Più di 200 borse di mobilità per tirocini presso università e aziende straniere

Erasmus, il programma di scambio destinato agli studenti intenzionati a trascorrere all’estero un periodo della loro vita universitaria ed a seguire corsi in università straniere, prevede anche la possibilità di effettuare tirocini oltre frontiera, in centri di ricerca od aziende. Questa particolare versione del progetto si chiama Mobility for traneeeship. Il primo bando della Federico II risale allo scorso inverno. Il secondo scade il 16 ottobre. Le borse di studio – per l’attività di tirocinio che può andare da minimo 2 mesi fino ad un massimo di 6 – variano da 430 euro mensili per i Paesi dove il costo della vita è medio-basso a 480 euro per i Paesi con il costo della vita più elevato. Più di 200 gli scambi attivati dai Dipartimenti della Federico II. Ad offrire più opportunità, quelli del Collegio di Ingegneria (fa la parte del leone quello di Ingegneria Industriale con una quarantina di borse disponibili).
“Questa versione nuova dell’Erasmus – spiega il professore Roberto Teti, ordinario di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione al Dipartimento di Ingegneria chimica, dei materiali e della produzione industriale, referente di 14 attività sulle 16 complessive del suo Dipartimento – permette di costruire percorsi personalizzati per i tirocinanti. Le aziende ed i centri di ricerca, infatti, a differenza degli Atenei, non sono tenuti ad accogliere universitari. Affinché accettino e l’attività del tirocinante sia produttiva per sé e per la struttura che lo accoglie, bisogna concordare al meglio le attività che svolgerà. Richiede tempo, ma crea le condizioni perchè il soggiorno all’estero sia particolarmente utile”. Altra novità significativa, prosegue il docente, è quella relativa al periodo entro il quale si può svolgere l’Erasmus Plus. “Il tirocinio all’estero – sottolinea – può essere effettuato anche entro i dodici mesi successivi al conseguimento della laurea. La domanda va presentata prima, quando si è ancora studenti, ma c’è questa opportunità di partire a carriera universitaria conclusa. Mi pare molto importante. Senza l’assillo degli esami e dei corsi, il giovane potrà dedicarsi a tempo pieno all’attività di tirocinio in azienda oppure in un centro di ricerca. Insomma, può giocarsi al meglio le sue carte, magari in previsione di un progetto di inserimento lavorativo nella struttura”. Dalla Svizzera al Regno Unito passando per la Danimarca e l’Ungheria: le destinazioni dei tirocinanti degli scambi coordinati dal prof. Teti.
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