Finalmente al voto!

La Commissione Elettorale del Parthenope ha pronunciato il suo verdetto: il 4 e il 5 maggio si terranno le elezioni studentesche. Per comprendere il perché del disincanto con cui questa notizia viene accolta dagli studenti, è necessario ricapitolare le vicende degli ultimi mesi. Le date stabilite originariamente per la consultazione elettorale risalgono a circa due mesi fa: 28 febbraio e 1°marzo. Il voto fu però rimandato per via delle insistenti richieste dei consiglieri in carica, secondo i quali il loro mandato non era ancora scaduto. Elezioni dunque rinviate al 23 e 24 marzo, subito prima di Pasqua. Ma anche in questo caso nulla di fatto: ancora una volta un rinvio, stavolta a data da destinarsi, causato dalle decine di ricorsi presentati avverso la decisione della Commissione Elettorale di escludere dalla competizione numerosi candidati in conseguenza di difetti più o meno formali nella composizione e presentazione delle liste. Sciolta la riserva sui ricorsi e stabilite le date, oggi si torna a parlare di campagna elettorale, anche se con alcuni nomi in meno a concorrere per le cariche. Eliminate due delle liste presentate originariamente, quella di Facciamo Università per l’elezione dei rappresentanti in seno al Consiglio della Facoltà di Economia, lista in cui per 40 nomi c’erano solo sette firme, e quella di Azione Universitaria a Nola. E si torna a parlare di elezioni con tante incertezze, come ci racconta Antonio Prisco, coordinatore dell’Udu. “Ormai questa vicenda è diventata una farsa, i nostri ricorsi contro alcune liste presentate irregolarmente, sebbene basati su una ricerca giurisprudenziale puntualissima, non sono stati accolti. In questo modo non si riesce più ad avere fiducia nelle istituzioni universitarie”. L’Udu aveva infatti proposto ricorso contro alcune liste i cui presentatori, contrariamente a quanto stabilito dal regolamento, non sono iscritti alle facoltà di afferenza del collegio per il quale si vota. “Noi abbiamo fatto le cose seguendo le regole, dei nostri candidati non ne è caduto neppure uno. La lista l’abbiamo presentata anche in perfetto orario, non riducendoci all’ultima ora come altre persone, e quale risultato abbiamo ottenuto? Ci siamo ritrovati comunque vittime di una farsa. Si voterà i primi di maggio e intanto proliferano le associazioni dell’ultimo mese. Tutti stanno facendo la campagna elettorale dell’ultimo minuto mentre noi abbiamo un anno di lavoro alle spalle”. Prisco non nasconde l’amarezza per le critiche più volte mosse da altri esponenti della politica universitaria del Parthenope che hanno fortemente sostenuto la inopportunità e inutilità dell’intervento dell’Udu nelle questioni studentesche, in quanto associazione priva di rappresentanti in seno agli organi istituzionali. Eppure l’Unione degli Universitari ha ormai i suoi rappresentanti nei Consigli di Dipartimento, che peraltro stanno lavorando alacremente. “Al Dipartimento di Scienze per l’Ambiente, da quando c’è il nostro Alberto Corona, è partito un progetto per l’attivazione della specialistica”, dice Prisco, “si è pensato di lavorare per gradi prevedendo anzitutto l’attivazione di un master annuale da equiparare successivamente al primo anno della specialistica, che presumibilmente dovrebbe partire nell’anno accademico 2007/08. Anch’io sono stato eletto nel Consiglio di un Dipartimento, quello di Statistica, e anch’io vorrei che fossero realizzate delle iniziative volte a migliorare la qualità della nostra formazione, come seminari e dibattiti, eventi che possano anche conferire prestigio al nostro ateneo. Per adesso però ci si deve concentrare sulle elezioni. È importante continuare a impegnarsi, nonostante molti di noi siano pieni di rabbia e sentano tutto quello che è accaduto come una sconfitta per la democrazia”. Ma i ragazzi dell’Udu non sono gli unici ad essere rimasti insoddisfatti di come sono andate le cose. Anche il Cost, da tempo ormai legato all’associazione Sui Generis, manifesta un certo malcontento. Dice Antonio Bifulco, uno dei suoi principali esponenti: “non ci resta che andare alle elezioni, anche se a malincuore. Avevamo denunciato delle irregolarità nella presentazione di alcune liste, ma la Commissione Elettorale, riunitasi in nostra presenza, ha deciso per una sorta di sanatoria. Tutta colpa del regolamento elettorale, eccessivamente vago, suscettibile di molteplici interpretazioni. Avevamo perfino pensato di presentare ricorso al Tar, però si tratterebbe di percorrere una strada molto impegnativa e soprattutto molto lunga, così abbiamo deciso di lasciar perdere e di andare al voto, sebbene consapevoli di essere inseriti in un sistema di cui non condividiamo il metodo”. A lamentare più di ogni altro i danni derivanti da questa situazione è però il gruppo di Facciamo Università, che ha perso le sue candidature alla Facoltà di Economia, quella numericamente più importante. “Siamo rimasti piuttosto sorpresi dalla decisone assunta in Commissione Elettorale”, dice Eugenio Tatarelli, uno dei leader di Facciamo Università, nonché presidente del Consiglio degli Studenti, “l’orientamento iniziale ci era sembrato ben diverso. Essendoci stati tutti questi problemi di carattere formale, pensavamo che la soluzione potesse essere solo quella di riaprire i termini per consentire una reintegrazione delle liste. Però quando l’abbiamo proposto l’Udu e il Cost si sono duramente opposti e così ci si è limitati a valutare strettamente i ricorsi presentati, senza dare la possibilità a tutti di ripartire e gareggiare ad armi pari”. Anche Tatarelli non ha dubbi sulla scarsa qualità del regolamento elettorale attualmente vigente, ma obietta ai suoi avversari: “noi di Facciamo Università lo rilevammo sei mesi fa e chiedemmo che le elezioni fossero rinviate per consentire che si procedesse con un regolamento rivisto. Tutti ci diedero addosso, accusandoci di voler mantenere chissà quali poltrone. Personalmente non guadagno nulla per la carica che ricopro. L’unica cosa che voglio dire adesso è che quelle persone che non mi vollero ascoltare allora non hanno alcun diritto di lamentarsi oggi”. 
Sara Pepe
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