L’incontro con le realtà urbane contemporanee è il motivo conduttore del seminario organizzato dalla prof.ssa Gala Maria Follaco, docente di Lingua e Letteratura Giapponese, per consentire agli studenti di Lingue, Civiltà e Culture orientali di entrare nel vivo della metropoli asiatica. L’appuntamento del 4 maggio è dedicato alla città di Chongqing “scelta tra le tante metropoli in rapida espansione della Cina con più di 30 milioni di abitanti e la prima dell’ovest cinese ad essere diventata una municipalità autonoma sotto il controllo diretto dello Stato”, dice la prof.ssa Giulia Rampolla, docente di Lingua e Letteratura Cinese, in apertura del seminario.
A seguire l’intervento del videomaker Carlo Antonicelli reduce da un’esperienza di viaggio che “ha coinciso con una più larga esplorazione di quattro città cinesi del centro-ovest. Questi che presento sono appunti di viaggio dell’estate del 2013, non certo una ricerca scientifica, piuttosto un resoconto di studi empirici e incontri in una città che è al centro della Cina dal punto di vista geografico, economico, politico, sociale e nello stesso tempo è al centro di una grande concentrazione di risorse, risultato degli ingenti sforzi cinesi”. Se si osserva qualche immagine della città di Chongqing, è possibile constatare come “la competizione urbanistica trainata dal partito comunista abbia fatto sì che le città si assomigliassero un po’ tutte dai tempi in cui il presupposto teorico del socialismo era la corsa impetuosa allo sviluppo. Perciò le città hanno assunto una rappresentazione molto omogenea, modellata intorno alle esigenze della rendita e della speculazione edilizia, e diventa difficile distinguerle l’una dall’altra. Foreste di grattacieli e centri commerciali sono lo skyline sontuoso di tutte le città cinesi a cui si affiancano le grandi infrastrutture”. Oltre all’aspetto urbanistico, “Chongqing è in una fase di espansione interessante dal punto di vista geopolitico e forma insieme alle città di Xian e Chengdu il cosiddetto Triangolo Economico Occidentale, uno dei piani di sviluppo interno cinese che il Partito Comunista produce ogni cinque anni. L’obiettivo è che la Cina possa superare la sua fase di grande ‘fabbrica del mondo’ e diventare un’economia matura, così da far crescere la sua classe media aumentando il potere d’acquisto e la capacità di consumo. D’altronde, la Cina non può più essere considerata un paese emergente e in particolare Chongqing è una megacity, sede delle imprese e banche d’investimento, che rappresenta la chiave di volta della crescita economica prorompente nell’ovest, laddove la zona orientale tra il Guangdong e Shangai ha conosciuto per prima lo sviluppo”. Inoltre, è un’area strategica nei piani di sviluppo interno della Cina poiché “si stanno realizzando progressivamente una serie di infrastrutture ferroviarie, aeree e fluviali, come ad esempio la Diga delle Tre Gole. Per realizzare questo bacino idrico sono stati trasferiti due milioni di persone non solo perché tutta l’area occidentale potesse essere rifornita di energia elettrica ma anche per rendere navigabile il Fiume Azzurro e dunque aumentare il trasporto di merci”. Per quanto riguarda i rapporti con l’Italia, “il Ministro degli Esteri italiano ha affermato di recente che ‘il futuro è la Cina, è dentro la Cina, è Chongqing’, poiché sui 40 miliardi di scambi tra Cina e Italia circa 700 milioni di questi sono avvenuti con Chongqing, dove è stato tra l’altro aperto da pochi mesi un consolato italiano e inaugurata una linea di voli diretti da Roma”.
Conclude il seminario la giovane videomaker cinese Wu Di che ha accompagnato Antonicelli durante il viaggio dall’est all’ovest della Cina. “Tra i posti che abbiamo visitato, Chongqing è quello che ci ha colpito di più. Questa città non è solo una grande metropoli ma ha una storia lunghissima che risale a più di tremila anni fa, al periodo in cui sono stati inventati gli ideogrammi cinesi. Negli ultimi 600 anni, l’hanno attraversata sette ondate di immigrazioni che hanno prodotto delle contaminazioni tra lo stile occidentale e quello orientale, tuttavia la bellezza originaria della città è ancora viva nei quartieri antichi. Quando sono arrivata a Chongqing, ho avuto l’impressione che la città fosse come una foresta pluviale per via dei miliardi di edifici alti che crescono in ogni angolo. Viaggiare a Chongqing non è come visitare una città moderna, ma come esplorare il bosco di una montagna. Infatti, quando sono poi ritornata in Italia, non ho potuto fare a meno di notare la grande differenza urbanistica tra i due paesi e questo mi ha permesso di riconoscere la cultura a cui appartengo”.
Sabrina Sabatino
A seguire l’intervento del videomaker Carlo Antonicelli reduce da un’esperienza di viaggio che “ha coinciso con una più larga esplorazione di quattro città cinesi del centro-ovest. Questi che presento sono appunti di viaggio dell’estate del 2013, non certo una ricerca scientifica, piuttosto un resoconto di studi empirici e incontri in una città che è al centro della Cina dal punto di vista geografico, economico, politico, sociale e nello stesso tempo è al centro di una grande concentrazione di risorse, risultato degli ingenti sforzi cinesi”. Se si osserva qualche immagine della città di Chongqing, è possibile constatare come “la competizione urbanistica trainata dal partito comunista abbia fatto sì che le città si assomigliassero un po’ tutte dai tempi in cui il presupposto teorico del socialismo era la corsa impetuosa allo sviluppo. Perciò le città hanno assunto una rappresentazione molto omogenea, modellata intorno alle esigenze della rendita e della speculazione edilizia, e diventa difficile distinguerle l’una dall’altra. Foreste di grattacieli e centri commerciali sono lo skyline sontuoso di tutte le città cinesi a cui si affiancano le grandi infrastrutture”. Oltre all’aspetto urbanistico, “Chongqing è in una fase di espansione interessante dal punto di vista geopolitico e forma insieme alle città di Xian e Chengdu il cosiddetto Triangolo Economico Occidentale, uno dei piani di sviluppo interno cinese che il Partito Comunista produce ogni cinque anni. L’obiettivo è che la Cina possa superare la sua fase di grande ‘fabbrica del mondo’ e diventare un’economia matura, così da far crescere la sua classe media aumentando il potere d’acquisto e la capacità di consumo. D’altronde, la Cina non può più essere considerata un paese emergente e in particolare Chongqing è una megacity, sede delle imprese e banche d’investimento, che rappresenta la chiave di volta della crescita economica prorompente nell’ovest, laddove la zona orientale tra il Guangdong e Shangai ha conosciuto per prima lo sviluppo”. Inoltre, è un’area strategica nei piani di sviluppo interno della Cina poiché “si stanno realizzando progressivamente una serie di infrastrutture ferroviarie, aeree e fluviali, come ad esempio la Diga delle Tre Gole. Per realizzare questo bacino idrico sono stati trasferiti due milioni di persone non solo perché tutta l’area occidentale potesse essere rifornita di energia elettrica ma anche per rendere navigabile il Fiume Azzurro e dunque aumentare il trasporto di merci”. Per quanto riguarda i rapporti con l’Italia, “il Ministro degli Esteri italiano ha affermato di recente che ‘il futuro è la Cina, è dentro la Cina, è Chongqing’, poiché sui 40 miliardi di scambi tra Cina e Italia circa 700 milioni di questi sono avvenuti con Chongqing, dove è stato tra l’altro aperto da pochi mesi un consolato italiano e inaugurata una linea di voli diretti da Roma”.
Conclude il seminario la giovane videomaker cinese Wu Di che ha accompagnato Antonicelli durante il viaggio dall’est all’ovest della Cina. “Tra i posti che abbiamo visitato, Chongqing è quello che ci ha colpito di più. Questa città non è solo una grande metropoli ma ha una storia lunghissima che risale a più di tremila anni fa, al periodo in cui sono stati inventati gli ideogrammi cinesi. Negli ultimi 600 anni, l’hanno attraversata sette ondate di immigrazioni che hanno prodotto delle contaminazioni tra lo stile occidentale e quello orientale, tuttavia la bellezza originaria della città è ancora viva nei quartieri antichi. Quando sono arrivata a Chongqing, ho avuto l’impressione che la città fosse come una foresta pluviale per via dei miliardi di edifici alti che crescono in ogni angolo. Viaggiare a Chongqing non è come visitare una città moderna, ma come esplorare il bosco di una montagna. Infatti, quando sono poi ritornata in Italia, non ho potuto fare a meno di notare la grande differenza urbanistica tra i due paesi e questo mi ha permesso di riconoscere la cultura a cui appartengo”.
Sabrina Sabatino







