Obbligatorie o facoltative?

Prova di autovalutazione obbligatoria, per le matricole che si iscriveranno ad Ingegneria il prossimo anno accademico? L’intenzione del Preside Vincenzo Naso e della Giunta di presidenza va in questa direzione, ma i problemi e le perplessità non mancano. Il Consiglio di facoltà del 22 febbraio ha delegato Preside e Giunta a stabilire una bozza di regolamento, una volta verificata l’applicabilità della clausola che rende la prova di autovalutazione obbligatoria, anche sulla base di quanto è stato fatto in altre facoltà di Ingegneria italiane. La data della prova – obbligatoria o facoltativa che sia – è stata in ogni caso fissata per il giorno 4 settembre 2000; i risultati saranno resi pubblici entro l’11 settembre. Se sarà vincolante ai fini dell’immatricolazione, gli studenti i quali intendano iscriversi al primo anno dovranno dunque effettuare una preimmatricolazione anteriormente al 4 settembre e, dopo aver sostenuto la prova, formalizzeranno l’iscrizione vera e propria. Tenace sostenitore dell’obbligatorietà della prova di autovalutazione – 100 domande divise nelle sezioni di Logica, Comprensione verbale, Matematica e Scienze – è il professor Francesco Garofalo, il quale fa parte della Giunta di Presidenza ed è stato uno degli organizzatori del test di quest’anno. Durante il Consiglio Garofalo ha illustrato il suo punto di vista, che poi è quello condiviso anche dal Preside Naso. Premette: “la prova, estesa a tutta la popolazione delle matricole, non ha finalità selettive. Il risultato conseguito consente però allo studente una riflessione sull’opportunità e sul modo di affrontare gli impegnativi studi di Ingegneria. Contribuisce dunque a fare sì che effettui una scelta consapevole. Chi realizza un risultato deludente può comunque immatricolarsi, ma almeno ha piena consapevolezza che parte con un deficit formativo e che deve impegnarsi con particolare intensità e costanza per recuperare il gap iniziale”. Secondo il docente, dunque, estendere a tutti gli immatricolandi la prova significa mettere a loro disposizione un campanello di allarme; è un servizio e non una vessazione. Prosegue, rivolto ai colleghi: “i risultati della prova, insieme con il voto di maturità, concorrono a formare un indice attitudinale espresso in centesimi, attraverso il quale si costruisce una graduatoria dei partecipanti. Le statistiche elaborate sulla popolazione degli studenti del Politecnico di Milano, che utilizza questo test dall’86/87, consentono di affermare che gli appartenenti alla fascia più bassa dell’indice attitudinale (0-25) hanno meno dell’1% della probabilità di laurearsi entro sei anni dall’iscrizione; circa il 9% di laurearsi entro otto anni ed il 16% di laurearsi entro dieci anni. Coloro i quali sono nella fascia alta della graduatoria (75-100) hanno circa il 19% di probabilità di laurearsi entro sei anni; il 57% di probabilità di laurearsi in otto anni e quasi il 70% di laurearsi in dieci anni.. Dunque, ripeto, pur senza scoraggiare le aspiranti matricole le quali avessero conseguito risultati modesti nella prova, li si può comunque mettere in guardia sui pericoli che corrono ed esortarli ad affrontare gli studi con determinazione”. Ricorda Garofalo: “la partecipazione degli immatricolandi di Ingegneria della Federico II alla prova di autovalutazione è stata sempre piuttosto modesta, dell’ordine di 300 – 400 persone rispetto ai circa 2000 iscritti al primo anno. Nell’anno accademico corrente 99/2000, grazie ad una più capillare informazione ed alla azione svolta dei Presidenti di Corso di Laurea, si è ottenuta una partecipazione decisamente più massiccia: circa 1400 studenti”. Conclude: “in prospettiva, la prova obbligatoria per tutte le matricole consentirà anche di calibrare meglio i cosiddetti corsi zero, quelli attraverso i quali si cerca di colmare eventuali lacune di partenza degli immatricolati nelle discipline fondamentali”. Perplessità circa l’opportunità di rendere la partecipazione al test di autovalutazione vincolante ai fini dell’immatricolazione sono state invece espresse dal professor Vittorio Betta. “Bisogna essere molto prudenti, avere la certezza che sia praticabile. Non vorrei che fossimo sommersi da una valanga di ricorsi da parte di chi, per i motivi più vari, quella prova non l’ha sostenuta. Quale Tribunale amministrativo non accoglierebbe il ricorso di uno studente il quale sia stato escluso per non aver partecipato al test, in una facoltà, però, che il numero chiuso non lo prevede?”. Il prorettore Ovidio Bucci propone, a sua volta, un correttivo: “eviterei la graduatoria finale, se lo scopo è quello di sottoporre gli studenti ad un test di autovalutazione”. L’ex preside Gennaro Volpicelli lancia una ipotesi di mediazione. “Non dimentichiamo – esordisce- che la massiccia partecipazione alla prova di quest’anno si spiega anche con il fatto che è stata svolta il primo giorno delle lezioni ufficiali. Per il prossimo anno accademico si potrebbe prevedere una prova il 4 settembre ed un’altra, di recupero, per esempio il 15 settembre. In questo modo s’iscrive anche chi non ha fatto quella del 4, ma poi lo si costringe a recuperare il primo giorno delle lezioni”. Ironico l’incipit del professor Giovanni Maria Carlomagno: “mi fa piacere che la facoltà di Ingegneria voglia dare impulso al decongestionamento dell’ateneo. Io accetterei l’obbligatorietà di una prova del genere se fosse prevista anche per tutti gli altri atenei campani: Salerno, Benevento, Caserta. Così non è ed a questo punto rischiamo soltanto di dirottare altrove utenti potenziali della facoltà”. Non ci sono altri interventi e si vota sul mandato da conferire al Preside ed alla Giunta: tutti favorevoli e due astenuti. 
Fabrizio Geremicca
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