La rabbia di Stefania costretta a pagare per un pelo un anno di tasse

Stefania (“No, il cognome no, devo ancora sostenere un esame, non mi va di espormi in modo così diretto”) è una studentessa di Giurisprudenza a cui è stata negata la possibilità di laurearsi a marzo. L’ultimo esame da sostenere, Diritto dell’Unione Europea (la studentessa preferisce non specificare la propria cattedra di appartenenza), si è rivelato un lungo pit stop. È stata  bocciata e non potrà ripetere la prova nel mese successivo. Risultato: sarà costretta a laurearsi con 4 mesi di ritardo e a pagare in un’unica soluzione l’intero ammontare delle tasse universitarie. “Sono arrabbiatissima – afferma la studentessa – a pochi passi dal traguardo sono stata rispedita nell’inferno degli esami. Ho sostenuto l’esame a gennaio proprio perché volevo dedicarmi, poi, solo alla tesi. Non avrei mai pensato di essere bocciata e di dover rimandare la gioia della laurea”. Stefania è stata invitata a ripresentarsi a marzo, ancora meglio a giugno, secondo il docente. “Mi sento presa in giro – continua – L’esame a marzo è inutile, i termini per presentare la domanda di laurea in segreteria con la documentazione scadono a febbraio. Cosa me ne faccio di questa opportunità? La vera possibilità sarebbe stata poter ripetere la prova a febbraio, in questo modo avrei potuto comunque avviare le pratiche amministrative e sperare di laurearmi”. Purtroppo, sottolinea la studentessa, “a Giurisprudenza questi atteggiamenti sono all’ordine del giorno. Mi sono informata, non esiste alcuna legge che ‘obblighi’ i professori a far ripetere l’esame il mese successivo, almeno a studenti prossimi alla laurea. Non dico che la norma debba essere applicata per tutti gli anni. Però, ad un passo dal traguardo, occorrerebbe essere clementi e consentire di ripetere la prova a distanza ravvicinata”. La ragazza racconta che questo non è stato l’unico intoppo della sua carriera: “Al IV anno mi sono bloccata con Diritto Commerciale, cattedra del prof. Carlo Di Nanni. Il docente non solo vieta di ripetere l’esame nel mese successivo, ma boccia per l’intera sessione. Non c’è possibilità, quindi, di partecipare ad ulteriori appelli. In pratica, solo per questa disciplina, ho perso 6 mesi. Altri professori, invece, fanno ripetere la prova ogni mese. Perché questa differenza? Il conseguimento della laurea non può dipendere dal caso e dalla fortuna di capitare in una cattedra anziché in un’altra”. 
Molto spinoso l’argomento tasse. “Non navigo nell’oro e dover pagare quasi mille euro è dura. Ho chiesto in segreteria la possibilità di dilazionare i pagamenti fino a giugno. Mi è stato risposto che non è possibile perché le rate sono già due, non sono previste agevolazioni per studenti disperati”. In più, Stefania sarà costretta ad un ulteriore esborso: la tassa di laurea “che a marzo non avrei pagato per merito. A giugno, invece, se non sbaglio, mi aspettano altri 200 euro da sborsare”. 
La studentessa però non ci sta. E ha scelto di raccontare la sua storia per “sensibilizzare i professori” con la speranza che qualcosa cambi: “In futuro, almeno per i laureandi, deve essere concessa la possibilità di ripetere la prova ad ogni appello se si è a ridosso della seduta di laurea”. Sulla questione tasse, Stefania ha intenzione di chiedere aiuto al Dipartimento ed ai rappresentanti degli studenti: “Questa ingiustizia colpisce fin troppi di noi. Se siamo un popolo di ‘parcheggiati’, non credo che sia tutta colpa nostra”. 
Susy Lubrano
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