Portano allegria. Bianchi o colorati, gusto classico o declinato in tante originali versioni, forma a mandorla o a cuore. Golosissimi. Immancabili nelle feste che celebrano i momenti clou della vita. Simbolo di prosperità e fortuna, i confetti hanno in Italia importanti centri di produzione. A raccontare i segreti dell’industria confettiera made in Napoli, Dario e Salvatore Prisco della Italiana Confetti s.r.l. a cui è associato il noto brand Confetti Maxtris. La testimonianza aziendale si è tenuta il 15 novembre presso la sede del Dipartimento di Economia a Capua. Incontro promosso dal prof. Vincenzo Maggioni per gli studenti delle cattedre di Analisi strategiche, Family Business e Storia dell’Impresa. Presente il Prorettore Vicario Gianfranco Nicoletti, che ha presidiato attivamente il consesso.
Si inizia con un video di presentazione dell’azienda che, racconta Salvatore Prisco, “dispone dei tradizionali impianti per la confettatura ‘Ipial’. Si tratta di sistemi costruiti ad hoc che permettono una temperatura ed un livello di umidità costantemente controllate – parametri indispensabili per la buona riuscita della produzione, essendo il confetto un prodotto mediamente deperibile –, una colorazione perfetta del prodotto ed un sottile strato di zucchero”. Indispensabile, oltre al dispositivo tecnico, è naturalmente anche la figura del maestro confettiere, “che rivela l’aspetto più importante, quello artigianale, della nostra impresa”. L’illustrazione dello stabilimento produttivo, delle strategie di marketing e degli obiettivi futuri vengono poi affidate a Dario Prisco, dirigente dell’azienda insieme al fratello Nicola. “La nostra azienda, che conta circa 60 dipendenti e 40 agenti in Italia, può orgogliosamente testimoniare una crescita continua, nonostante la crisi degli ultimi anni. Questo deve essere un vero e proprio spunto per voi, per migliorarvi sempre, senza dover pensare a soluzioni estere di emigrazione. Nel nostro territorio, che sia il casertano o il napoletano, si può fare ancora molto, tanto. È proprio questo l’obiettivo che mi sono proposto oggi: infondervi ottimismo, fiducia in primis in voi stessi e poi nel territorio. Voi siete il futuro dell’economia e del management aziendale italiano, dovete essere la speranza, dovete rappresentare la voglia di non demordere
mai, nonostante le avversità che potreste incontrare sul vostro cammino”.
Si inizia con un video di presentazione dell’azienda che, racconta Salvatore Prisco, “dispone dei tradizionali impianti per la confettatura ‘Ipial’. Si tratta di sistemi costruiti ad hoc che permettono una temperatura ed un livello di umidità costantemente controllate – parametri indispensabili per la buona riuscita della produzione, essendo il confetto un prodotto mediamente deperibile –, una colorazione perfetta del prodotto ed un sottile strato di zucchero”. Indispensabile, oltre al dispositivo tecnico, è naturalmente anche la figura del maestro confettiere, “che rivela l’aspetto più importante, quello artigianale, della nostra impresa”. L’illustrazione dello stabilimento produttivo, delle strategie di marketing e degli obiettivi futuri vengono poi affidate a Dario Prisco, dirigente dell’azienda insieme al fratello Nicola. “La nostra azienda, che conta circa 60 dipendenti e 40 agenti in Italia, può orgogliosamente testimoniare una crescita continua, nonostante la crisi degli ultimi anni. Questo deve essere un vero e proprio spunto per voi, per migliorarvi sempre, senza dover pensare a soluzioni estere di emigrazione. Nel nostro territorio, che sia il casertano o il napoletano, si può fare ancora molto, tanto. È proprio questo l’obiettivo che mi sono proposto oggi: infondervi ottimismo, fiducia in primis in voi stessi e poi nel territorio. Voi siete il futuro dell’economia e del management aziendale italiano, dovete essere la speranza, dovete rappresentare la voglia di non demordere
mai, nonostante le avversità che potreste incontrare sul vostro cammino”.
Ottimismo e volontà
Dal pubblico arriva opportuna la domanda di uno studente: quali sono le caratteristiche che un giovane deve avere per entrare a far parte di un’azienda come l’Italiana Confetti? “Ottimismo, entusiasmo, voglia di fare – risponde Dario Prisco – essere disposti al sacrificio, far valere le proprie idee, portare all’interno della nostra azienda, insomma, quel valore aggiunto, mdi cui non potremo mai più fare a meno”. Dopo questa parentesi, continua poi l’illustrazione dell’azienda: “ll nostro mercato attuale vede un 70% proveniente dal canale tradizionale, seguono un 12% estero, un 8% di GDO ed un 10% di private label. L’altissima qualità dei nostri prodotti ha consentito l’affermarsi del nostro brand anche all’estero, e ciò è dovuto alla decisione di mantenere, seppure con un prezzo di mercato leggermente superiore alla concorrenza, sicuramente un prodotto qualitativamente elevato, non perdendo così la nostra leadership nel settore confettiero: tutti i confetti seguono le nostre pluriennali ricette, così come gli aromi sono rigorosamente naturali e controllati. Siamo una realtà innovativa anche dal punto di vista energetico: grazie agli impianti fotovoltaici installati, riusciamo a coprire fino al 50% del fabbisogno energetico aziendale, così da consentire una riduzione considerevole sull’impatto ambientale”. Infine, viene posto l’accento sulle strategie di marketing e gli obiettivi futuri. “Le nostre strategie di marketing partono innanzitutto con Enzo Miccio, ingaggiato dall’azienda circa quattro anni fa. Il primo step è stato quello di acquisire un brand, il noto Maxtris, e abbiamo cercato di sponsorizzarlo quanto più possibile. Diversi sono i canali su cui ci muoviamo: emittenti televisive e radio locali e nazionali. Ulteriore operazione di marketing è stata quella di aprire a Napoli, cinque anni fa, il primo store monomarca Maxtris in Via Calabritto 16. Si tratta di un vero e proprio concentrato di sperimentazione, a partire dalla possibilità di degustazione, sino ad arrivare alla ‘libreria’ di confetti, dalla quale è possibile vedere e scegliere fra la cospicua scelta messa a disposizione”. Un’azienda dinamica prova a 360 gradi tutte le strade utili al mantenimento del proprio primato sul mercato: “In questa prospettiva il futuro assume una veste ancora più importante: quello di oggi è un mondo veloce, in continua e rapida evoluzione. Un professionista, per affermarsi, deve vivere in sostanza questo giorno pensando a domani, ma anche a dopodomani, e se riesce anche a cosa potrebbe accadere la prossima settimana”. Gli obiettivi prefissati per il futuro: “arrivare all’automazione completa
dell’azienda, o quasi; raddoppiare la produzione quanto più possibile, almeno al 40%; portare il nostro marchio Made in Italy fuori dal contesto italiano; integrare sempre più i sistemi informativi, che costituiscono una parte importantissima della nostra azienda. Infine, ci auguriamo l’apertura di ulteriori Store monomarca Maxtris”.
Il confetto come snack
Poi inizia un intenso dibattito con l’uditorio. Rompe il ghiaccio dell’emozione il Prorettore Nicoletti (il quale strappa anche la promessa di possibilità di stage in azienda per gli studenti). “Nell’immaginario collettivo, la parola confetto
rimanda alla località di Sulmona. Lei cosa ne pensa?”. Inoltre, “ho notato che i confetti da voi prodotti sono particolarmente morbidi rispetto a quelli di una volta. Da cosa dipende questa evoluzione?”. “Sicuramente molti di noi conoscono il confetto di Sulmona. Città dell’Abruzzo storicamente associata a questa produzione. Oggi, però, non detiene più il primato, in quanto ha una ristretta produzione a costi davvero elevati. Capita, in circostanze come queste, che sia venuta a mancare la figura del management e quella del maestro confettiere, che, come ricordiamo, sono indispensabili per il buon funzionamento dell’azienda”. La tenerezza del confetto “è associabile
all’aggiunta di uno strato di cioccolato che avvolge la mandorla, e al conseguente assottigliamento dello strato di zucchero. Scelta attuata in virtù di un ulteriore nostro obiettivo aziendale: sdoganare il confetto dal suo classico utilizzo legato ad eventi straordinari, in funzione di augurio, facendolo diventare, in chiave moderna, un vero e proprio snack. Non a caso la numerosa varietà di gusti, oltre 650 prodotti. Il prodotto si è evoluto anche nel senso di vicinanza al consumatore: ad esempio, abbiamo ideato confetti senza lattosio, ideati con latte di soia”. “Quale politiche di marketing avete attuato per esportare il vostro prodotto italiano all’estero?”. “L’estero riconosce l’importanza del Made in Italy, l’artigianalità e lo valorizza. Ciò nonostante ci troviamo dinanzi al problema dello stereotipo del vecchio confetto, con uno strato doppio di zucchero, circa l’85- 90%, e la mandorla. L’alternativa
che abbiamo utilizzato per far cadere questo vecchio cliché è l’assaggio, far provare quanto più possibile l’alternativa che ha avuto una forte accelerata nel nostro paese. Chiaramente ci sono poi le attività di marketing e branding costruite ad hoc per ciascun paese estero”. “Quali canali di sponsor preferite?”. “Ci muoviamo sicuramente a 360 gradi: dalle televisioni alle riviste, dalle radio ai quotidiani, bisogna investire in tutto ciò che è comunicazione”. “Esiste un segmento, o più segmenti, dove detenete una vera e propria leadership?”. “Senza dubbio il mercato del wedding, in cui deteniamo una quota importantissima. Oggi, a detta di molti, siamo leader in questo settore. Crediamo molto anche nella GDO”. “Ha affermato di auspicare in un ampliamento del consumatore finale, senza restare fermi a detenere il primato nel settore del wedding, facendo diventare così il confetto un prodotto di utilizzo quotidiano. Allora come mai la scelta di un wedding planner come principale testimonial?”. “Sperare in un ampliamento futuro non necessariamente vuol dire abolire quello precedente. Vogliamo comunque che l’azienda rimanga leader nel wedding, di cui Enzo Miccio è la figura principale, associata all’ambito di tali eventi. In seguito potremmo valutare un ulteriore personaggio utile a sdoganare il prodotto in altri settori”.
Innovazione e qualità
“Fra gli obiettivi futuri vi è quello di raggiungere l’automazione aziendale. Data l’artigianalità della produzione confettiera, come pensate di ovviare a questa situazione?”. “Abbiamo automatizzato ciò che potevamo, ma poi, come è evidente nel video di presentazione, abbiamo ancora le bastine di rame che si utilizzavano agli inizi del Novecento. Parliamo di automazione nel processo di carico e scarico, ma non in sostituzione alla figura umana, importantissima per l’ambito confettiero. Sono solito dire che chiunque gestisce una fabbrica di confetti non può assolutamente definirsi industriale, ma artigiano”. “Come gestite la convivenza di due generazioni vicine e, in
futuro, l’inevitabile ricambio generazionale?”. “Dati significativi dimostrano che il più elevato tasso di mortalità aziendale sia costituito proprio dal ricambio generazionale. Credo però che alla base di tutto ci debba essere l’intelligenza di canalizzare un giovane verso gli impegni più importanti. Si inizia affidandogli piccoli ruoli, così da plasmarlo, fino a farlo arrivare a quello di dirigente. Deve essere una vera e propria evoluzione formativa”. “Qual è lo scopo dell’apertura dello store monomarca Maxtris?”. “Innanzitutto per branding. Ma in realtà è stato un esperimento, in quanto abbiamo anche clienti sul territorio. Per questo la scelta del luogo riservato, una strada dove poter attuare la nostra sperimentazione dando meno fastidio possibile ai nostri rivenditori”. “Perché, secondo lei, così come ha affermato, la sua azienda non ha subìto la crisi?”. “L’Italiana Confetti ha creduto nel futuro e cercato di investire sul proprio prodotto. Dinanzi ad una crisi come quella attraversata si può agire in due modi: investendo o chiudendosi a riccio, ponendosi sulla difensiva. Noi abbiamo intrapreso la prima strada, e della scelta è stata premiata la dinamicità, l’innovazione”. “Parliamo di difesa della leadership: se dovesse entrare nel settore
una nuova azienda, come vi difendereste?”. “Credo fermamente che gli utili delle aziende vadano sempre lasciati nelle aziende. Inoltre, bisogna sempre avere le risorse necessarie per essere competitivi, per stare un passo avanti agli altri. Correre, correre, correre sempre, per tenersi al passo con la concorrenza”. “Come spiegate l’escalation di questi anni che vi ha condotto poi a detenere questo primato?”. “A darci la possibilità di entrare nel mondo dell’industria confettiera e affermarci oltre la qualità è stata l’innovazione. Abbiamo, dunque, messo insieme innovazione e qualità che ci hanno condotto ad una crescita esponenziale. Non è stata una questione di tempo, ma di binomio di qualità ed innovazione”.
Maria Teresa Perrotta
Dal pubblico arriva opportuna la domanda di uno studente: quali sono le caratteristiche che un giovane deve avere per entrare a far parte di un’azienda come l’Italiana Confetti? “Ottimismo, entusiasmo, voglia di fare – risponde Dario Prisco – essere disposti al sacrificio, far valere le proprie idee, portare all’interno della nostra azienda, insomma, quel valore aggiunto, mdi cui non potremo mai più fare a meno”. Dopo questa parentesi, continua poi l’illustrazione dell’azienda: “ll nostro mercato attuale vede un 70% proveniente dal canale tradizionale, seguono un 12% estero, un 8% di GDO ed un 10% di private label. L’altissima qualità dei nostri prodotti ha consentito l’affermarsi del nostro brand anche all’estero, e ciò è dovuto alla decisione di mantenere, seppure con un prezzo di mercato leggermente superiore alla concorrenza, sicuramente un prodotto qualitativamente elevato, non perdendo così la nostra leadership nel settore confettiero: tutti i confetti seguono le nostre pluriennali ricette, così come gli aromi sono rigorosamente naturali e controllati. Siamo una realtà innovativa anche dal punto di vista energetico: grazie agli impianti fotovoltaici installati, riusciamo a coprire fino al 50% del fabbisogno energetico aziendale, così da consentire una riduzione considerevole sull’impatto ambientale”. Infine, viene posto l’accento sulle strategie di marketing e gli obiettivi futuri. “Le nostre strategie di marketing partono innanzitutto con Enzo Miccio, ingaggiato dall’azienda circa quattro anni fa. Il primo step è stato quello di acquisire un brand, il noto Maxtris, e abbiamo cercato di sponsorizzarlo quanto più possibile. Diversi sono i canali su cui ci muoviamo: emittenti televisive e radio locali e nazionali. Ulteriore operazione di marketing è stata quella di aprire a Napoli, cinque anni fa, il primo store monomarca Maxtris in Via Calabritto 16. Si tratta di un vero e proprio concentrato di sperimentazione, a partire dalla possibilità di degustazione, sino ad arrivare alla ‘libreria’ di confetti, dalla quale è possibile vedere e scegliere fra la cospicua scelta messa a disposizione”. Un’azienda dinamica prova a 360 gradi tutte le strade utili al mantenimento del proprio primato sul mercato: “In questa prospettiva il futuro assume una veste ancora più importante: quello di oggi è un mondo veloce, in continua e rapida evoluzione. Un professionista, per affermarsi, deve vivere in sostanza questo giorno pensando a domani, ma anche a dopodomani, e se riesce anche a cosa potrebbe accadere la prossima settimana”. Gli obiettivi prefissati per il futuro: “arrivare all’automazione completa
dell’azienda, o quasi; raddoppiare la produzione quanto più possibile, almeno al 40%; portare il nostro marchio Made in Italy fuori dal contesto italiano; integrare sempre più i sistemi informativi, che costituiscono una parte importantissima della nostra azienda. Infine, ci auguriamo l’apertura di ulteriori Store monomarca Maxtris”.
Il confetto come snack
Poi inizia un intenso dibattito con l’uditorio. Rompe il ghiaccio dell’emozione il Prorettore Nicoletti (il quale strappa anche la promessa di possibilità di stage in azienda per gli studenti). “Nell’immaginario collettivo, la parola confetto
rimanda alla località di Sulmona. Lei cosa ne pensa?”. Inoltre, “ho notato che i confetti da voi prodotti sono particolarmente morbidi rispetto a quelli di una volta. Da cosa dipende questa evoluzione?”. “Sicuramente molti di noi conoscono il confetto di Sulmona. Città dell’Abruzzo storicamente associata a questa produzione. Oggi, però, non detiene più il primato, in quanto ha una ristretta produzione a costi davvero elevati. Capita, in circostanze come queste, che sia venuta a mancare la figura del management e quella del maestro confettiere, che, come ricordiamo, sono indispensabili per il buon funzionamento dell’azienda”. La tenerezza del confetto “è associabile
all’aggiunta di uno strato di cioccolato che avvolge la mandorla, e al conseguente assottigliamento dello strato di zucchero. Scelta attuata in virtù di un ulteriore nostro obiettivo aziendale: sdoganare il confetto dal suo classico utilizzo legato ad eventi straordinari, in funzione di augurio, facendolo diventare, in chiave moderna, un vero e proprio snack. Non a caso la numerosa varietà di gusti, oltre 650 prodotti. Il prodotto si è evoluto anche nel senso di vicinanza al consumatore: ad esempio, abbiamo ideato confetti senza lattosio, ideati con latte di soia”. “Quale politiche di marketing avete attuato per esportare il vostro prodotto italiano all’estero?”. “L’estero riconosce l’importanza del Made in Italy, l’artigianalità e lo valorizza. Ciò nonostante ci troviamo dinanzi al problema dello stereotipo del vecchio confetto, con uno strato doppio di zucchero, circa l’85- 90%, e la mandorla. L’alternativa
che abbiamo utilizzato per far cadere questo vecchio cliché è l’assaggio, far provare quanto più possibile l’alternativa che ha avuto una forte accelerata nel nostro paese. Chiaramente ci sono poi le attività di marketing e branding costruite ad hoc per ciascun paese estero”. “Quali canali di sponsor preferite?”. “Ci muoviamo sicuramente a 360 gradi: dalle televisioni alle riviste, dalle radio ai quotidiani, bisogna investire in tutto ciò che è comunicazione”. “Esiste un segmento, o più segmenti, dove detenete una vera e propria leadership?”. “Senza dubbio il mercato del wedding, in cui deteniamo una quota importantissima. Oggi, a detta di molti, siamo leader in questo settore. Crediamo molto anche nella GDO”. “Ha affermato di auspicare in un ampliamento del consumatore finale, senza restare fermi a detenere il primato nel settore del wedding, facendo diventare così il confetto un prodotto di utilizzo quotidiano. Allora come mai la scelta di un wedding planner come principale testimonial?”. “Sperare in un ampliamento futuro non necessariamente vuol dire abolire quello precedente. Vogliamo comunque che l’azienda rimanga leader nel wedding, di cui Enzo Miccio è la figura principale, associata all’ambito di tali eventi. In seguito potremmo valutare un ulteriore personaggio utile a sdoganare il prodotto in altri settori”.
Innovazione e qualità
“Fra gli obiettivi futuri vi è quello di raggiungere l’automazione aziendale. Data l’artigianalità della produzione confettiera, come pensate di ovviare a questa situazione?”. “Abbiamo automatizzato ciò che potevamo, ma poi, come è evidente nel video di presentazione, abbiamo ancora le bastine di rame che si utilizzavano agli inizi del Novecento. Parliamo di automazione nel processo di carico e scarico, ma non in sostituzione alla figura umana, importantissima per l’ambito confettiero. Sono solito dire che chiunque gestisce una fabbrica di confetti non può assolutamente definirsi industriale, ma artigiano”. “Come gestite la convivenza di due generazioni vicine e, in
futuro, l’inevitabile ricambio generazionale?”. “Dati significativi dimostrano che il più elevato tasso di mortalità aziendale sia costituito proprio dal ricambio generazionale. Credo però che alla base di tutto ci debba essere l’intelligenza di canalizzare un giovane verso gli impegni più importanti. Si inizia affidandogli piccoli ruoli, così da plasmarlo, fino a farlo arrivare a quello di dirigente. Deve essere una vera e propria evoluzione formativa”. “Qual è lo scopo dell’apertura dello store monomarca Maxtris?”. “Innanzitutto per branding. Ma in realtà è stato un esperimento, in quanto abbiamo anche clienti sul territorio. Per questo la scelta del luogo riservato, una strada dove poter attuare la nostra sperimentazione dando meno fastidio possibile ai nostri rivenditori”. “Perché, secondo lei, così come ha affermato, la sua azienda non ha subìto la crisi?”. “L’Italiana Confetti ha creduto nel futuro e cercato di investire sul proprio prodotto. Dinanzi ad una crisi come quella attraversata si può agire in due modi: investendo o chiudendosi a riccio, ponendosi sulla difensiva. Noi abbiamo intrapreso la prima strada, e della scelta è stata premiata la dinamicità, l’innovazione”. “Parliamo di difesa della leadership: se dovesse entrare nel settore
una nuova azienda, come vi difendereste?”. “Credo fermamente che gli utili delle aziende vadano sempre lasciati nelle aziende. Inoltre, bisogna sempre avere le risorse necessarie per essere competitivi, per stare un passo avanti agli altri. Correre, correre, correre sempre, per tenersi al passo con la concorrenza”. “Come spiegate l’escalation di questi anni che vi ha condotto poi a detenere questo primato?”. “A darci la possibilità di entrare nel mondo dell’industria confettiera e affermarci oltre la qualità è stata l’innovazione. Abbiamo, dunque, messo insieme innovazione e qualità che ci hanno condotto ad una crescita esponenziale. Non è stata una questione di tempo, ma di binomio di qualità ed innovazione”.
Maria Teresa Perrotta