“Ragazzo mio, hai perso un treno importante”. Il prof. Luigi Verolino, docente responsabile per l’orientamento a Ingegneria, non usa mezzi termini. L’aspirante matricola che gli sta seduta di fronte nell’ufficio orientamento deve sapere bene cosa ha trascurato scegliendo di non svolgere la prova di autovalutazione. “Vi iscriviamo tutti – dice Verolino -ma dobbiamo farvi capire che avete perso un’occasione d’oro per voi”. Giuseppe, diplomato presso un istituto tecnico di Caivano, resta un po’ spiazzato. Lui è uno di quelli che durante l’estate non ha pensato di correre all’università a preiscriversi per sostenere la prova del primo settembre, e che vogliono ugualmente iscriversi a Ingegneria. “Io non voglio scoraggiarti, ma sappi che da noi si immatricolano 3000 persone all’anno e di queste solo 1000 si laureano. In particolare le statistiche ci dicono che a laurearsi sono i primi 1000 della graduatoria formulata sui risultati del test di autovalutazione. Chi sostiene la prova e arriva duemilaottocentesimo farebbe bene a pensarci su prima di iscriversi”. Giuseppe tenta debolmente di sollevare un’obiezione: “professore, non è mica detto…”. Ma Verolino rincara la dose: “i due terzi degli iscritti abbandonano la nostra facoltà…”. “Sì, ma non è detto che si tratti necessariamente di quelli che sono andati male ai test…”. “Le statistiche non parlano di me o di te, ma indicano dei flussi. Se fatte bene, sono lo specchio della realtà e ci consentono di fare anche delle previsioni!”. La tendenza a Ingegneria è quella del grande abbandono perché Ingegneria è “una fabbrica di studio”, come la definisce il prof. Verolino. “Ci serve gente rapida, veloce e ‘scetata’. Gente che studia. Voi non dovete preoccuparvi di niente, all’organizzazione pensiamo noi. Voi dovete solo studiare. E non è facile, sapete? A diciott’anni volete correre dietro alle ragazze, ma Ingegneria è una specie di convento laico, sappiate pure questo”. “Va bè, professore, io sono già fidanzato…”, prova ancora a ribattere Giuseppe. “Io non parlo di te o di me, parlo di tendenze!”.







