A Giurisprudenza i lavori del secondo lotto non sono ancora iniziati. Il Preside Gennaro Franciosi non tralascia occasione per sottolineare quanto siano urgenti, perché servirebbero a dare un po’ di respiro ad una facoltà che è la più numerosa, per numero di studenti, di tutto il Secondo Ateneo. “E’ venuto anche a trovarci il Rettore Antonio Grella, per spiegare che lui ci mette tutta la buona volontà, ma ci sono ritardi ed intoppi dovuti agli Uffici tecnici. Io non lo metto in dubbio ed anzi devo dire che, rispetto alla gestione Mancino, caratterizzata dal rinvio sine die di ogni problema, quella del professor Grella è più dinamica. Resta però il fatto che i soldi per i lavori del secondo lotto di Palazzo Melzi sono disponibili dal ‘92, quando Giurisprudenza era ancora la seconda facoltà della Federico II, e non siamo ancora riusciti ad utilizzarli. Il progetto è adesso all’Ufficio Tecnico, poi passerà al Consiglio Tecnico Amministrativo per la definitiva approvazione. A quel punto sarà possibile indire la gara di appalto. Spero non passino troppi mesi”. Sono stati invece effettuati i lavori, molto più modesti, al tetto della presidenza, danneggiato da un temporale di mezza estate ad agosto. E’ rimasto così per circa due mesi, poi finalmente l’Ufficio tecnico ha provveduto a riparare il danno, consolidando la struttura ed eliminando il pericolo.
La novità principale è però un’altra: è nato il Dipartimento di Discipline Giurispubblicistiche. Dodici i docenti che si sono fatti promotori di questa iniziativa; insegnano Diritto Penale, Diritto costituzionale, Diritto Processuale. Uno di loro è il professor Lorenzo Chieffi, docente di Istituzioni di diritto pubblico. ”Sulla carta siamo nati – spiega- Mercoledì 25 eleggeremo anche il direttore. In pratica, però, affinché il Dipartimento possa funzionare l’amministrazione centrale dell’ateneo deve darci il personale indispensabile, altrimenti perdiamo soltanto tempo. L’unico dipartimento fino ad oggi esistente a Giurisprudenza ha solo tre dipendenti, una delle quali andrà in pensione tra pochi mesi, per cinquanta professori. Non vorrei che la nascita del Dipartimento di Discipline Giurispubblicistiche fosse accompagnata dall’assegnazione di un dipendente e mezzo a testa”. Insomma, questo il succo del discorso del professor Chieffi, senza personale l’Università non funziona, o funziona a scartamento ridotto. “Metto le mani avanti anche alla luce della triste esperienza della biblioteca, alla quale fanno capo i nostri 13.000 studenti. Abbiamo acquistato 10.000 volumi e siamo abbonati a 500 riviste, quindi in teoria sarebbe una biblioteca più che buona. Solo che i dipendenti sono due. Significa, in pratica, che non può funzionare. I libri restano negli scatoloni, la distribuzione è di fatto inesistente, studenti e docenti sono costretti a chiedere la cortese ospitalità della biblioteca della facoltà di Giurisprudenza della Federico II. Io domani (24 ottobre) prenderò parte ad una riunione in rettorato, dedicata all’analisi delle esigenze della biblioteca. Va anche bene, ma mi domando: possibile che non risulti evidente quali siano le esigenze di una biblioteca che ha due dipendenti e 13.000 potenziali fruitori? Affrontiamo l’emergenza, subito. Dopo di che ci si porrà il problema di quale sia la pianta organica ottimale. Su questi aspetti, fino ad oggi, la risposta dell’amministrazione centrale è stata nulla”.
La novità principale è però un’altra: è nato il Dipartimento di Discipline Giurispubblicistiche. Dodici i docenti che si sono fatti promotori di questa iniziativa; insegnano Diritto Penale, Diritto costituzionale, Diritto Processuale. Uno di loro è il professor Lorenzo Chieffi, docente di Istituzioni di diritto pubblico. ”Sulla carta siamo nati – spiega- Mercoledì 25 eleggeremo anche il direttore. In pratica, però, affinché il Dipartimento possa funzionare l’amministrazione centrale dell’ateneo deve darci il personale indispensabile, altrimenti perdiamo soltanto tempo. L’unico dipartimento fino ad oggi esistente a Giurisprudenza ha solo tre dipendenti, una delle quali andrà in pensione tra pochi mesi, per cinquanta professori. Non vorrei che la nascita del Dipartimento di Discipline Giurispubblicistiche fosse accompagnata dall’assegnazione di un dipendente e mezzo a testa”. Insomma, questo il succo del discorso del professor Chieffi, senza personale l’Università non funziona, o funziona a scartamento ridotto. “Metto le mani avanti anche alla luce della triste esperienza della biblioteca, alla quale fanno capo i nostri 13.000 studenti. Abbiamo acquistato 10.000 volumi e siamo abbonati a 500 riviste, quindi in teoria sarebbe una biblioteca più che buona. Solo che i dipendenti sono due. Significa, in pratica, che non può funzionare. I libri restano negli scatoloni, la distribuzione è di fatto inesistente, studenti e docenti sono costretti a chiedere la cortese ospitalità della biblioteca della facoltà di Giurisprudenza della Federico II. Io domani (24 ottobre) prenderò parte ad una riunione in rettorato, dedicata all’analisi delle esigenze della biblioteca. Va anche bene, ma mi domando: possibile che non risulti evidente quali siano le esigenze di una biblioteca che ha due dipendenti e 13.000 potenziali fruitori? Affrontiamo l’emergenza, subito. Dopo di che ci si porrà il problema di quale sia la pianta organica ottimale. Su questi aspetti, fino ad oggi, la risposta dell’amministrazione centrale è stata nulla”.







