Master, rassegne cinematografiche, convegni: le iniziative in cantiere

Realizzare un’attività di studi e di ricerca a livello interdisciplinare, favorire il dialogo tra culture e civiltà euro-mediterranee, reimpostare l’approccio al Mediterraneo alla luce delle esigenze dell’Unione Europea, delineare un nuovo quadro di azione per le politiche dell’area euro-mediterranea. Questi gli ambiziosi obiettivi cardine del Centro Studi sulle Culture del Mediterraneo, inaugurato lo scorso 17 gennaio presso la sede del Rettorato.  
“L’Orientale vuole fare la propria parte – ha detto il Rettore Pasquale Ciriello nel corso dell’incontro – rispondendo a quella che è la missione naturale e primaria di questo Ateneo”. La prof.ssa Maria Donzelli, presidente del Centro, aggiunge un’altra importante prospettiva a quelle già citate: “è fondamentale – spiega – risvegliare l’interesse della classe politica verso il sostegno allo sviluppo del valore racchiuso nel Mediterraneo, oltre a costruire progetti e azioni comuni contribuendo in modo concreto all’incontro tra le culture dell’area euro-mediterranea. Queste sono le ragioni che hanno condotto alla fondazione di questo Centro, dopo aver oltretutto constatato che in Italia manca un centro di studi specifico dedicato alle culture mediterranee”. 
Tra le attività di studio e ricerca a livello interdisciplinare, la programmazione per il 2007 include: una Summer School, un Master in Operatore Socio-Culturale, l’istituzione di una settimana dedicata al cinema del Mediterraneo (in collaborazione con il Comune di Napoli e la Rai), un convegno a Valencia su ‘Lo spazio interculturale’ ed uno a Tunisi sui ‘Percorsi delle idee nell’area del Mediterraneo’. “Le idee non mancano – aggiunge la prof.ssa Donzelli – occorrono però le risorse”. A sottolineare l’importanza del Centro è intervenuto anche l’Assessore comunale alla Cultura e Sviluppo, Nicola Oddati: “L’identità storica e culturale del Mediterraneo, luogo di grandi conflitti, è un tema davvero complesso. Ecco esplicitato il valore di questo Centro”.
“Ripensare il Mediterraneo” il tema della tavola rotonda successiva cui hanno partecipato: i professori Biagio De Giovanni e Luigi Mascilli Migliorini de L’Orientale, Fredj Chouchane (Arab States Brodcasting), Paolo Morawsky (Ufficio Studi Rai e Direttore artistico del Premio internazionale del documentario e del reportage mediterraneo) e Christian Schmidt (Paris IX – Dauphine).
“Ripensare il Mediterraneo – ha detto De Giovanni – significa mettere in atto il modo di concepire creando le condizioni per un riconoscimento reciproco. Se, però, non si riduce la violenza endemica, il Mediterraneo non potrà essere ripensato nei termini di ‘identità’ e ‘differenza’”. Il prof. Mascilli Migliorini, storico, riflette sullo scarso interessamento della storia alla cultura mediterranea. “Dopo la seconda Guerra mondiale, sembra che la storia si sia interessata ad altro”, ha detto. Da parte sua, Moraswsky asserisce che l’Italia non è un paese Mediterraneo in quanto: “la metà degli stranieri presenti in Italia è europea, solo una percentuale inferiore è costituita da africani…” L’incontro si chiude con la proiezione del documentario “Ertijal” (in italiano, “Improvvisazione”) del regista palestinese Raed Andoni, vincitore del Premio internazionale del documentario e del reportage mediterraneo per la sezione “Arte, Patrimonio e Culture del Mediterraneo”. Andoni racconta la storia di tre fratelli che vivono a Nazareth. La guerra è sullo sfondo ma non se ne parla. Le scene narrano di vita quotidiana, di sentimenti, di musica. 
Maddalena Esposito
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