Il programma di Ferrara

Lo chiamano ormai l’ateneo di Ferrara, forse perché grazie a lui l’ex Istituto Universitario Navale, oggi Università Parthenope, è cresciuto vistosamente, passando da 1.500 studenti, poco più di un liceo, ad un ateneo di medie dimensioni – 16.000 studenti, con proiezione verso i 20-25.000 -, triplicando anche i docenti e con un ruolo di forte influenza nel panorama universitario campano: forse grazie al lungo Rettorato, praticamente a vita; forse perché, con la sua quotidiana, assidua, infaticabile presenza, il Rettore è divenuto il deus ex machina dell’ateneo, identificando sempre più la sua persona con l’ateneo che dirige. Anche se il prof. Ferrara, in più occasioni, ha ripetuto che “i risultati sono frutto di un lavoro di squadra, che va dai Presidi e i docenti, il ProRettore Quintano, il direttore amministrativo, al personale, agli studenti” e non potrebbe essere altrimenti vista la mole di attività che ormai da tempo si realizzano e che evidenziano un crescente sviluppo: di studenti iscritti, di sedi, di adesioni istituzionali e aziendali alle attività dell’ateneo ed una imponente politica di acquisizioni di edifici.
Il soggetto protagonista di cui stiamo parlando è il prof. Gennaro Ferrara, 68 anni (69 il prossimo agosto), rettore in carica da sei mandati, dal dicembre 1986, nato a S.Pietro a Patierno (Napoli), di  estrazione sociale non agiata, che si è fatto le ossa in decenni di impegno sindacale e nei centri di ricerca del CNR. Amato, invidiato, talvolta sopportato – “sì, dalle istituzioni locali, Comune e in parte Regione, che forse avrebbero preferito qualcun altro al mio posto, e forse il mio ateneo avrebbe goduto di altro comportamento. Ma da questo si misura il grado di indipendenza del mio ateneo” dichiara -, il rettore in carica si ripresenta per un settimo mandato: quando concluderà avrà 73 anni; a meno che  non ci pensi un posto in Parlamento, nelle liste dell’Ulivo, il 9 e il 10 aprile, – candidato in Sicilia Orientale – a sottrarlo dalla sede di via Acton. “Mi ripresento per completare una politica di acquisizioni e di consolidamento, con lo stesso entusiasmo di 18 anni fa, – afferma – perché c’è sempre qualche motivo a darmi la spinta o a sollecitarmi un ulteriore impegno istituzionale”. Del resto, segno zodiacale leone, alle sfide, anche “difficili”, come riconosce, sembra ci prenda gusto. Ed a chi gli fa notare di essere praticamente rettore a vita, più longevo anche di Tesauro (che restò in carica per 18 anni al Federico II negli anni ’60 e ’70), replica: “il problema non è la durata, ma la compatibilità con una strategia. A qualcuno avrebbe fatto piacere avere un ateneo che non superava i 2-3.000 studenti, con un costo elevatissimo per la collettività, tale da non giustificare la spesa? O queste dimensioni e questo ateneo sono diventati parte di un pezzo di sviluppo della nostra città e della nostra Regione?”. Ed insiste: “il limite al mandato del rettore, in molti casi, è un limite ad una strategia, ad un progetto, perciò non è un caso che tutti gli atenei che avevano un mandato unico, di 4-5 anni, hanno modificato il loro Statuto, portando i mandati ad almeno due”. “La nostra forza in questi anni? L’unicità di comportamenti, di indirizzo dell’ateneo, all’interno e verso l’esterno. In questo modo siamo cresciuti ed abbiamo potuto svilupparci, facendo nascere facoltà senza fondi del Ministero, come Giurisprudenza ed Ingegneria, – e senza neppure finanziamenti dagli enti locali – perché, senza falsa modestia, abbiamo speso bene i soldi che avevamo. L’unico finanziamento è arrivato per Scienze Motorie, ma non l’abbiamo potuto spendere e siamo ancora in attesa, unica facoltà del nostro ateneo, di una sede e di una soluzione definitiva”. Di chi la colpa?
Il Comune di Napoli
“ostacolo contro
i progetti del 
Parthenope”
“Ad esempio del Comune di Napoli e di altre istituzioni, che dopo trattative di anni ci hanno risposto negativamente. Eravamo in trattativa per realizzare la sede di Scienze Motorie a Bagnoli. Ma il ritardo sui progetti per quell’area ci ha fregato. Ritardi che hanno portato alla nascita di Bagnoli Futura, che avrebbe dovuto operare per la bonifica di quell’area e che alla fine non ci hanno consentito di poter acquisire i terreni della Cimimentubi – che pure erano terreni non soggetti a bonifica, quelli della zona dell’altoforno per intenderci. Ebbene, il Comune ad un certo punto ci ha detto che lì non era possibile. Probabilmente avevano altri progetti. E così è successo anche con l’ex Poligono di Tiro, attiguo al Cus di Napoli. Allora abbiamo fatto un’offerta all’Agenzia del Demanio, per l’ex Ospedale Militare – tra i quartieri Spagnoli e il Corso Vittorio Emanuele – e per le palazzine rosso pompeiane ex della Marina nel Porto di Napoli (antistanti i giardinetti della Canottieri Napoli, di fronte la sede centrale dell’ateneo in via Acton). Il fatto strano è che pur essendo beni demaniali, cioè dello Stato, è il Comune che ne decide la destinazione d’uso. Ma a che titolo?”. “Ebbene, il Parthenope ha deciso di proporre l’acquisto anche a titolo oneroso. Se questi beni dovessero essere destinati ad altra funzione, a struttura pubblica o privata, ad esempio a titolo gratuito, non ci resterà che adire le vie legali”. Così dovranno spiegare per quali motivi ad altri sì, anche a titolo gratuito, ed all’ateneo, che vuole anche pagare per avere quegli spazi, per un uso istituzionale, ci si contrappone.
“Strategia, edifici e
politica aziendale”
Il professore ci ricorda che la cattedra di cui è titolare, professore ordinario, si chiama “Strategia e Politica Aziendale”, che è proprio quello che ha fatto in questi anni di rettorato. “Strategia di crescita, potenziamento, progetti di lungo corso, che hanno portato ad una sistemazione edilizia per il futuro per quasi tutte le facoltà: via Medina consolidata da tempo, per i Corsi di Economia ed Ingegneria, al centro della città, a Piazza Municipio; l’edificio al Centro Direzionale per ottobre, con il nuovo anno accademico, per Ingegneria e Scienze Motorie; fra due anni il palazzo ex Telecom, sempre al centro, a Monte di Dio; l’ex Tribunale di Nola, ovvero Palazzo Orsini e l’ex Palazzo del Fascio, per Giurisprudenza”. “Le strutture fisiche sono state, insomma, i nostri punti di forza. Completate queste opere, per qualche anno potremo godere di una certa tranquillità”. “Per questo motivo mi candido: per consolidare e sviluppare. Perché poi, al di là della durata o meno di un mandato, è comunque il corpo elettorale che elegge il rettore. E lo fa in base ai risultati”. “Ed io mi sto recando, facoltà per facoltà, ad illustrare il programma, le cose realizzate e raccogliere pareri, richieste, specificità e fare il punto sui progetti in via di realizzazione”. “Con umiltà mi sto recando in tutte le facoltà ad ascoltare ed a chiedere il voto”.
“Quantità e
qualità”
A proposito di voti, lei è candidato al Parlamento, con la seria possibilità di essere eletto, in quota Udeur-Prodi, nella lista dell’Ulivo. Se eletto, sarà incompatibile con la carica del Rettore. Ferrara va cauto: “piano. Una cosa alla volta. Il 28 marzo si vota per il rettore e per il Parlamento poi si vedrà. Intanto sono decimo in lista, al limite dell’elezione, in una zona a rischio incertezza. Una candidatura che mi è caduta addosso all’ultimo momento, per la rinuncia dell’ex giudice costituzionale Capotosti”. Un sacrificio insomma. “Mi volevano capolista Udeur a Napoli, un’elezione praticamente certa, ma avevo rifiutato, proprio per concentrarmi esclusivamente sul Rettorato”. Questa candidatura, per ora, non l’ha ancora metabolizzata. Le cose da fare: “l’Università Parthenope, in questi anni, ha svolto soprattutto, ma non solo, una strategia dimensionale, di tipo quantitativo. Stiamo passando ora ad un livello, invece, qualitativo; che è cosa egualmente complicata”. Fermo restando che “ci sono facoltà, come Giurisprudenza, Ingegneria, Scienze, ed anche la stessa Economia, che possono ulteriormente crescere e consolidarsi”.
Saldo patrimoniale
positivo
Fra i maggiori risultati vantati dalla gestione Ferrara, il rettore parla della crescita del valore degli immobili acquistati, immobili di pregio come quello di via Petrarca o di via Monte di Dio, o lo stesso Centro Direzionale. “Con un saldo patrimoniale elevato per l’ateneo. In pratica, valutando questi beni a costo storico, dovremmo procedere ad una rivalutazione notevole di tutti i beni: se fossimo un’azienda privata, dovremmo procedere ad un aumento di capitale”. In queste ultime settimane il rettore sta incontrando tutte le facoltà. “Ho già incontrato Giurisprudenza a Nola, Economia, Ingegneria e Scienze Motorie, fra qualche giorno Scienze Ambientali”, con le quali sta facendo il punto su situazioni specifiche, problemi strutturali, sedi, laboratori, risorse umane. Fra le proposte pervenutegli: “la modifica di qualche Corso di Laurea, per rispondere meglio alle mutate esigenze del mondo del lavoro”. Incontri anche con gli studenti: “che sono e restano la mia assoluta priorità”, afferma. Anche qui richieste precise: “un miglior utilizzo della laurea in Scienze Motorie, da Scienze Nautiche stage per diventare Ufficiali di Coperta, maggiori prospettive per il mondo del lavoro da Scienze Ambientali (che però necessita di passaggi ministeriali per equipollenza ed abilitazione ad alcune figure professionali)”. “Però nessuno ha mai messo in discussione la qualità della formazione scientifica impartita dal nostro ateneo”. Altri incontri importanti a metà marzo, in Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, stavolta per chiamate di concorso. Per il resto, il candidato corre da un appuntamento ad un altro, “è sempre una campagna elettorale”, dichiara e ci saluta.
Paolo Iannotti
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