Ancora pareri flash sui vantaggi e gli svantaggi dell’iscrizione alla facoltà di Giurisprudenza della Federico II. Questa volta abbiamo sentito cosa ne pensano i professori Mario Rusciano (I cattedra Diritto del lavoro) e Carla Masi (V cattedra Storia del diritto romano) ed il rappresentante degli studenti Salvatore Iavarone.
G PERCHE’ SI
Prof. Rusciano. “Devono iscriversi a Giurisprudenza gli studenti portati alle scienze sociali ed allo studio delle regole. Negli anni passati questa era una scelta di ripiego, più che altro, ora meno. A Giurisprudenza si fornisce un servizio completo a livello di preparazione ed esperienza, il nostro studente sotto il profilo dei metodi è più completo di altri provenienti da altre facoltà. Qui ha la possibilità di dotarsi di un bagaglio culturale a tutto campo; speriamo che la riforma non prospetti problemi nella distribuzione delle materie e dei contenuti, in omaggio all’adeguamento con altri ordinamenti che non hanno una concezione ed una tradizione giuridica come la nostra…”.
Prof.ssa Masi. “Giurisprudenza dà una apertura al mondo del lavoro molto ampia, che va oltre le professioni legali tradizionali. Penso soprattutto ai nuovi profili nel mondo delle imprese e delle relazioni internazionali. Poi la nostra facoltà si è presentata con profili di eccellenza ovunque, a dimostrazione della buona preparazione di base dei nostri laureati. Gli studenti devono attrezzarsi con le lingue e conoscere l’informatica, per accedere alle banche dati che ormai sono tutte in rete. Solo così potremo, anche in futuro, continuare a sfornare validi giuristi”.
Salvatore Iavarone. “Perché la nostra è una laurea che permette di accedere ad un’ampia rosa di lavori, ma la scelta della facoltà deve necessariamente essere motivata da un forte interesse personale per le materie giuridiche. Il nostro Ateneo e la nostra Facoltà sono tra i più importanti e conosciuti, con una storia da invidiare, ed un corpo docente tra i più noti e qualificati nel campo giuridico nazionale ed internazionale (basta ricordare i tanti docenti di questa facoltà che hanno incarichi politici e giuridici di livello nazionale o europeo) e tutto questo non può che dare dei benefici a chi studia qui ed un maggior valore a chi riesce poi a laurearsi. E’ anche vero che la nostra facoltà sta migliorando dal punto di vista delle infrastrutture e dei servizi offerti agli studenti, anche se le nostre richieste per continui miglioramenti non cesseranno certamente qui”.
Prof.ssa Masi. “Giurisprudenza dà una apertura al mondo del lavoro molto ampia, che va oltre le professioni legali tradizionali. Penso soprattutto ai nuovi profili nel mondo delle imprese e delle relazioni internazionali. Poi la nostra facoltà si è presentata con profili di eccellenza ovunque, a dimostrazione della buona preparazione di base dei nostri laureati. Gli studenti devono attrezzarsi con le lingue e conoscere l’informatica, per accedere alle banche dati che ormai sono tutte in rete. Solo così potremo, anche in futuro, continuare a sfornare validi giuristi”.
Salvatore Iavarone. “Perché la nostra è una laurea che permette di accedere ad un’ampia rosa di lavori, ma la scelta della facoltà deve necessariamente essere motivata da un forte interesse personale per le materie giuridiche. Il nostro Ateneo e la nostra Facoltà sono tra i più importanti e conosciuti, con una storia da invidiare, ed un corpo docente tra i più noti e qualificati nel campo giuridico nazionale ed internazionale (basta ricordare i tanti docenti di questa facoltà che hanno incarichi politici e giuridici di livello nazionale o europeo) e tutto questo non può che dare dei benefici a chi studia qui ed un maggior valore a chi riesce poi a laurearsi. E’ anche vero che la nostra facoltà sta migliorando dal punto di vista delle infrastrutture e dei servizi offerti agli studenti, anche se le nostre richieste per continui miglioramenti non cesseranno certamente qui”.
H PERCHE’ NO
Prof. Rusciano. “Svantaggi veri e propri non ne vedo. Dico di stare attenti alla scelta solo a chi non mostra di avere particolare propensione e maturità per lo studio di materie del sociale. L’Università in generale, e la nostra facoltà non fa eccezione, è intesa da noi come un centro di responsabilizzazione dello studente. Qui non è come all’estero, dove c’è prima una ‘scuola terziaria’ poi l’Università vera e propria, qui si entra subito nel vivo, e l’impegno richiesto è considerevole”.
Prof. ssa Masi. “Spesso Giurisprudenza è facoltà di seconda scelta, così gli studenti non presentano capacità di adattamento e finiscono a studiare le materie con metodologie mnemoniche e non critiche. Questa è una scelta da fare per passione, altrimenti si rischia solo un grande sovraffollamento, come già c’è. Quando parlo con colleghi europei loro rabbrividiscono pensando ai numeri da capogiro dei nostri iscritti, già l’attuazione del secondo corso di laurea ha fatto molto. In definitiva, credo che anche la riforma del 3+2 si addica proprio a quegli studenti che non hanno intenzione di approfondire più di tanto i loro studi, ci pensino, i ragazzi”.
Salvatore Iavarone. “Perché molti trovano nella Facoltà di Giurisprudenza l’ultima ‘spiaggia’ dopo aver sperimentato i limiti imposti da Facoltà a numero chiuso o semplicemente per non aver ancora scelto la facoltà. Se la scelta è dettata da indecisione e non da reale interesse per le materie giuridiche, allora è una scelta sbagliata, più di venti esami non si superano in questo modo. Ed è vero anche che la nostra Facoltà è una delle meno vivibili con i suoi ventisettemila studenti e per questo con i suoi immaginabili disagi. Anno dopo anno tutto diventa più difficile e solo i ‘migliori’ riescono ad affermarsi; la media degli anni per laurearsi aumenta continuamente, ed aumentano di continuo anche gli esami e i programmi. Eppure, sulla carta, il corso dovrebbe durare sempre quattro anni…”.
Mar.Mer.
Prof. ssa Masi. “Spesso Giurisprudenza è facoltà di seconda scelta, così gli studenti non presentano capacità di adattamento e finiscono a studiare le materie con metodologie mnemoniche e non critiche. Questa è una scelta da fare per passione, altrimenti si rischia solo un grande sovraffollamento, come già c’è. Quando parlo con colleghi europei loro rabbrividiscono pensando ai numeri da capogiro dei nostri iscritti, già l’attuazione del secondo corso di laurea ha fatto molto. In definitiva, credo che anche la riforma del 3+2 si addica proprio a quegli studenti che non hanno intenzione di approfondire più di tanto i loro studi, ci pensino, i ragazzi”.
Salvatore Iavarone. “Perché molti trovano nella Facoltà di Giurisprudenza l’ultima ‘spiaggia’ dopo aver sperimentato i limiti imposti da Facoltà a numero chiuso o semplicemente per non aver ancora scelto la facoltà. Se la scelta è dettata da indecisione e non da reale interesse per le materie giuridiche, allora è una scelta sbagliata, più di venti esami non si superano in questo modo. Ed è vero anche che la nostra Facoltà è una delle meno vivibili con i suoi ventisettemila studenti e per questo con i suoi immaginabili disagi. Anno dopo anno tutto diventa più difficile e solo i ‘migliori’ riescono ad affermarsi; la media degli anni per laurearsi aumenta continuamente, ed aumentano di continuo anche gli esami e i programmi. Eppure, sulla carta, il corso dovrebbe durare sempre quattro anni…”.
Mar.Mer.