Strepitosa l’affluenza registrata il 9 marzo al Centro Congressi Federico II per la conferenza del professor Franco Salvatore – docente di Biochimica umana e Presidente del Ceinge – sul tema Le cellule staminali: miniere di salute.
Agli incontri sempre molto seguiti del ciclo Come alla Corte di Federico II non era mai capitato che il pubblico intervenisse tanto copiosamente da affollare, oltre al salone principale, altre due sale collegate in videoproiezione all’evento.
Ad attirare il folto e appassionato pubblico, la fama del prof. Salvatore, la notizia che la registrazione dell’intervento sarebbe stata mandata in onda su RaiSat all’interno del programma scientifico Explora, e l’attualità del tema trattato.
La ricerca sulle cellule staminali, infatti, suscita immediatamente un insieme di aspettative e timori: immensa è la speranza che gli scienziati riescano a sfruttare la capacità, che le cellule ancora non differenziate di un embrione, di un feto o di un corpo umano, hanno di moltiplicarsi ripetutamente, per coltivare in vitro tessuti da sostituire a quelli malati; ma al contempo grande è la preoccupazione per le implicazioni solo parzialmente prevedibili che tale ricerca comporta.
Si diffonde nell’immaginario la futuristica opportunità, inseguita dalla scienza, di riattivare un giorno addirittura in loco le staminali in caso di danno o bloccarne la iper-riattivazione in caso di tumore, e prende piede l’utopia di poter all’occorrenza ordinare in futuro ‘parti di ricambio’ del corpo umano create in laboratorio per sostituire quelle danneggiate a causa di incidenti o malattie.
Oggi pelle, mucose, cartilagini, tendini e ossa; domani cuore, nervi e ghiandole endocrine; dopodomani fegato, vescica e altri organi potranno essere coltivati a partire dalle cellule staminali del soggetto malato ed essere reimpiantati senza rischio di rigetto.
I tessuti ricresceranno sotto gli occhi degli scienziati “proprio come le corna di un cervo, le zampe di una lucertola, o la testa di una salamandra”: così il prof. Salvatore esemplifica la straordinaria capacità del corpo umano di rigenerare se stesso. L’idea che gli organi vitali possano rinnovarsi non è, però, di certo una novità del terzo millennio e infatti il professore ricorda che già il fegato di Prometeo ricresceva continuamente garantendo l’immortalità al protagonista del mito.
I progressi della ricerca sulle cellule staminali fanno sembrare praticabile, seppur in un lontano futuro, il sogno di scoprire l’elisir dell’eterna giovinezza. Occorre, però, orientare i successi della sperimentazione verso un uso appropriato alla dignità umana e sorvegliare che essi non vengano utilizzati come strumenti di potere, ma siano posti al servizio dell’uomo, poiché l’applicazione dei risultati della biotecnologia, come di ogni sapere tecnico, se mal impiegati, sono apportatori di distruzione e minaccie per la vita stessa.
“Difendo la ricerca: l’uso della genetica, come quello di qualsiasi scienza, può essere invece discutibile” afferma il prof. Salvatore che ci tiene a sottolineare come ad evitare i danni che può produrre la ricaduta pratica della scienza siano deputate le leggi della politica.
Manuela Pitterà
Agli incontri sempre molto seguiti del ciclo Come alla Corte di Federico II non era mai capitato che il pubblico intervenisse tanto copiosamente da affollare, oltre al salone principale, altre due sale collegate in videoproiezione all’evento.
Ad attirare il folto e appassionato pubblico, la fama del prof. Salvatore, la notizia che la registrazione dell’intervento sarebbe stata mandata in onda su RaiSat all’interno del programma scientifico Explora, e l’attualità del tema trattato.
La ricerca sulle cellule staminali, infatti, suscita immediatamente un insieme di aspettative e timori: immensa è la speranza che gli scienziati riescano a sfruttare la capacità, che le cellule ancora non differenziate di un embrione, di un feto o di un corpo umano, hanno di moltiplicarsi ripetutamente, per coltivare in vitro tessuti da sostituire a quelli malati; ma al contempo grande è la preoccupazione per le implicazioni solo parzialmente prevedibili che tale ricerca comporta.
Si diffonde nell’immaginario la futuristica opportunità, inseguita dalla scienza, di riattivare un giorno addirittura in loco le staminali in caso di danno o bloccarne la iper-riattivazione in caso di tumore, e prende piede l’utopia di poter all’occorrenza ordinare in futuro ‘parti di ricambio’ del corpo umano create in laboratorio per sostituire quelle danneggiate a causa di incidenti o malattie.
Oggi pelle, mucose, cartilagini, tendini e ossa; domani cuore, nervi e ghiandole endocrine; dopodomani fegato, vescica e altri organi potranno essere coltivati a partire dalle cellule staminali del soggetto malato ed essere reimpiantati senza rischio di rigetto.
I tessuti ricresceranno sotto gli occhi degli scienziati “proprio come le corna di un cervo, le zampe di una lucertola, o la testa di una salamandra”: così il prof. Salvatore esemplifica la straordinaria capacità del corpo umano di rigenerare se stesso. L’idea che gli organi vitali possano rinnovarsi non è, però, di certo una novità del terzo millennio e infatti il professore ricorda che già il fegato di Prometeo ricresceva continuamente garantendo l’immortalità al protagonista del mito.
I progressi della ricerca sulle cellule staminali fanno sembrare praticabile, seppur in un lontano futuro, il sogno di scoprire l’elisir dell’eterna giovinezza. Occorre, però, orientare i successi della sperimentazione verso un uso appropriato alla dignità umana e sorvegliare che essi non vengano utilizzati come strumenti di potere, ma siano posti al servizio dell’uomo, poiché l’applicazione dei risultati della biotecnologia, come di ogni sapere tecnico, se mal impiegati, sono apportatori di distruzione e minaccie per la vita stessa.
“Difendo la ricerca: l’uso della genetica, come quello di qualsiasi scienza, può essere invece discutibile” afferma il prof. Salvatore che ci tiene a sottolineare come ad evitare i danni che può produrre la ricaduta pratica della scienza siano deputate le leggi della politica.
Manuela Pitterà







