Studente scopre un pesce fossile a Pietraroja

Storia di un’escursione multidisciplinare con sorpresa. In una mattina dell’ottobre 2004 Claudio Pede, studente del Corso di Laurea in Scienze della Natura, camminava lungo il sentiero di Pietraroja assieme ai suoi colleghi di università e alle professoresse Lucia Simone, Presidente del Corso di Laurea e docente di Geologia, e Carmela Barbera, docente di Paleontologia. Una visita guidata presso una delle aree fossifilifere più famose dell’Italia meridionale. Proprio a Pietraroja, nel parco del Matese, fu ritrovato lo Sciopionix Samniticus, il piccolo dinosauro chiamato Ciro. Claudio non avrebbe mai immaginato di poter essere egli stesso, in quel posto e in quell’occasione, autore di una scoperta che avrebbe inciso sul corso dei suoi studi e probabilmente sulla sua futura carriera. Una pietra di colore diverso dalle altre, gettata in una discarica abusiva fuori dall’area vincolata, un colpo d’occhio e di fortuna ed ecco la sorpresa: la testa di un pesce fossile di grandi dimensioni. Quel pesce è oggi l’oggetto della tesi di laurea di Claudio Pede. “Un caso davvero fortunato!”, esclama senza falsa modestia lo studente, amante della paleontologia da sempre. Tiene a precisare che se pure non fosse incappato nel bel fossile, la sua tesi avrebbe riguardato ugualmente quella materia. “Neppure a farlo apposta, mi sarebbe piaciuto comunque studiare i pesci fossili”, dice. Poi passa a descrivere le caratteristiche dell’esemplare, che rendono la scoperta di una certa importanza. “Si tratta di una specie che in Italia non è stata ancora ritrovata, abbiamo solo la testa, lunga 35 centimetri, mentre il resto del corpo dovrebbe arrivare alla lunghezza di un metro. Il reperto pesa circa 20 chili. Ma la cosa che ci ha più stupito è il fatto che pare siano rimaste alcune parti molli del pesce. Dovrebbero essere rilevate grazie alle prossime analisi chimiche”. Ma come si svolge il lavoro di Claudio? Quanto è impegnativo? “Voglio subito sottolineare che nello studio del fossile sono assistito costantemente dalla prof. Barbera e dal prof. Marco Signore, il quale ha già studiato Ciro. Per ora stiamo mettendo i nomi alle ossa mentre in merito alla classificazione siamo riusciti ad arrivare solo fino alla famiglia, non anche al genere e alla specie. Nel nostro caso bisogna tenere conto di una importante variante rispetto ad altri ritrovamenti. Infatti solitamente dei pesci fossili viene alla luce solo la coda. Questo è il primo caso in cui la testa è completa”. Il reperto, che attualmente si trova presso l’Università Federico II per ragioni scientifiche, dovrebbe presumibilmente tornare a Pietraroja, ma la decisione a riguardo spetta esclusivamente alla Sovrintendenza dei beni archeologici di Salerno. Intanto un sito olandese dedicato all’archeologia e alla paleontologia ha già pubblicato una relazione sul pesce fossile, a firma anche dello studente. Per leggerlo basta collegarsi a www.palarch.nl.      (Sa.Pe.)
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