Un grande progetto promosso dal Ministero della Ricerca per promuovere l’utilizzo delle tecnologie informatiche di nuova generazione da mettere a disposizione della ricerca e del mondo produttivo. È S.Co.P.E (Sistema Cooperativo Distribuito ad Alte Prestazioni per Elaborazioni Scientifiche Multidisciplinari), un centro di calcolo ed un pacchetto software accessibile a tutti coloro che abbiano bisogno di sfruttare basi di dati molto complesse, gruppi di ricerca o aziende. Basterà registrarsi, scaricare i propri dati, selezionare i metodi con i quali lavorare e, senza che l’utente lo sappia, a seconda della complessità dei dati, le informazioni verranno elaborate dal proprio computer o inviate sulla griglia di calcolo Grid, l’Internet del futuro, come amano dire gli scienziati. L’iniziativa rientra nei finanziamenti inseriti nel piano PON a cinque diversi progetti tecnologici in altrettante Regioni del Mezzogiorno – Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna – che ha contribuito alla nascita della Grid Sud, una rete di calcolo virtuale che oggi è la più grande in Italia.
La presentazione ufficiale si è svolta lunedì primo dicembre nella Sala Rossa di Monte Sant’Angelo. Moderatore della giornata il prof. Antonino Mazzeo, che ha presentato i principali artefici del centro di calcolo: Giuseppe Marrucci, Leonardo Merola, Giorgio Ventre e Guido Russo, il ‘papà’ del progetto.
“Alla Federico II abbiamo sempre fatto calcolo spinto ma negli ultimi dieci anni la spinta era un po’ venuta meno. Questo progetto ha messo in campo ben 128 ricercatori e 65 giovani, persone che hanno imparato il mestiere e che hanno trovato lavoro in tempi rapidi. Il nostro è stato definito il PON esemplare dal 2000 ad oggi. Abbiamo saputo gestire così bene l’iniziativa che il Ministero ha destinato a noi anche i fondi che gli altri non avevano speso”, dichiara il prof. Russo. “È un’iniziativa fondata su radicate competenze che coinvolgono ben quindici Dipartimenti e che hanno permesso di realizzare uno dei cinquecento calcolatori più grandi al mondo, il più grande a sud di Bologna”, dice il prof. Marrucci, Presidente del CSI e responsabile scientifico del progetto. “Dal punto di vista tecnico, abbiamo messo a punto alcune soluzioni avanzate, riuscendo a sviluppare dei servizi che il software non aveva”, aggiunge il prof. Merola. “I settori interessati a questo genere di applicazioni sono i più disparati. Senza dimenticare tutto quello che riguarda i servizi al territorio e al cittadino. In questo ateneo, ogni giorno lavoriamo con le strutture del mondo produttivo, nel nome di Federico II e della Universitas del sapere che si riflette sul territorio”, conclude il prof. Ventre. Francesco Beltrame, Direttore del Dipartimento di Tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni del CNR, parla dell’accresciuta competitività territoriale. “I soldi per le iniziative ci sono, circa ventotto miliardi di euro tra PON, finanziamenti europei nell’ambito del programma quadro e fondi destinati alle Regioni ad obiettivo uno. Sta alle Amministrazioni trovare i modi per realizzare un’età della conoscenza in senso performativo che serve al raggiungimento di un valore”. Nevio Di Giusto, Amministratore Delegato dell’Elasis e del centro di ricerche FIAT, è entusiasta dei laureati della Federico II, entusiasmo che ha comunicato anche al Presidente della Repubblica, e della Campania (‘un territorio che non ha eguali nel mondo per quello che è in grado di offrire’). Poi spiega l’importanza del calcolo nell’industria automobilistica. “Da napoletano sono molto orgoglioso di aver contribuito con la mia azienda alla realizzazione di un data center importante come quello che abbiamo realizzato ad Oxford e Harvard”, dichiara Vincenzo Esposito, Amministratore Delegato della DELL Italia, l’azienda che ha contribuito alla realizzazione del sistema insieme all’Università. Roberto Petronzio, Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN – fa una carrellata dei progressi dell’Istituto tracciandone un profilo di avanguardia: “Scope è il nodo importante di un sistema. La sinergia con l’industria è importante perché se non si applica un programma di valorizzazione si genera precariato”.
Le conclusioni sono affidate a Nicola Mazzocca, Assessore regionale all’Università e alla Ricerca Scientifica: “la rete delle strutture dell’INFN nel Meridione gioca l’importante ruolo di serbatoio di conoscenze, ma dobbiamo pensare a sistemi sostenibili nel tempo, rinnovandoli spesso, perché diventano facilmente obsoleti e tutto ciò ha un costo. La Confindustria Campania già aveva posto la grid computing al centro dei suoi interessi ed è importante integrare tra loro i data center”. Al termine dell’incontro, l’Assessore ha metaforicamente eseguito il taglio del nastro: inserendo una smart card nell’apposito dispositivo ha attivato la macchina. Dopo la chiusura dei lavori una ristretta delegazione universitaria, costituita tra gli altri dal Rettore Guido Trombetti e dal Preside di Scienze Roberto Pettorino, è stata ricevuta per una ventina di minuti dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Teatro Mediterraneo, dove si svolgeva il convegno promosso dall’Unione Industriali. Nel corso dell’incontro si è parlato dei problemi della ricerca e il Capo dello Stato ha assicurato, nei limiti dei suoi poteri istituzionali, il proprio impegno in questo senso.
La presentazione ufficiale si è svolta lunedì primo dicembre nella Sala Rossa di Monte Sant’Angelo. Moderatore della giornata il prof. Antonino Mazzeo, che ha presentato i principali artefici del centro di calcolo: Giuseppe Marrucci, Leonardo Merola, Giorgio Ventre e Guido Russo, il ‘papà’ del progetto.
“Alla Federico II abbiamo sempre fatto calcolo spinto ma negli ultimi dieci anni la spinta era un po’ venuta meno. Questo progetto ha messo in campo ben 128 ricercatori e 65 giovani, persone che hanno imparato il mestiere e che hanno trovato lavoro in tempi rapidi. Il nostro è stato definito il PON esemplare dal 2000 ad oggi. Abbiamo saputo gestire così bene l’iniziativa che il Ministero ha destinato a noi anche i fondi che gli altri non avevano speso”, dichiara il prof. Russo. “È un’iniziativa fondata su radicate competenze che coinvolgono ben quindici Dipartimenti e che hanno permesso di realizzare uno dei cinquecento calcolatori più grandi al mondo, il più grande a sud di Bologna”, dice il prof. Marrucci, Presidente del CSI e responsabile scientifico del progetto. “Dal punto di vista tecnico, abbiamo messo a punto alcune soluzioni avanzate, riuscendo a sviluppare dei servizi che il software non aveva”, aggiunge il prof. Merola. “I settori interessati a questo genere di applicazioni sono i più disparati. Senza dimenticare tutto quello che riguarda i servizi al territorio e al cittadino. In questo ateneo, ogni giorno lavoriamo con le strutture del mondo produttivo, nel nome di Federico II e della Universitas del sapere che si riflette sul territorio”, conclude il prof. Ventre. Francesco Beltrame, Direttore del Dipartimento di Tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni del CNR, parla dell’accresciuta competitività territoriale. “I soldi per le iniziative ci sono, circa ventotto miliardi di euro tra PON, finanziamenti europei nell’ambito del programma quadro e fondi destinati alle Regioni ad obiettivo uno. Sta alle Amministrazioni trovare i modi per realizzare un’età della conoscenza in senso performativo che serve al raggiungimento di un valore”. Nevio Di Giusto, Amministratore Delegato dell’Elasis e del centro di ricerche FIAT, è entusiasta dei laureati della Federico II, entusiasmo che ha comunicato anche al Presidente della Repubblica, e della Campania (‘un territorio che non ha eguali nel mondo per quello che è in grado di offrire’). Poi spiega l’importanza del calcolo nell’industria automobilistica. “Da napoletano sono molto orgoglioso di aver contribuito con la mia azienda alla realizzazione di un data center importante come quello che abbiamo realizzato ad Oxford e Harvard”, dichiara Vincenzo Esposito, Amministratore Delegato della DELL Italia, l’azienda che ha contribuito alla realizzazione del sistema insieme all’Università. Roberto Petronzio, Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN – fa una carrellata dei progressi dell’Istituto tracciandone un profilo di avanguardia: “Scope è il nodo importante di un sistema. La sinergia con l’industria è importante perché se non si applica un programma di valorizzazione si genera precariato”.
Le conclusioni sono affidate a Nicola Mazzocca, Assessore regionale all’Università e alla Ricerca Scientifica: “la rete delle strutture dell’INFN nel Meridione gioca l’importante ruolo di serbatoio di conoscenze, ma dobbiamo pensare a sistemi sostenibili nel tempo, rinnovandoli spesso, perché diventano facilmente obsoleti e tutto ciò ha un costo. La Confindustria Campania già aveva posto la grid computing al centro dei suoi interessi ed è importante integrare tra loro i data center”. Al termine dell’incontro, l’Assessore ha metaforicamente eseguito il taglio del nastro: inserendo una smart card nell’apposito dispositivo ha attivato la macchina. Dopo la chiusura dei lavori una ristretta delegazione universitaria, costituita tra gli altri dal Rettore Guido Trombetti e dal Preside di Scienze Roberto Pettorino, è stata ricevuta per una ventina di minuti dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Teatro Mediterraneo, dove si svolgeva il convegno promosso dall’Unione Industriali. Nel corso dell’incontro si è parlato dei problemi della ricerca e il Capo dello Stato ha assicurato, nei limiti dei suoi poteri istituzionali, il proprio impegno in questo senso.
Simona Pasquale