Scienze deve rinnovare la presidenza di Facoltà ma al contempo s’interroga su se stessa, sul suo ruolo nell’ateneo e sul suo futuro. Preoccupata che fra qualche anno perderà “l’ombrello protettivo del rettore amico” (hanno detto Di Donato, Ricciardi, Pettorino, Pavone); s’interroga sull’esigenza di un riequilibrio, rispetto ad altre Facoltà forti e con un ruolo importante come Ingegneria (“Informatica è anche nostra prerogativa”, afferma Pettorino), rispetto a Medicina (“a cui abbiamo dato docenti e risorse, come Facoltà di Scienze, per la nascita della Facoltà di Scienze Biotecnologiche” (ancora Pettorino e più moderatamente Pavone), però poi Biotecnologie ha cambiato Polo. Scienze un po’ stanca di dare sempre – anche locali ad Architettura, a via Mezzocannone 16 tre anni fa – ricevendo in cambio poco per se. Ed oggi, con le evidenti ristrettezze economiche, riconosce “le difficoltà di una necessaria riunificazione a Monte S. Angelo di tutta la Facoltà, Geologia compresa”, dichiara il Preside “scadente” – fra gli applausi e i sorrisi – che rivendica a Scienze “il pensare sempre in una visione unitaria di ateneo, responsabile e propositiva” ma che vede al momento stesso un pericolo: “l’unitarietà della Facoltà, di tutte le sue aree scientifiche nella figura del Preside. L’unità, la nostra storica forza, – ha detto – anche nei confronti dell’ateneo: un bene prezioso che va preservato, conservato con la massima cura” e difeso come un marchio doc. Quale il pericolo? Non lo ha detto chiaramente, ma il pericolo potrebbe venire da spaccature interne: ben tre candidature a Preside, espressione di due aree scientifiche e di tre concezioni del mondo e della vita. Come è apparso nell’incontro-dibattito pubblico, del 20 marzo, nell’Aula Blu dei Centri Comuni, fissato dal decano, prof. Lorenzo Mangoni. Incontro piuttosto rapido, poco più di un’ora e mezza, con un pubblico che finiti gli interventi dei candidati è subito scappato via. Disinteresse? Siamo solo agli inizi di una campagna elettorale che si preannuncia serrata? Giochi già fatti? O la concomitanza di un incontro con un premio Nobel al Centro Congressi di via Parthenope? Non è chiaro. Forse un po’ di tutto.
In apertura il decano, da “notaio”, come tiene e precisare: “io debbo fare solo il vigile, guidare il traffico. Sono fuori ruolo e il 31 ottobre andrò in pensione, dunque non potrò neppure godere del risultato elettorale”. Dunque notaio tout-court. “Null’altro. Quello di oggi è solo un primo incontro preliminare, un secondo incontro, presumo, si potrebbe tenere dopo le vacanze pasquali”. Il voto? “Com’è tradizione della Facoltà, a giugno, sentiti però i colleghi”. E passa ad illustrare le candidature: “mi sono giunte tre lettere di appoggio a tre diverse candidature. Alla professoressa Elena Sassi, con 14 firme di appoggio, primo firmatario il professor Lepore (chimico a Scienze Biologiche); una seconda lettera, di 8 professori ordinari di Fisica, primi firmatari i professori Capaccioli e Milano, di appoggio alla candidatura del prof. Pettorino. E due documenti, dei due Dipartimenti di Chimica, con 38 e 31 firme, che invitano il prof. Pavone a candidarsi”. Tutte e tre le lettere motivano la candidatura: per capacità scientifica, competenza, esperienza internazionale e di gestione.
In apertura il decano, da “notaio”, come tiene e precisare: “io debbo fare solo il vigile, guidare il traffico. Sono fuori ruolo e il 31 ottobre andrò in pensione, dunque non potrò neppure godere del risultato elettorale”. Dunque notaio tout-court. “Null’altro. Quello di oggi è solo un primo incontro preliminare, un secondo incontro, presumo, si potrebbe tenere dopo le vacanze pasquali”. Il voto? “Com’è tradizione della Facoltà, a giugno, sentiti però i colleghi”. E passa ad illustrare le candidature: “mi sono giunte tre lettere di appoggio a tre diverse candidature. Alla professoressa Elena Sassi, con 14 firme di appoggio, primo firmatario il professor Lepore (chimico a Scienze Biologiche); una seconda lettera, di 8 professori ordinari di Fisica, primi firmatari i professori Capaccioli e Milano, di appoggio alla candidatura del prof. Pettorino. E due documenti, dei due Dipartimenti di Chimica, con 38 e 31 firme, che invitano il prof. Pavone a candidarsi”. Tutte e tre le lettere motivano la candidatura: per capacità scientifica, competenza, esperienza internazionale e di gestione.
Di Donato: “il buco
economico è strutturale”
economico è strutturale”
L’intervento di apertura è però del Preside uscente, prof. Alberto Di Donato. Che cattura la scena, per profondità di riflessione e spessore di politica accademica. Di fatto detta la linea politica della Facoltà. Che peccato la non rieleggibilità, ha pensato più d’uno. Che cosa farà Di Donato da grande? Se lo chiedono in parecchi, ed anche noi. Lui risponde ad Ateneapoli: “un magnifico mestiere: il professore universitario”. Sarà! E l’uso di quel termine, “Magnifico?”
L’intervento: “la Presidenza è un organo che sovrintende la didattica. Le iscrizioni nel 2006/2007 hanno fatto registrare un boom con 2.978 immatricolati, il 60% nell’area biologica. Va dato un nuovo assetto alla didattica, grazie a documenti recenti approvati in Consiglio di Facoltà, quella della nuova riforma è un’occasione da non perdere”. “Un tema centrale, uno dei cardini, insieme al reclutamento del personale docente” dove “necessita un riequilibrio: ogni docente deve dare il proprio contributo, non più lavorando per nicchie, ma per tutti: i matematici, i chimici, i geologi, etc.”. Le gravità del buco economico dell’ateneo: “una situazione non facile, con un buco strutturale e non congiunturale, su cui bisogna riflettere. Anche perché non tutte le Facoltà ritengono di essere in debito con l’ateneo”. Dunque “squilibri di ateneo; c’è chi dice che noi di Scienze non siamo debitori ma creditori”. Quindi il valore dell’unità: “che è sempre stata la nostra diversità e la nostra forza, ed anche il motivo del nostro peso nell’ateneo”. Grande, corale, applauso. Dopo il Preside, tocca al prof. Luigi Maria Ricciardi (Matematica), già vice Presidente del Polo delle Scienze. “Avrei preferito che le candidature a Preside fossero scaturite da una riflessione di Facoltà su programmi discussi collettivamente, e non da indicazioni di colleghi che appoggiano l’una o l’altra candidatura”. “Sono per candidature indipendenti, distanti da ogni appartenenza a settori disciplinari o dipartimenti”, auspica “nuovi incontri di riflessione”. Sulla stessa linea il prof. Paolo Strolin (Fisica).
L’intervento: “la Presidenza è un organo che sovrintende la didattica. Le iscrizioni nel 2006/2007 hanno fatto registrare un boom con 2.978 immatricolati, il 60% nell’area biologica. Va dato un nuovo assetto alla didattica, grazie a documenti recenti approvati in Consiglio di Facoltà, quella della nuova riforma è un’occasione da non perdere”. “Un tema centrale, uno dei cardini, insieme al reclutamento del personale docente” dove “necessita un riequilibrio: ogni docente deve dare il proprio contributo, non più lavorando per nicchie, ma per tutti: i matematici, i chimici, i geologi, etc.”. Le gravità del buco economico dell’ateneo: “una situazione non facile, con un buco strutturale e non congiunturale, su cui bisogna riflettere. Anche perché non tutte le Facoltà ritengono di essere in debito con l’ateneo”. Dunque “squilibri di ateneo; c’è chi dice che noi di Scienze non siamo debitori ma creditori”. Quindi il valore dell’unità: “che è sempre stata la nostra diversità e la nostra forza, ed anche il motivo del nostro peso nell’ateneo”. Grande, corale, applauso. Dopo il Preside, tocca al prof. Luigi Maria Ricciardi (Matematica), già vice Presidente del Polo delle Scienze. “Avrei preferito che le candidature a Preside fossero scaturite da una riflessione di Facoltà su programmi discussi collettivamente, e non da indicazioni di colleghi che appoggiano l’una o l’altra candidatura”. “Sono per candidature indipendenti, distanti da ogni appartenenza a settori disciplinari o dipartimenti”, auspica “nuovi incontri di riflessione”. Sulla stessa linea il prof. Paolo Strolin (Fisica).
Pettorino: “ricostruire
un’identità forte”
un’identità forte”
Dunque tre candidati. Il prof. Roberto Pettorino, che parla al cuore dei docenti, all’identità, aprendo le porte ad una contrapposizione con Facoltà in crescita politico-accademica come la storicamente amata-odiata Medicina, e l’ascesa di Ingegneria (che potrebbe esprimere il futuro Rettore). Un Pettorino programmatico afferma: “sono grato ai colleghi che mi hanno chiesto disponibilità a candidarmi, ma mi hanno messo in difficoltà: ritengo che il Preside debba realmente essere sganciato da tutti. A Scienze ci sono 381 professori e 164 ricercatori, un corpo elettorale vastissimo, è dunque necessario essere super partes nella pratica quotidiana”. “Siamo una Facoltà squilibrata, con 1.800 matricole su 2.700 concentrate a Scienze Biologiche”, è “necessario un ringiovanimento del corpo docente”, va “semplificata l’offerta didattica”, si deve “ricostruire un’identità forte di Facoltà” e pensa ad un “inventario dell’offerta della Facoltà di Scienze, al rapporto con il territorio”, ad un “confronto con l’ateneo”, e ad una competizione, con Facoltà come Medicina ed Ingegneria ad esempio “sull’Informatica che è un pezzo indispensabile e caratterizzante della nostra area disciplinare”. Chiede “un riequilibrio che sia di ateneo, non solo di Facoltà” ed un “riposizionamento di Scienze” in vista della scadenza di Trombetti dal rettorato dell’ateneo. Parla poi di “ritardo della Facoltà sulle nuove tecnologie, sull’e- learning”.
Pavone: “un patto di
solidarietà in Facoltà”
solidarietà in Facoltà”
Vincenzo Pavone, secondo candidato in ordine di interventi, sceglie invece una linea soft, dialogante oltre misura, dopo l’exploit dell’ufficializzazione – su Ateneapoli – della disponibilità a candidarsi, e lo zoccolo duro di 69 firme di appoggio, che lo caratterizzano come un bulldozer con cui misurarsi. Pavone, dunque, gioco forza, anche per non urtare una parte della Facoltà turbabile da una partenza troppo muscolare, ha perciò tenuto bassi i toni: “non ho nessun programma, quello si scrive insieme, è frutto di una riflessione collettiva”, ricorda di aver già dichiarato, nella seduta congiunta dei due dipartimenti di chimica “non posso e non voglio, essere espressione solo dei chimici” e propone “un patto di solidarietà nella Facoltà”. Ribadisce poi il ruolo di responsabilità di Scienze nell’ateneo “in questi ultimi 30 anni”, e dunque appare più smaliziato, più politico quando utilizza il termine “confronto” non contrapposizione con Medicina ed Ingegneria, è il suo invito; insieme al “riequilibrio” in ateneo, e riconosce una “nostra responsabilità: negli ultimi anni abbiamo abdicato ad un ruolo di stimolo culturale”. Insomma “parla alla testa” ed in qualche modo anche alla tasca, – concretezza ed idealità – quando ricorda “abbiamo più di mille affidamenti, vanno governati. Ed anche questo comporta un lavoro enorme” tocca le corde della Facoltà quando afferma: “occorre ritornare alla ricerca di base, contro la 270 e la Martinotti”, pur non tralasciando la ricerca applicata.
Sassi: “più contenuti,
meno organigrammi”
meno organigrammi”
Terza, in ordine alfabetico, la prof.ssa Elena Sassi, 68 anni, pasionaria, parla di un riequilibrio interno in funzione rosa, “sono tantissime le studentesse iscritte a Scienze, ma poche quelle che diventano docenti; sono stata la prima donna Presidente di Corso di Laurea e la prima docente (e donna scienziata, è implicito n.d.r.) ad intervenire come relatrice agli incontri de La Corte di Federico”, parla dunque alle donne della Facoltà, al loro orgoglio e ad una generazione (i 60-65 anni) che ha avuto, come lei, un ruolo importante in Facoltà e nell’ateneo (“sono professore ordinario da 20 anni”, molti più degli altri candidati), “ho ricoperto incarichi istituzionali”, – “sono sempre stata fuori” dalle consorterie (come ha esplicitato il prof. Lepore), “non appartengo a nessun gruppo forte, anche il mio stesso Corso di Laurea ha ritenuto non opportuno tenere un incontro preliminare in cui parlare delle candidature a Preside”, – di fatto preferendogli il generazionalmente più giovane ma egualmente dal forte calibro scientifico Pettorino, forse più in sintonia con le dinamiche di governo dell’ateneo; – “non sono di nessuna area scientifica di provenienza” dunque può, a suo dire, meglio rappresentare la Facoltà nella sua interezza, e “non ho interessi di carriera, perché l’ho già fatta tutta”, asserisce. “Ero contraria alle firme di appoggio alla candidatura” ma l’hanno fatto gli altri e dunque ha cercato di non arrivare sguarnita. Afferma: “bisogna tornare a parlare di contenuti e non solo di organigrammi ed organizzazione”. Concorda sulla necessità di “un riequlibrio tra i Corsi di Laurea, ma che va deciso insieme”. Ricorda che ci si dovrà occupare anche di un Corso di Laurea per la formazione degli insegnamenti scolastici.
Ricapitolando. Sassi: “il sociale, madre nobile, espressione di una generazione che molto ha dato”, “la storia”; Pettorino: “il giovane (ha 55 anni n.d.r.), il rinnovamento, l’entusiasmo”; Pavone: “il calcolatore, l’uomo di scienza e di governo” per dirla con le parole di un docente anziano che preferisce l’anonimato e che aggiunge: “tre posizioni importanti, tre istanze forti e tutte degne. Necessiterebbero tutti e tre alla Presidenza, magari a rotazione. Ma come si fa?”.
Ricapitolando. Sassi: “il sociale, madre nobile, espressione di una generazione che molto ha dato”, “la storia”; Pettorino: “il giovane (ha 55 anni n.d.r.), il rinnovamento, l’entusiasmo”; Pavone: “il calcolatore, l’uomo di scienza e di governo” per dirla con le parole di un docente anziano che preferisce l’anonimato e che aggiunge: “tre posizioni importanti, tre istanze forti e tutte degne. Necessiterebbero tutti e tre alla Presidenza, magari a rotazione. Ma come si fa?”.
Lepore contro
“l’appartenenza”
“l’appartenenza”
A mettere un po’ di pepe nel dibattito, ci ha pensato il prof. Ugo Lepore, chimico, noto per la premessa con cui apre i suoi interventi (“sarò breve”): “più candidature sono una ricchezza ed una grande opportunità; ma tante firme in appoggio di una sola candidatura sono il segno di poca democrazia”. Chiede quindi meno appoggio bulgaro e “maggiore trasversalità”. E’ contro il voto “di appartenenza” disciplinare, “o alla persona o all’elettore più vicino”, critica gli 8 ordinari firmatari della candidatura Pettorino “preferirei candidati, appoggiati anche da associati e ricercatori”, si dichiara “contro la gestione personalistica della Facoltà e il ritorno ad una maggiore unitarietà”. Critica, infine “la gestione notarile della Facoltà sugli ordinamenti didattici” e si dichiara “contro certe fughe in avanti, come la creazione di un Ufficio di coordinamento dei Presidenti di Corso di Laurea” non previsti dallo Statuto e potenzialmente mortificanti il ruolo del Consiglio di Facoltà.
Elena Sassi, in privato e ad Ateneapoli, ricorda che “i calcoli si fanno alla fine” e che – accompagnata sotto braccio dalla professoressa Paola De Capoa, Presidente di Corso di Laurea- “anche Geologia ha 80 voti”, facendo intendere che potrebbero essere in gran parte destinati a lei.
Elena Sassi, in privato e ad Ateneapoli, ricorda che “i calcoli si fanno alla fine” e che – accompagnata sotto braccio dalla professoressa Paola De Capoa, Presidente di Corso di Laurea- “anche Geologia ha 80 voti”, facendo intendere che potrebbero essere in gran parte destinati a lei.
Solidarismo e
certezze economiche
certezze economiche
Scienze, dunque, la sua storia, tante visioni dell’Università, una anche un po’ filosofica, salda nei principi, forte nelle idealità, ricca nei curriculum, contro un’idea della scienza molto attenta al cambiamento, al mercato e ai finanziamenti, pur se impegnata nel sociale, come una parte dei suoi docenti. Una storia e l’identità di una Facoltà che è, sotto il peso delle ultime leggi finanziarie, alla ricerca di una nuova identità, un riposizionamento e nuove certezze, anche economiche, per se e per i propri giovani. Perciò le parole che debbono far riflettere, del Preside “scadente” – come si è autodefinito Di Donato – all’apertura: “questa Facoltà non ha mai lasciato a piedi nessuno”. Solidarismo, e insieme velocità dei tempi della scienza e dell’innovazione scientifica, mercato (o “territorio”, più eufemisticamente) – come ha detto sempre Di Donato nel suo intervento pragmatico e molto applaudito -. Scienze tra storia e innovazione, tra missione scientifica e ricadute nel sociale, e quando Scienze si interroga è un pezzo di storia dell’ateneo, di vita pulsante del Federico II che riflette, che si autotrafigge e che traccia una parte significativa del comune sentire dell’ateneo e delle linee guida che lo rappresentano. “Però – ha aggiunto Di Donato ad Ateneapoli – alla fine usciamo sempre uniti: divisi nella discussione, ricchi nelle proposte, ma poi con un’unica posizione all’esterno. E questa è la nostra forza”. E per il futuro tre storie, tre fette importanti e significative della Facoltà tutte e tre degne, come tutti riconoscono.
A fare la differenza potrebbe essere il carattere: forti e decisionisti Pavone e la Sassi, più dubitativo Pettorino. L’anagrafe. C’è chi ha vissuto il ’68 e si ritiene portatore di un ruolo che le competenze scientifiche personali e la storia gli hanno assegnato, e chi nel ’68 aveva 17-19 anni, quell’istanza di cambiamento l’ha vissuta soprattutto nel racconto degli amici più adulti, ne ha sposato il pensiero sociale, ma nel linguaggio e nella forma mentis ha aggiunto termini come: valutazione, competizione, globalizzazione. Siamo ancora agli inizi, i giochi sono ancora aperti, e c’è un docente che da Ateneapoli avverte: “attenti, a non includere come voti certi, la stima per la persona. Che è cosa diversa dall’appoggio al candidato”. Insomma, nessuno pensi di avere già la vittoria in tasca.
Paolo Iannotti
A fare la differenza potrebbe essere il carattere: forti e decisionisti Pavone e la Sassi, più dubitativo Pettorino. L’anagrafe. C’è chi ha vissuto il ’68 e si ritiene portatore di un ruolo che le competenze scientifiche personali e la storia gli hanno assegnato, e chi nel ’68 aveva 17-19 anni, quell’istanza di cambiamento l’ha vissuta soprattutto nel racconto degli amici più adulti, ne ha sposato il pensiero sociale, ma nel linguaggio e nella forma mentis ha aggiunto termini come: valutazione, competizione, globalizzazione. Siamo ancora agli inizi, i giochi sono ancora aperti, e c’è un docente che da Ateneapoli avverte: “attenti, a non includere come voti certi, la stima per la persona. Che è cosa diversa dall’appoggio al candidato”. Insomma, nessuno pensi di avere già la vittoria in tasca.
Paolo Iannotti







