24 gennaio. Alle 12.00 circa, gli ampi corridoi di Palazzo Melzi a S. Maria Capua Vetere, sede recentemente ristrutturata della Facoltà di Giurisprudenza, sono scarsamente popolati. È una giornata piovosa e qualcuno ci informa che le presenze in Facoltà da parte degli studenti sono direttamente proporzionali alle condizioni atmosferiche. Notizia molto più attendibile: siamo in periodo ‘pre-esame’ e lo studente di Giurisprudenza preferisce tapparsi in casa per restare concentrato ai massimi livelli prima di sostenere la prova o le prove (se poi è Diritto Commerciale….).
Tutto tace. È solo apparenza. Veniamo accolti da alcuni studenti che, in men che non si dica, cominciano ad esporci la loro situazione da ‘esclusi’. Sono studenti venticinquenni del vecchio ordinamento. “Non esistono più corsi per noi del vecchio ordinamento –spiega Paolo, originario di Acerra che, al momento dell’iscrizione, dice di aver scelto la Sun piuttosto che il Federico II dove “i docenti hanno a che fare con un numero di iscritti più elevato”, convinto di essere maggiormente seguito e supportato mentre si ritrova a preparare gli esami a casa “senza alcun contatto con i professori se non in seduta d’esame. Oltretutto, è anche difficile trovarli durante gli orari di ricevimento visto che ci sono sempre solo i loro assistenti”. Giuseppe, anch’egli studente fuori corso, concorda: “sembra che noi del vecchio ordinamento siamo tenuti fuori da tutto”. La situazione non sembra idilliaca neanche per gli studenti del nuovo ordinamento. “Frequento il Corso di Laurea triennale –racconta Maddalena, studentessa al secondo anno – e ho necessità di sostenere esami in tempi stretti, come vuole la riforma. Il problema sta nel fatto che i programmi rimangono invariati. Dunque, per poter essere in corso, dovrei sostenere esami corposi (stile vecchio ordinamento) in tempi molto più brevi”. Sotto accusa, poi, l’esame di Diritto Commerciale. Attualmente, il programma è stato suddiviso in tre parti: lo studente, in seduta d’esame, comunica al docente su quale parte intende discutere. Nel caso di mancata comunicazione, è interrogato su tutto. Appuriamo perché gli studenti sono contrari a quella che sembrerebbe un’agevolazione. “Bisogna studiare tutto a memoria –informa Rosa, al terzo anno di Scienze Giuridiche – i docenti chiedono di esporre specifici paragrafi dei testi e, alla fine, formulano una domanda in cui racchiudono l’esempio di un caso reale”. Mario ci fornisce un’ulteriore delucidazione: “Scegliere di conferire su una delle tre parti del programma, significa studiare quel testo in ogni sua sfumatura. Al contrario, sostenere l’esame in una sola volta, significa che il numero dei quesiti posti su i tre testi spazia tra i vari argomenti. Ciò permette un metodo di studi meno preciso”. E in una Facoltà che vanta un’alta percentuale di docenti giovani, c’è chi afferma: “I professori più giovani sono anche i più rigidi”. Ma non era il contrario?…
Il discorso prende un’altra piega. Si sposta sulle strutture. Gli studenti lamentano l’assenza di un punto ristoro. “Fino a tre o quattro mesi fa, qui non esistevano nemmeno gli ascensori! – ci fa notare Gennaro, studente fuori corso – non c’è una mensa, nè un bar. Dobbiamo accontentarci dei distributori automatici. Per finire, non c’è neanche un’area per fumatori”. Altra pecca: la mancanza di un parcheggio. I ragazzi, giustamente, non vogliono pagare un parcheggio privato per la durata dei corsi. E se si arriva da Napoli e provincia, risulta un po’ complicato usufruire dei mezzi pubblici prima delle 11.00, visto che il primo treno che effettua fermata a S. Maria Capua Vetere parte da Napoli alle 10.56. I corsi sono programmati solo nelle ore mattutine. “Nel pomeriggio – dice Paolo, studente fuori corso – ci sono pochissimi studenti in Facoltà. Per le 14.30 vanno via quasi tutti. Qui non c’è un vero e proprio spirito di facoltà, noi stessi studenti non viviamo la realtà accademica in tutte le sue sfaccettature”.
Al secondo piano della Facoltà, c’è l’aula del Comitato Studenti. Un gruppo di ragazzi che hanno dato vita a “Università dei valori. Gli studenti nel cuore” e che è di supporto morale a tutti gli immatricolati che vanno a bussare alla loro porta. Sono aperti al dialogo, hanno una gran voglia di migliorare le cose e di interagire con gli studenti prestando loro aiuto. In collegamento con la segreteria studenti, rilasciano moduli di iscrizione e dispensano consigli alle matricole più disorientate. Ne è testimone Angela Capasso, studentessa al primo anno: “non avendo dunque dimestichezza con la struttura universitaria, mi sono rivolta al Comitato per chiedere una semplice informazione. Da allora sono diventata amica di tutti i ragazzi che ne fanno parte”. Angela è entusiasta della Facoltà che frequenta: “prima di iscrivermi – aggiunge – ho fatto una sorta di sopralluogo in vari atenei. Alla fine, ho scelto la Seconda Università e ne sono contenta”. Con Raffaele Caterino e Michele Pagano, rappresentanti degli studenti, scopriamo una delle ultime decisioni assunte in Consiglio di Facoltà. “Il Preside Chieffi – dicono – ha deciso che, per un’equa distribuzione del carico di lavoro, ogni docente non potrà seguire più di cinquanta lavori di tesi all’anno. Questo è un regolamento che limita molto la nostra libertà di scelta”. Francesco Gioia, anch’egli rappresentante degli studenti, è della stessa opinione: “la tesi è un lavoro importante e personale, dunque ognuno deve poter essere libero di scegliere la materia per la quale è più propenso”.
Un chiarimento relativo al regolamento per la tesi di laurea, arriva proprio dal Preside prof. Lorenzo Chieffi. “I ragazzi potranno indicare, in ordine di preferenza, tre discipline: se la loro prima opzione corrisponde ad un docente sovraccarico di lavoro, potranno avvalersi della loro seconda o terza scelta”.
Smentisce gli studenti del vecchio ordinamento: “gli insegnamenti per i fuori corso esistono, sono gli stessi che seguono gli iscritti al nuovo ordinamento. Ciò che chiedono i ragazzi è l’istituzione di corsi ad hoc e questo mi risulta davvero impossibile, calcolando che questi corsi sono stati disattivati sei anni fa” .
Per finire qualche novità in tema di sedi. “A breve –spiega il Preside – Palazzo Melzi diventerà solo luogo di studi e convegni, in quanto i ragazzi si trasferiranno nel nuovo aulario di Santa Maria adatto ad ospitare circa 3.000 studenti (aule spaziose, di cui una da 400 posti, due aule informatiche) e che comprende il tanto agognato parcheggio da 250 posti auto aggiunti agli altri 1.000 di un ampio parcheggio sotterraneo”.
Resta aperta la questione dei trasporti, lo stesso Preside conferma: “Il 20% degli iscritti proviene dall’area del napoletano, hanno dunque difficoltà a raggiungere la Facoltà”.
Per concludere, segnaliamo un’interessante iniziativa organizzata dal Dipartimento di Discipline Giuridiche ed Economiche Italiane Europee e Comparate: il 9 e il 10 marzo, nella sede di palazzo Melzi, ci sarà un convegno su “Multireligiosità e reazione giuridica” nell’ambito dell’insegnamento di Diritto Ecclesiastico. Per iscriversi al convegno, è necessario inviare una mail al seguente indirizzo:
dirittoecclesiastico_sun@yahoo.it.
Maddalena Esposito
Tutto tace. È solo apparenza. Veniamo accolti da alcuni studenti che, in men che non si dica, cominciano ad esporci la loro situazione da ‘esclusi’. Sono studenti venticinquenni del vecchio ordinamento. “Non esistono più corsi per noi del vecchio ordinamento –spiega Paolo, originario di Acerra che, al momento dell’iscrizione, dice di aver scelto la Sun piuttosto che il Federico II dove “i docenti hanno a che fare con un numero di iscritti più elevato”, convinto di essere maggiormente seguito e supportato mentre si ritrova a preparare gli esami a casa “senza alcun contatto con i professori se non in seduta d’esame. Oltretutto, è anche difficile trovarli durante gli orari di ricevimento visto che ci sono sempre solo i loro assistenti”. Giuseppe, anch’egli studente fuori corso, concorda: “sembra che noi del vecchio ordinamento siamo tenuti fuori da tutto”. La situazione non sembra idilliaca neanche per gli studenti del nuovo ordinamento. “Frequento il Corso di Laurea triennale –racconta Maddalena, studentessa al secondo anno – e ho necessità di sostenere esami in tempi stretti, come vuole la riforma. Il problema sta nel fatto che i programmi rimangono invariati. Dunque, per poter essere in corso, dovrei sostenere esami corposi (stile vecchio ordinamento) in tempi molto più brevi”. Sotto accusa, poi, l’esame di Diritto Commerciale. Attualmente, il programma è stato suddiviso in tre parti: lo studente, in seduta d’esame, comunica al docente su quale parte intende discutere. Nel caso di mancata comunicazione, è interrogato su tutto. Appuriamo perché gli studenti sono contrari a quella che sembrerebbe un’agevolazione. “Bisogna studiare tutto a memoria –informa Rosa, al terzo anno di Scienze Giuridiche – i docenti chiedono di esporre specifici paragrafi dei testi e, alla fine, formulano una domanda in cui racchiudono l’esempio di un caso reale”. Mario ci fornisce un’ulteriore delucidazione: “Scegliere di conferire su una delle tre parti del programma, significa studiare quel testo in ogni sua sfumatura. Al contrario, sostenere l’esame in una sola volta, significa che il numero dei quesiti posti su i tre testi spazia tra i vari argomenti. Ciò permette un metodo di studi meno preciso”. E in una Facoltà che vanta un’alta percentuale di docenti giovani, c’è chi afferma: “I professori più giovani sono anche i più rigidi”. Ma non era il contrario?…
Il discorso prende un’altra piega. Si sposta sulle strutture. Gli studenti lamentano l’assenza di un punto ristoro. “Fino a tre o quattro mesi fa, qui non esistevano nemmeno gli ascensori! – ci fa notare Gennaro, studente fuori corso – non c’è una mensa, nè un bar. Dobbiamo accontentarci dei distributori automatici. Per finire, non c’è neanche un’area per fumatori”. Altra pecca: la mancanza di un parcheggio. I ragazzi, giustamente, non vogliono pagare un parcheggio privato per la durata dei corsi. E se si arriva da Napoli e provincia, risulta un po’ complicato usufruire dei mezzi pubblici prima delle 11.00, visto che il primo treno che effettua fermata a S. Maria Capua Vetere parte da Napoli alle 10.56. I corsi sono programmati solo nelle ore mattutine. “Nel pomeriggio – dice Paolo, studente fuori corso – ci sono pochissimi studenti in Facoltà. Per le 14.30 vanno via quasi tutti. Qui non c’è un vero e proprio spirito di facoltà, noi stessi studenti non viviamo la realtà accademica in tutte le sue sfaccettature”.
Al secondo piano della Facoltà, c’è l’aula del Comitato Studenti. Un gruppo di ragazzi che hanno dato vita a “Università dei valori. Gli studenti nel cuore” e che è di supporto morale a tutti gli immatricolati che vanno a bussare alla loro porta. Sono aperti al dialogo, hanno una gran voglia di migliorare le cose e di interagire con gli studenti prestando loro aiuto. In collegamento con la segreteria studenti, rilasciano moduli di iscrizione e dispensano consigli alle matricole più disorientate. Ne è testimone Angela Capasso, studentessa al primo anno: “non avendo dunque dimestichezza con la struttura universitaria, mi sono rivolta al Comitato per chiedere una semplice informazione. Da allora sono diventata amica di tutti i ragazzi che ne fanno parte”. Angela è entusiasta della Facoltà che frequenta: “prima di iscrivermi – aggiunge – ho fatto una sorta di sopralluogo in vari atenei. Alla fine, ho scelto la Seconda Università e ne sono contenta”. Con Raffaele Caterino e Michele Pagano, rappresentanti degli studenti, scopriamo una delle ultime decisioni assunte in Consiglio di Facoltà. “Il Preside Chieffi – dicono – ha deciso che, per un’equa distribuzione del carico di lavoro, ogni docente non potrà seguire più di cinquanta lavori di tesi all’anno. Questo è un regolamento che limita molto la nostra libertà di scelta”. Francesco Gioia, anch’egli rappresentante degli studenti, è della stessa opinione: “la tesi è un lavoro importante e personale, dunque ognuno deve poter essere libero di scegliere la materia per la quale è più propenso”.
Un chiarimento relativo al regolamento per la tesi di laurea, arriva proprio dal Preside prof. Lorenzo Chieffi. “I ragazzi potranno indicare, in ordine di preferenza, tre discipline: se la loro prima opzione corrisponde ad un docente sovraccarico di lavoro, potranno avvalersi della loro seconda o terza scelta”.
Smentisce gli studenti del vecchio ordinamento: “gli insegnamenti per i fuori corso esistono, sono gli stessi che seguono gli iscritti al nuovo ordinamento. Ciò che chiedono i ragazzi è l’istituzione di corsi ad hoc e questo mi risulta davvero impossibile, calcolando che questi corsi sono stati disattivati sei anni fa” .
Per finire qualche novità in tema di sedi. “A breve –spiega il Preside – Palazzo Melzi diventerà solo luogo di studi e convegni, in quanto i ragazzi si trasferiranno nel nuovo aulario di Santa Maria adatto ad ospitare circa 3.000 studenti (aule spaziose, di cui una da 400 posti, due aule informatiche) e che comprende il tanto agognato parcheggio da 250 posti auto aggiunti agli altri 1.000 di un ampio parcheggio sotterraneo”.
Resta aperta la questione dei trasporti, lo stesso Preside conferma: “Il 20% degli iscritti proviene dall’area del napoletano, hanno dunque difficoltà a raggiungere la Facoltà”.
Per concludere, segnaliamo un’interessante iniziativa organizzata dal Dipartimento di Discipline Giuridiche ed Economiche Italiane Europee e Comparate: il 9 e il 10 marzo, nella sede di palazzo Melzi, ci sarà un convegno su “Multireligiosità e reazione giuridica” nell’ambito dell’insegnamento di Diritto Ecclesiastico. Per iscriversi al convegno, è necessario inviare una mail al seguente indirizzo:
dirittoecclesiastico_sun@yahoo.it.
Maddalena Esposito







