono particolarmente complessi e se dovessi dare un consiglio sarebbe quello di provare a ricordare a memoria quanti più articoli possibile e fare dei collegamenti. Il mio metodo di studio è questo: studio attentamente dal libro, poi scrivo una lista degli argomenti man mano che li completo e li ripeto”. Cosa ha in programma dopo Diritto del Lavoro? “Diritto Commerciale, ma non mi ci sono ancora dedicata. Non ho ancora affrontato lo studio per questo esame, una cosa alla volta!”.
Tra i senior, ci sono alcune matricole che cominciano a familiarizzare con le aule, i docenti e le modalità d’esame. Rita Izzo, al primo anno di Economia Aziendale si mostra sicura di sé e determinata: “Non ho sostenuto ancora nessun esame, sto cercando di capire prima come funzionano le cose. Per l’impegno che metto in ciò che faccio, in generale e soprattutto all’università, mi aspetto dei buoni risultati sperando di avere fatto davvero abbastanza e di avere inquadrato bene come si studia per un corso universitario di questo tipo. A febbraio vorrei sostenere Economia Aziendale… sto raccogliendo un po’ di informazioni su questo esame. Non ho sostenuto la prova intercorso quindi mi hanno detto di aspettarmi la prova sull’analisi delle variazioni, sulla partita doppia e sul fabbisogno di capitale. Le domande più frequenti, più o meno, si conoscono perché ci vengono indicate di volta in volta sul gruppo whatsapp della classe. In ogni caso, i professori ci aiutano a capire come poter studiare al meglio”. È preoccupata per il suo primo esame? “Un po’ sì perché Economia Aziendale mi dicono che non sia semplice e questo vale soprattutto per chi non viene da un istituto di Ragioneria. Io mi sono diplomata al Liceo Linguistico, ma mi sono sentita supportata dai docenti e invogliata a studiare”. Seguire le lezioni è utile “perché stando ben attenti si può capire anche che cosa vuole esattamente il docente e quali sono gli argomenti che gli interessano maggiormente”.
Dopo una buona prova intercorso, è soddisfatto del suo orale di Macroeconomia Pasquale Paccianello, che è alle prese con gli esami del secondo anno di Economia e Commercio: “Le domande più ricorrenti all’orale hanno riguardato la determinazione dei salari, la produzione, la relazione tra il livello della produzione e la disoccupazione che ti permette di collegarti alla legge di Okun e poi qualche esercizio sulla determinazione di reddito, consumo e moltiplicatore della domanda aggregata. Ho avuto l’impressione che l’orale sia andato bene anche a molti dei miei colleghi”. Prima di Macroeconomia ha sostenuto “la seconda parte dell’esame di Economia e Gestione. Sono state molto frequenti le domande sul marketing, sulla produzione, sulla gestione finanziaria e delle scorte”. Quante ore sono necessarie per un’adeguata preparazione? “Io direi che tre o quattro ore sono sufficienti, a patto di cominciare sin dall’inizio delle lezioni. Forse sono anche tante… il professore impiega almeno un paio di lezioni per spiegare un argomento e poi si segue solo tre giorni a settimana, mentre gli altri sono liberi”. Però “mi raccomando, non fate come me. Non riducetevi agli ultimi quindici giorni per studiare!”.
Scritto difficile
Non avendo sostenuto la prova intercorso, Martina Sassaro e la sua collega Giovanna Olivieri, entrambe al secondo anno di Economia e Commercio, hanno dovuto affrontare uno scritto di Macroeconomia prima dell’esame orale. “Domande a risposta aperta, domande con l’opzione vero/falso in cui si chiedeva di motivare la risposta ed esercizi per quanto riguarda la prova scritta. Legge di Okun, funzione di produzione, moneta, consumo, modello di Solow, gli argomenti – racconta Martina – Però sono un po’ perplessa perché il compito mi è sembrato più difficile rispetto a quelli assegnati nelle sessioni precedenti e, inoltre, c’era anche un argomento che il professore a lezione non aveva indicato tra quelli d’esame”. Concorda Giovanna: “Si è trattato di un compito meno fondato sul ragionamento. Non particolarmente lungo, ma un po’ insolito, nel senso che non ci sono stati quegli argomenti a cui il professore sembra tenere di più e su cui generalmente gli studenti si concentrano maggiormente. Non ho proprio idea di quale sarà il risultato del mio scritto!”. È controcorrente Giovanna quando illustra il suo metodo di studio: “Preferisco studiare la notte. Posso cominciare sul tardi, intorno alle sette, e magari finire anche alle quattro. A quell’ora in casa c’è silenzio e nessuno mi interrompe. Non riuscirei mai a concentrarmi in aula studio. In ogni caso, io sono abituata a studiare molto fin dal liceo e riesco a mantenere alto il livello di concentrazione”.
Carol Simeoli
Carol Simeoli







