Figure fuori dagli standard e flessibili: sembrerebbero queste le prospettive lavorative per gli studenti del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali che hanno assistito alle presentazioni di alcune aziende in occasione del Job Day. I corsi di formazione professionale offerti da La Mansarda, compagnia di produzione, promozione e ricerca teatrale, sono stati illustrati dal direttore artistico Roberta Sandias: “per un laureato in Lettere e Beni Culturali il teatro offre molte opportunità d’impiego, anche poco conosciute. Una figura molto interessante è quella dell’organizzatore teatrale che deve necessariamente conoscere le leggi e sapere come funziona una tournée. La vostra forma mentis è chiaramente la più adeguata a questo tipo di mansioni. Se siete interessati al mondo della comunicazione, c’è la figura dell’addetto stampa che deve curare i rapporti con i giornalisti e promuovere le nostre attività”. Attenzione a fare gli schizzinosi: “un corso molto interessante che offriamo è quello di tecnico delle luci, una figura molto richiesta e anche ben pagata”. Stage e corsi potrebbero ad ogni modo concretizzarsi in un’assunzione a seconda delle necessità del momento. Forse ancor più fuori dagli schemi, le attività della Capware, che si occupa di ricostruzioni virtuali, come spiega Marco Capasso, architetto digitale: “ci serviamo della stessa tecnica della pixar per ricostruire beni artistici o musei virtuali, come quello realizzato per Ercolano. Un laureato in discipline umanistiche ha la giusta elasticità mentale per ideare le linee guide di questi progetti, in netta espansione dal momento che il settore è in forte ascesa”. Gli studenti presenti hanno rivolto delle domande ai diretti interessati.
“Presso l’associazione La Mansarda, esiste un abbinamento teatro/museo?”.
“Sì, a Capua organizziamo i ‘Percorsi della Memoria’ in cui personaggi come Pier Delle Vigne o Ettore Fieramosca prendono vita in specifici siti artistici della città; abbiamo anche in cantiere un progetto sul mito di Aracne presso il Belvedere di S. Leucio”.
“Che percorso formativo dovremmo affiancare a quello universitario per lavorare alla CAPWARE?”.
“I vostri studi sono più che sufficienti, occorre solo grande tenacia. I ruoli sono tantissimi e con la vostra forma mentis potete riciclarvi e fare molto bene, soprattutto al Nord, dove gli investimenti sono maggiori”.
“Da un punto di vista pratico, la CAPWARE organizza dei corsi o bisogna specializzarsi di persona?”.
“Solitamente da soli, non facciamo come quei tanti uffici che sfruttano la situazione. Se siete bravi, proponetevi: la cosa migliore è saper vendere se stessi ed essere flessibili. Oggi la figura del free lance è quella che va per la maggiore”.
“Come azienda, il vostro obiettivo è promuovere qualsiasi bene artistico o vi sono commissionati?”.
“In alcuni casi il progetto nasce come investimento personale, è il caso degli scavi di Pompei, ma nel 60%-70% dei casi si tratta di committenze, anche se abbiamo assoluta libertà di scelta nelle modalità di realizzazione”.
IL COMMENTO DEGLI STUDENTI. Abbastanza soddisfatti gli studenti presenti, una cinquantina circa: “sono venuta qui per vedere un po’ com’è il mondo del lavoro e ci ho capito qualcosa in più – spiega Adriana, secondo anno della Magistrale in Storia dell’arte – Non ci sono più figure lavorative standard, bisogna reinventarsi”. Deborah, al secondo anno di Conservazione dei Beni culturali, è d’accordo: “non sapevo essenzialmente cosa aspettarmi dall’incontro, ma entrambe le aziende sono state abbastanza chiare; credo che una figura come quella richiesta dalla CAPWARE possa essere molto interessante”. Meno sicura Marica, secondo anno di Conservazione dei Beni Culturali: “il mio sogno nel cassetto sarebbe diventare archeologa o storica dell’arte, ma oggi ho capito che il mercato del lavoro è in evoluzione e anche i propri sogni vanno rivisti”. Infine Carla, secondo anno di Magistrale in Storia dell’Arte: “mi interessa molto il settore di lavoro proposto dalla CAPWARE, mi sembra il giusto compromesso per un laureato in materie umanistiche, creativo e libero di esprimersi”.
“Presso l’associazione La Mansarda, esiste un abbinamento teatro/museo?”.
“Sì, a Capua organizziamo i ‘Percorsi della Memoria’ in cui personaggi come Pier Delle Vigne o Ettore Fieramosca prendono vita in specifici siti artistici della città; abbiamo anche in cantiere un progetto sul mito di Aracne presso il Belvedere di S. Leucio”.
“Che percorso formativo dovremmo affiancare a quello universitario per lavorare alla CAPWARE?”.
“I vostri studi sono più che sufficienti, occorre solo grande tenacia. I ruoli sono tantissimi e con la vostra forma mentis potete riciclarvi e fare molto bene, soprattutto al Nord, dove gli investimenti sono maggiori”.
“Da un punto di vista pratico, la CAPWARE organizza dei corsi o bisogna specializzarsi di persona?”.
“Solitamente da soli, non facciamo come quei tanti uffici che sfruttano la situazione. Se siete bravi, proponetevi: la cosa migliore è saper vendere se stessi ed essere flessibili. Oggi la figura del free lance è quella che va per la maggiore”.
“Come azienda, il vostro obiettivo è promuovere qualsiasi bene artistico o vi sono commissionati?”.
“In alcuni casi il progetto nasce come investimento personale, è il caso degli scavi di Pompei, ma nel 60%-70% dei casi si tratta di committenze, anche se abbiamo assoluta libertà di scelta nelle modalità di realizzazione”.
IL COMMENTO DEGLI STUDENTI. Abbastanza soddisfatti gli studenti presenti, una cinquantina circa: “sono venuta qui per vedere un po’ com’è il mondo del lavoro e ci ho capito qualcosa in più – spiega Adriana, secondo anno della Magistrale in Storia dell’arte – Non ci sono più figure lavorative standard, bisogna reinventarsi”. Deborah, al secondo anno di Conservazione dei Beni culturali, è d’accordo: “non sapevo essenzialmente cosa aspettarmi dall’incontro, ma entrambe le aziende sono state abbastanza chiare; credo che una figura come quella richiesta dalla CAPWARE possa essere molto interessante”. Meno sicura Marica, secondo anno di Conservazione dei Beni Culturali: “il mio sogno nel cassetto sarebbe diventare archeologa o storica dell’arte, ma oggi ho capito che il mercato del lavoro è in evoluzione e anche i propri sogni vanno rivisti”. Infine Carla, secondo anno di Magistrale in Storia dell’Arte: “mi interessa molto il settore di lavoro proposto dalla CAPWARE, mi sembra il giusto compromesso per un laureato in materie umanistiche, creativo e libero di esprimersi”.







