Legalità: dibattito a Medicina

Perché parlare di legalità a Medicina? “Perché la legalità deve essere un principio insito in tutti noi cittadini, quindi: ‘perché no a Medicina?’”. Risponde così alla domanda che gli hanno posto in tanti Valerio Salamida, rappresentante degli studenti nel Consiglio del Polo delle Scienze della Vita e membro di ASMed. E’ stato proprio Salamida a volere fortemente il convegno ‘Giustizia e legalità per la crescita individuale e di gruppo negli ambienti universitari’ che si è svolto il 16 ottobre presso l’Aula Magna della Facoltà di Medicina. “L’idea dell’incontro, il primo organizzato interamente da noi studenti e ben accolto dal decano, prof. Franco Rengo, nasce per dare un messaggio forte ai nostri colleghi, affinché possano, attraverso i loro studi e il loro bagaglio personale, contribuire alla crescita di una società civile basata sulla legalità, come valore intrinseco in ognuno di noi. La legalità è il primo principio di fratellanza di un popolo e rispettare ogni uomo e tutto quello che ci circonda è ‘legalità’ nel significato più ampio del termine”, spiega Salamida.
A moderare l’incontro Salvatore Micillo, del team trasmissione Wrong web radio. Tanti gli ospiti illustri intervenuti. “Sono molto soddisfatto e voglio ringraziare tutti i relatori, a partire dal Sindaco di Napoli Luigi de Magistris che ci ha dedicato un’ora e mezza del suo tempo. Si è parlato della legalità in tutte le sue sfaccettature, raccontando le problematiche nei diversi ambiti – commenta Salamida – È stata un’ottima opportunità anche per gli studenti presenti di rivolgere domande ai relatori. La nota negativa, che mi ha molto amareggiato, è che purtroppo i giovani presenti erano davvero pochi”. Nonostante la pubblicità, all’evento non hanno partecipato più di 150 ragazzi. “Si studia molto, si perdono ore sui libri, ma non si partecipa alla vita universitaria. Si segue un’iniziativa solo se offre crediti, senza pensare alla crescita umana e personale che ne può derivare. Lo studente italiano si lamenta molto, ma fa poco. Il Preside ci ha chiesto di organizzare un altro convegno per il prossimo anno e speriamo che possa ricevere una maggiore adesione di pubblico universitario”, sottolinea Salamida.
La scarsa partecipazione alla vita accademica forse dipenderà in parte anche dalla carenza di strutture di aggregazione, come gli stessi rappresentanti lamentano già da tempo. “I posti nelle aule studio sono davvero scarsi – denuncia Alessio Bocchetti, rappresentante in Consiglio di Facoltà – Il progetto di rinnovamento, infatti, non è mai partito, come non è mai partito quello per la ristrutturazione della Biblioteca centrale, chiusa ormai da tre anni. Ci siamo dovuti adattare ad una biblioteca con soli 70-80 posti, più un open space con un’altra ottantina di postazioni. E questo significa che, in una Facoltà con 5 mila iscritti, la quasi totalità dei ragazzi studia a casa, per conto suo, riducendo le occasioni di incontro e scambio culturale”. “La Biblioteca, oltre ad essere sottodimensionata – aggiunge Salamida – è anche senza finestre e senza aria condizionata. Inoltre, è stato ridotto anche il numero degli studenti part-time, il cui bando quest’anno non partirà, lasciando la gestione della struttura solo sulle spalle del Direttore, la dott.ssa Bacchini, con conseguenti probabili disservizi”.
Aule sovraffollate 
per gli aspiranti
medici e infermieri
I ragazzi continuano, inoltre, a denunciare la situazione di degrado in cui versa l’Edificio 20, dove “non è stato riparato l’impianto di condizionamento, quindi ci dovremo preparare per un altro inverno al gelo”, prevede Bocchetti.
Inoltre, mancano le ribaltine delle sedie, “i videoproiettori, le divise, che dobbiamo comprare da noi, i computer (abbiamo solo un’aula informatica con 20 pc, di cui 6-7 funzionanti) e i bagni continuano a versare in condizioni pietose. Insomma, paghiamo delle tasse altissime senza averne nessun ritorno in termini di servizi”, aggiunge Salamida, che tiene a segnalare anche la situazione in cui si trovano gli studenti del primo anno del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche: “Gli aspiranti infermieri si sono trovati a dover fare lezione in oltre 200 in un’aula dalla capienza di 150 posti. Inevitabile che 70-80 persone rimanessero in piedi. Siamo riusciti, momentaneamente, a farli appoggiare in un’aula dell’Edificio 20 destinata agli studenti del terzo anno, ma quando inizieranno tutti i corsi non so dove andranno a finire queste giovani matricole. Bisogna, inoltre, segnalare che ci sono aule da oltre 300 posti occupate per solo mezza mattinata da corsi di Medicina seguiti da 150 studenti. Bisogna ripensare alla distribuzione delle aule”. Il problema del sovraffollamento, aggiunge Bocchetti, “non riguarda purtroppo solo i ragazzi di Scienze Infermieristiche, ma anche le matricole di Medicina che si trovano a seguire in 400 in aule da 320 posti. Sulla carta sarà anche possibile sostenere questi numeri, visto che quest’anno si è allargato il numero degli ingressi, ma nella pratica le strutture non sono sufficienti”.
Valentina Orellana
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