Lettere: la parola d’ordine è passione

Giovane, dinamica e internazionale: si potrebbe riassumere così la Facoltà di Lettere. Una creatività che si respira a 360 gradi sin dall’ingresso nella sede di Facoltà, un vero e proprio museo a cielo aperto, con installazioni curate dagli stessi studenti. Per il prossimo anno accademico saranno attivati i due Corsi di Laurea Triennali in Lettere e Conservazione dei beni culturali, accorpati nel Dipartimento di “Lettere e Beni culturali”, sotto la presidenza della prof.ssa Rosanna Cioffi. Ma come deve affrontare gli studi umanistici una matricola proiettata dal liceo all’università? La prof.ssa Maria Luisa Chirico, delegata all’orientamento di Facoltà, è categorica: “chi decida di iscriversi alla Facoltà di Lettere deve studiare in maniera costante e approfittare di questo periodo di formazione cogliendo tutte le opportunità che offre il percorso, in primis aprirsi allo studio delle lingue”. Il primo scoglio da superare sarà, ad ogni modo, un test di valutazione delle competenze iniziali su discipline come cultura generale, lingua italiana e geografia: 50 domande a risposta multipla e corsi di recupero per quanti non lo supereranno. Molto vasta la gamma di attività extra-didattiche in programma per il prossimo anno: visite guidate ai teatri di Siracusa ed Epidauro, proiezioni cinematografiche, seminari e convegni con docenti ed esperti del settore e la possibilità di partecipare attivamente a mostre e ritrovamenti archeologici, oltre al classico progetto Erasmus. La Facoltà si è inoltre distinta per progetti singolari ed innovativi come “le Aule dell’arte” che ha portato artisti contemporanei tra i più conosciuti fin nel cortile del Complesso di S. Francesco, rendendolo anche cornice di performance teatrali e di danza. Parole rassicuranti riguardo i timori sul futuro lavorativo: “non c’è più difficoltà qui che in altre Facoltà – sottolinea la prof.ssa Chirico – le strade che si aprono dopo una laurea in Lettere sono molteplici e vanno dal campo dell’insegnamento all’editoria, alla biblioteca, fino a quello della comunicazione, per cui ciascuno scelga secondo le proprie passioni e le proprie inclinazioni senza farsi troppi problemi”. D’altra parte anche l’offerta didattica del post-laurea è ricca, prevedendo Scuole di specializzazione in beni archeologici o in beni artistici e, soprattutto, l’attivazione dei corsi TFA per l’abilitazione all’insegnamento, una scelta più sicura dal momento che “la scuola è l’unica azienda che non fallisce mai”.
GLI STUDENTI
Entusiasmo per visite guidate 
ed escursioni  ma “paghiamo 
di tasca nostra” 
“La nostra preparazione è troppo improntata alla fase storica greco-romana, si dà poco spazio ad altre culture e società”, afferma Rosaria, al primo anno fuoricorso in Beni Culturali, la quale si dice però entusiasta delle numerose attività a cui ha partecipato: “siamo stati agli scavi di Norba e abbiamo visitato i musei Capitolini e il museo Nazionale di Napoli con il prof. Rescigno. Sono esperienze che danno la possibilità di vivere più da vicino quello che sarà il nostro futuro”. Qualità indispensabili per una carriera brillante? “Associare alla preparazione un po’ di faccia tosta, come in tutti i settori”. Anche Cristina, primo fuoricorso in Beni culturali, si dice entusiasta delle numerose visite guidate, anche se precisa: “chi come me non aveva una borsa di studio, non poteva rimanere per più di qualche giorno durante le campagne archeologiche, perché i prezzi diventavano proibitivi”. Qualche critica anche per gli orari di segreteria e biblioteca: “chiudendo alle 15.00, diventa quasi impossibile per chi viene da fuori usufruire di tutti i servizi”. Lamenta poche attività per gli studenti di Lettere Maria, iscritta alla Magistrale in Filologia Moderna: “oltre alla didattica non ci sono iniziative collaterali per noi, anche se, nonostante ciò, integrarsi non è difficile: è un ambiente molto fertile per stringere amicizie, ci conosciamo praticamente tutti”. Un consiglio per le matricole: “non iscrivetevi se non avete passione per queste discipline”. Un elogio incondizionato ai docenti e alla loro professionalità viene da Vittoria, al secondo anno di Beni Culturali: “sono motivati e mettono passione in quel che fanno, peccato che invece non ci sia interesse da parte delle autorità, che continuano a non interessarsi dei nostri progetti”. Promossa anche la sede, facilmente raggiungibile dalla stazione ferroviaria e con il servizio autobus, da poco ripristinato. Luigi, studente del Corso di Laurea Magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte, muove un po’ di critiche: “non ci sono servizi per gli studenti e le aule sono poco adeguate; se vengono promosse altre attività, non sono pubblicizzate come si dovrebbe e abbiamo poche possibilità di svolgere attività pratiche”, eppure ripeterebbe la sua scelta “per passione, ma soprattutto per amore del mio territorio”. “Per le visite guidate promosse dalla Facoltà, nella maggior parte dei casi, abbiamo dovuto pagare di tasca nostra”, sentenzia Rosaria, al primo anno di Magistrale in Archeologia “e bisognerebbe far qualcosa anche per gli orari della biblioteca”. Parere condiviso dalla sua amica Teresa, che tuttavia rivendica la grande importanza di attività che le hanno permesso di essere coinvolta in prima persona con degli exposee: “ben vengano quindi, ma che arrivi qualche fondo anche dall’università”. Un consiglio: “chi decida di iscriversi deve sapere a cosa va incontro, gli esami non sono impossibili ma bisogna impegnarsi”. “Mi sono iscritta al Corso di Laurea in Lettere nel primo anno in cui fu istituito e da allora si sono fatti passi da gigante, soprattutto relativamente ai piani di studio; ci sono moltissimi esami di beni culturali nel mio curriculum, l’offerta invece adesso si è ampliata… Spero che questo non mi precluda delle possibilità lavorative”, afferma Irma, al secondo anno. Tra suoi progetti, un Master in giornalismo: “perché bisogna lasciarsi aperte tutte le strade”. Giovanna, secondo anno di Lettere, ha una storia particolare: “mi ero iscritta a Biologia lasciandomi scoraggiare dalle scarse possibilità lavorative che i luoghi comuni attribuiscono alla Facoltà di Lettere, ma poi ho abbandonato: sono la prova vivente che bisogna seguire le proprie passioni, altrimenti non si va lontano”.
Anna Verrillo
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