“Un’artista vera. Una voce che scalda i cuori”. Con queste parole, pronunciate dal Preside di Giurisprudenza Lorenzo Chieffi, si è aperto un evento bello ed importante per la Facoltà della Sun: l’incontro con la cantante israeliana Noa. Un incontro molto suggestivo che ha spaziato dalla musica – quella vera fatta di tradizione e poesia- alla politica. Il tutto condito da un unico messaggio: la pace. L’organizzazione dell’evento -si è svolto il 9 dicembre-, è stata possibile grazie all’interessamento del Preside ma anche e soprattutto delle associazioni studentesche, in primo luogo di Gimmy Cangiano e Amedeo Baldascino di “Facciamo Università”, i quali, approfittando del tour musicale della cantante a Caserta, sono riusciti a strapparle il tanto atteso “si” e a presentarla alla folta platea studentesca, che ne ha potuto apprezzare non solo lo straordinario talento vocale, ma anche l’impegno civile nel respingere ogni forma di guerra e di repressione.
Nella sua tappa casertana, Noa ha eseguito un repertorio misto, fatto di musica araba alternato da molti pezzi della celebre musica napoletana. “Un successo strepitoso – così come ha affermato il direttore del teatro comunale di Caserta, Nunzio Areni- Un’esibizione incantevole, che le ha fatto guadagnare dalla nostra critica, l’appellativo di guagliuncell’ eTel Aviv”. Un successo in cui la cantante contava molto, folgorata, nel suo primo soggiorno partenopeo, dalle musiche di Roberto Murolo e Fausto Cigliano. “Adoro la buona musica, adoro di conseguenza la musica e la canzone napoletana. Una musica ricca di storia e di passione. Il mio approccio con questi testi, queste melodie, è stato dei migliori, perché parliamo di un materiale che ha contribuito alla storia della musica”. Un’opinione condivisa anche dal maestro e compagno Gil Dor, sempre presente in ogni sua esibizione. Questa mescolanza di stili e di culture musicali si è rivelata importante per la cantante, proprio per ribadire con forza una fratellanza, un’unione di tutti i popoli nel segno della continuità e della pace. “Siamo lieti di ospitare un’artista di fama internazionale, che ha vissuto in una parte del mondo sconvolta dalla guerra e da una continua mancanza di dialogo e di collaborazione – ha spiegato il prof. Gianmaria Piccinelli, Preside della Facoltà di Studi Politici- nonostante questo, però, è riuscita a far sentire la sua voce, dimostrando a tutti che la cooperazione per la pace, può e deve essere possibile, e che tutti noi dovremmo fare qualcosa per adoperarci in tal senso”.
Molto determinata, Noa si è messa a completa disposizione degli studenti, dispensando consigli, raccontando la realtà “vera”, come lei stessa l’ha definita, del suo paese, e regalando alla platea brevi chicche del suo talento musicale, come quando ha intonato alcune strofe di una dolcissima canzone yemenita. Gli studenti applaudono estasiati, lei ringrazia, arrossisce e poi torna a sedere e a rispondere alle loro domande. Tra le tante, quella del rappresentante degli studenti, Amedeo Baldascino, il quale ricordando l’esperienza dell’Ateneo che ha ospitato nella propria sede una delegazione di studenti arabi e israeliani, come segno di pace e di possibile convivenza, chiede cos’altro sia possibile per agevolare questo processo. Insomma, cosa possono fare in più, l’università, luogo di cultura, e la stessa musica. Noa annuisce, poi si rivolge ai ragazzi e chiede quanti di loro conoscano bene la lingua inglese. La risposta è timida, cinque al massimo sei le mani alzate dagli studenti. Lei sorride amaro e, prima in italiano e poi in inglese, parla di quanto sia importante la conoscenza delle lingue per risolvere i problemi, per stabilire un dialogo. “E’ fondamentale la conoscenza delle lingue. Se volete cambiare il mondo, dovete comunicare, se volete combattere per la pace, dovete stabilire un rapporto con il vostro interlocutore. Ma come se non conoscete le lingue?”. Per quanto riguarda la musica “la musica è pace. Quando facciamo musica eleviamo il nostro spirito e questo ci purifica, ci rende inevitabilmente migliori. I nostri sforzi, però, possono poco se non sono coadiuvati dai nostri governi”. La discussione entra nel vivo quando il prof. Guido Clemente, chiede, partendo dall’amore che Noa ha sempre mostrato verso la nostra terra, come crocevia di culture e di unione, se la cultura araba e israeliana abbiano questi canoni, se possano realmente coesistere. Anche qui, la cantante non mostra imbarazzo e afferma: “Credo che entrambi le culture possano avere mani, cuore e mente aperta. Il problema del Medioriente può essere risolto. Abbiamo tutti gli elementi per essere in pace – cibo, musica, lavoro e religione, certo, con qualche piccola differenza ma alla fine tutti noi crediamo in una forza divina, qualunque essa sia-. Il progetto messo in piedi da Sharon e Perez è visto con positivo entusiasmo dal nostro popolo. Siamo speranzosi”. Prima di chiudere, Gimmy Cangiano, consegna alla cantante, ringraziandola per l’impegno e la passione che ha contraddistinto quest’incontro, una targa celebrativa ed un berrettino della facoltà, prontamente indossato. Mentre scrosciano gli applausi, viene consegnato anche un djembe, e la cantante invita tutti a seguire il ritmo, improvvisando una splendida performance, tutta da godere.
Gianluca Tantillo
Nella sua tappa casertana, Noa ha eseguito un repertorio misto, fatto di musica araba alternato da molti pezzi della celebre musica napoletana. “Un successo strepitoso – così come ha affermato il direttore del teatro comunale di Caserta, Nunzio Areni- Un’esibizione incantevole, che le ha fatto guadagnare dalla nostra critica, l’appellativo di guagliuncell’ eTel Aviv”. Un successo in cui la cantante contava molto, folgorata, nel suo primo soggiorno partenopeo, dalle musiche di Roberto Murolo e Fausto Cigliano. “Adoro la buona musica, adoro di conseguenza la musica e la canzone napoletana. Una musica ricca di storia e di passione. Il mio approccio con questi testi, queste melodie, è stato dei migliori, perché parliamo di un materiale che ha contribuito alla storia della musica”. Un’opinione condivisa anche dal maestro e compagno Gil Dor, sempre presente in ogni sua esibizione. Questa mescolanza di stili e di culture musicali si è rivelata importante per la cantante, proprio per ribadire con forza una fratellanza, un’unione di tutti i popoli nel segno della continuità e della pace. “Siamo lieti di ospitare un’artista di fama internazionale, che ha vissuto in una parte del mondo sconvolta dalla guerra e da una continua mancanza di dialogo e di collaborazione – ha spiegato il prof. Gianmaria Piccinelli, Preside della Facoltà di Studi Politici- nonostante questo, però, è riuscita a far sentire la sua voce, dimostrando a tutti che la cooperazione per la pace, può e deve essere possibile, e che tutti noi dovremmo fare qualcosa per adoperarci in tal senso”.
Molto determinata, Noa si è messa a completa disposizione degli studenti, dispensando consigli, raccontando la realtà “vera”, come lei stessa l’ha definita, del suo paese, e regalando alla platea brevi chicche del suo talento musicale, come quando ha intonato alcune strofe di una dolcissima canzone yemenita. Gli studenti applaudono estasiati, lei ringrazia, arrossisce e poi torna a sedere e a rispondere alle loro domande. Tra le tante, quella del rappresentante degli studenti, Amedeo Baldascino, il quale ricordando l’esperienza dell’Ateneo che ha ospitato nella propria sede una delegazione di studenti arabi e israeliani, come segno di pace e di possibile convivenza, chiede cos’altro sia possibile per agevolare questo processo. Insomma, cosa possono fare in più, l’università, luogo di cultura, e la stessa musica. Noa annuisce, poi si rivolge ai ragazzi e chiede quanti di loro conoscano bene la lingua inglese. La risposta è timida, cinque al massimo sei le mani alzate dagli studenti. Lei sorride amaro e, prima in italiano e poi in inglese, parla di quanto sia importante la conoscenza delle lingue per risolvere i problemi, per stabilire un dialogo. “E’ fondamentale la conoscenza delle lingue. Se volete cambiare il mondo, dovete comunicare, se volete combattere per la pace, dovete stabilire un rapporto con il vostro interlocutore. Ma come se non conoscete le lingue?”. Per quanto riguarda la musica “la musica è pace. Quando facciamo musica eleviamo il nostro spirito e questo ci purifica, ci rende inevitabilmente migliori. I nostri sforzi, però, possono poco se non sono coadiuvati dai nostri governi”. La discussione entra nel vivo quando il prof. Guido Clemente, chiede, partendo dall’amore che Noa ha sempre mostrato verso la nostra terra, come crocevia di culture e di unione, se la cultura araba e israeliana abbiano questi canoni, se possano realmente coesistere. Anche qui, la cantante non mostra imbarazzo e afferma: “Credo che entrambi le culture possano avere mani, cuore e mente aperta. Il problema del Medioriente può essere risolto. Abbiamo tutti gli elementi per essere in pace – cibo, musica, lavoro e religione, certo, con qualche piccola differenza ma alla fine tutti noi crediamo in una forza divina, qualunque essa sia-. Il progetto messo in piedi da Sharon e Perez è visto con positivo entusiasmo dal nostro popolo. Siamo speranzosi”. Prima di chiudere, Gimmy Cangiano, consegna alla cantante, ringraziandola per l’impegno e la passione che ha contraddistinto quest’incontro, una targa celebrativa ed un berrettino della facoltà, prontamente indossato. Mentre scrosciano gli applausi, viene consegnato anche un djembe, e la cantante invita tutti a seguire il ritmo, improvvisando una splendida performance, tutta da godere.
Gianluca Tantillo







