Specialistica e voto di laurea, gli studenti vogliono chiarezza

Riforma universitaria e voto di laurea: l’ennesimo punto interrogativo. Già, perché ad Ingegneria si sa ancora poco del metodo di assegnazione del voto finale alla Laurea triennale; nulla è detto, invece, per quello della Specialistica. Un bel problema per la gran parte degli studenti a cui, diciamolo, di un esame è proprio il voto ciò che interessa di più.
Ben diversa e più cristallina la condizione dei vecchi iscritti. Prima dell’entrata in vigore del DM 509/99 esisteva un unico esame di laurea, e ogni Corso di Laurea applicava un proprio regolamento, noto a tutti e spesso riportato sulla Guida dello Studente. “Visto che nei primi tre anni di corso gli studenti devono superare una trentina di esami – commenta Monica Del Naja, neo rappresentante degli studenti in Senato Accademico e membro dell’Unione degli Universitari – per correttezza nei loro confronti sarebbe opportuno renderli partecipi dei meccanismi che calcoleranno il voto al loro prezioso esame di laurea”. “Non si può pensare – prosegue Del Naja – che uno studente possa sapere quale votazione finale potrà raggiungere solo dopo aver superato tutti gli esami: come si può gestire un curriculum universitario in una condizione simile?”.
Media ponderata
alla triennale
Grazie all’autonomia didattica degli Atenei introdotta dalla riforma, ogni singolo Corso di Laurea può decidere le modalità della prova finale. Peccato che “gli ordinamenti didattici dei nostri CdL si riferiscano all’elaborato di laurea in modo assolutamente scarno, senza alcuna precisazione sulle modalità di conseguimento del voto di laurea”, riferisce la studentessa. Che aggiunge: “dopo una serie di sollecitazioni ai docenti, quel che siamo riusciti ad ottenere è una sorta di bozza che i singoli corsi di studio e commissioni di esame possono applicare in completa autonomia”. “Insomma – taglia corto Monica Del Naja – nulla di scritto, nessun regolamento, ma un semplice ‘patto tra gentiluomini’ che non fa male a nessuno”.  
Semplici linee guida, dunque, comuni a tutti i CdL della Facoltà di Ingegneria. “Si calcola una media ponderata – spiega la rappresentante – dividendo la somma dei voti ottenuti agli esami per il  numero totale dei crediti. Quest’ultimo si ricava sottraendo dai 180 crediti complessivi quelli per le cui attività non sono previsti voti, in genere sei crediti tra laurea e tirocini”. Il risultato va poi moltiplicato per 11/3 per trasformare la votazione di partenza in 110. 
In sede di discussione della tesi, lo studente può ambire fino ad un massimo di otto punti, di cui cinque vengono assegnati in base all’elaborato di laurea (esposizione, contenuti, ecc.) e tre per la carriera universitaria (tempi di laurea, votazione media agli esami, ecc.). 103 il minimo da cui bisogna partire se poi si vuole raggiungere il famoso 110 e lode. Secondo le disposizioni generali, anche le lodi hanno un loro peso: 0,1 punto se ottenute ad un esame da 3 crediti, 0,2 per uno da 6 e 0,3 per uno da nove. “Queste norme – chiarisce Monica Del Naja – sono diventate definitive solamente ai primi di settembre. Peccato che personalmente mi sia laureata a novembre, in un contesto in cui non c’era alcuna informazione sul modo in cui sarei stata valutata”. 
Per quel che concerne il biennio specialistico, è peggio che andar di notte. “Non si sa assolutamente nulla della votazione della laurea specialistica, né quanto possa influire su di essa il voto della triennale”. Un ultimo appunto: “ad Ingegneria non sono stati ancora diffusi gli ordinamenti didattici delle specialistiche. Non solo vogliamo chiarezza – protesta Del Naja – ma anche rispetto per gli studenti, che con tanto impegno vanno avanti in questo mondo universitario pieno di dubbi ed incertezze”.
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