Tempo di esami, la parola ai docenti

“In pochi hanno sostenuto gli esami a maggio, le prove erano troppo ravvicinate alla fine delle lezioni. Prepararsi al colloquio finale in soli dieci giorni è difficile. Il tempo risulta davvero insufficiente”, il commento sull’inizio della sessione estiva della prof.ssa Clelia Iasevoli, docente di Procedura Penale che prevede maggiore affollamento agli appelli di giugno e luglio. “Il programma è ampio, la materia fondamentale e, a dire il vero, anche dare l’esame a giugno è azzardato”. Dei 40 studenti che hanno superato la prova a maggio, nessuno ha seguito il corso quest’anno ma in anni precedenti. I risultati non sono stati brillanti: “solo una decina di candidati erano abbastanza preparati. Gli altri avevano di base uno studio descrittivo e quindi i voti sono stati bassi”. Ma cosa vuol dire studiare in modo descrittivo? “Avere una formazione prettamente manualistica, insufficiente rispetto allo studio attivo richiesto. Studiare a memoria non porta mai a grandi risultati. Questa è una disciplina che sottende un sistema di ragionamento, non un insieme di nozioni assemblate per essere ripetute a richiesta”. Insomma, una seduta sconfortante… “Direi non soddisfacente, mi auguro vada diversamente nei prossimi mesi con i ragazzi frequentanti il corso”. 
Intanto, a fine maggio si è concluso il ciclo di seminari dal titolo ‘Scenari e trasformazioni del processo penale. Ricordando Massimo Nobili’. Gli studenti hanno avuto la possibilità di avvicinare giuristi di fama internazionale nel campo del diritto penale. “Abbiamo ospitato nel corso dei mesi tanti docenti illustri, nell’ultimo incontro è intervenuto il prof. Renzo Orlandi dell’Università di Bologna. Gli appuntamenti per i ragazzi sono stati fonte di forte arricchimento. Oggi più che mai il confronto con il mondo giuridico esterno è indispensabile. Non si può più pensare di sedersi all’esame e recitare il programma a memoria. Occorre gettare le basi per un metodo di studio efficace”. Come ha suggerito il prof. Orlandi: “Bisogna volare alto, andare oltre la pura nozione. Il giurista, se vuole emergere, deve avere una grande cultura di base e confrontarsi con il sistema”. 
Poche matricole agli esami di Istituzioni di Diritto Privato. “La sessione di maggio è stata frequentata da studenti iscritti agli anni precedenti, prevalentemente quelli del secondo anno. Le matricole, generalmente, sostengono la prova a luglio o direttamente dopo l’estate, a settembre. Così hanno un lasso di tempo maggiore per ripetere e incamerare le nozioni”, spiega la prof.ssa Oriana Clarizia. La docente si dice “abbastanza soddisfatta” sia della prima tornata di esami che del corso concluso da poco, in aula la presenza “è stata partecipata e numerosa fino a maggio”. Alcune iniziative però sono state ‘sospese’ a causa della mancanza di tempo per ultimare il programma. “Non c’è stata la consueta tavola rotonda, la lezione svolta in aula dai ragazzi. Questo periodo è stato un po’ di passaggio, dovevamo prendere le misure e dedicarci ai corsi. Dal prossimo anno accademico torneremo con le nostre iniziative”. 
Si è tenuta, invece, la tradizionale Simulazione Processuale promossa dalla cattedra di  Procedura Civile del prof. Salvatore Boccagna. “La simulazione è andata molto bene, i ragazzi arrivati fino alla fine sono stati una quarantina, davvero tutti molto bravi. Ci sono state tre discussioni con 6 gruppi contrapposti tra parte di attore e convenuto. Ottimo il livello raggiunto. I giudici che hanno assistito alla Moot si sono dichiarati soddisfatti ed hanno elargito complimenti ai partecipanti”. Capitolo esami: “I corsisti che hanno sostenuto l’esame a maggio sono stati quelli che hanno seguito il corso da 6 crediti del I semestre (Procedura Civile I). Solo un paio di studenti, terminate le lezioni, si sono cimentati nella prova da 9 crediti (Procedura Civile II). In linea di massima, su 400 prenotati, ne avrò avuti una decina che hanno affrontato la prova alla fine del corso”, afferma il professore. “I primi giorni – continua – gli esami non sono andati affatto bene. I vecchi immatricolati, parlo di studenti parecchio fuori corso, avevano già sostenuto in precedenza la disciplina, senza ottenere un buon esito. Ho notato in questi ragazzi una situazione di sofferenza nell’affrontare e ripetere nuovamente la materia”. Secondo il docente, poter sostenere gli esami ogni 20 giorni, sfruttando un appello ogni mese, non giova alla preparazione. “Ho notato che alcuni studenti sono venuti a ‘tentare’ la prova, alcuni me lo hanno proprio confermato. Alla seconda o terza domanda, i ragazzi se ne andavano, dichiarando di non essere preparati. Poi magari tornano dopo 20 giorni e ci riprovano”. Che senso può avere tutto ciò? “Vengono a vedere che tipo di domande si pongono, com’è il docente. Insomma, si siedono per avere un’idea dell’esame e magari rompono il ghiaccio con la materia. Maggio è di sicuro una sessione di recupero per i ragazzi che hanno seguito il corso il I semestre. Inoltre, è un banco di prova”. Il boom di presenze si aspetta a giugno – luglio. “Sono date non troppo lontane nel tempo, che però consentono di ripetere e riordinare le idee dopo il corso”. Il professore però sottolinea: “Nell’ultima seduta di esami, quella con le matricole recenti, gli esiti delle prove sono stati diversi. Ricordo vari 30 e in particolare una ragazza che è andata benissimo. Questo dimostra che rimandare l’esame non giova affatto, ma aiuta ad incrementare le possibilità di errore. Come ho sempre ribadito, la disciplina va affrontata durante il proprio anno di corso, senza inutili e dannosi rinvii”. 
“Quello di maggio è un appello tranquillo, poco frequentato. I corsisti e, parlo di quelli che hanno seguito assiduamente, si presentano a giugno”, dice il prof. Giuseppe Guizzi, ordinario di Diritto Commerciale. Su 67 prenotati erano presenti in aula solo in 15. “La buona notizia è che non c’è stato nessun bocciato”. Però, aggiunge, “in prospettiva non è pensabile tenere in vita un simile calendario di esami, occorre riformulare la didattica”. Il ripensamento c’è e sta trovando seguito fra le fila dei docenti: “Me ne sto occupando personalmente, soprattutto per gli esami da 12 crediti, non ha senso mantenere questa organizzazione degli appelli. Si potrebbe puntare su una doppia sessione tra giugno – luglio con 4 appelli, due al mese. Calibrandoli bene, si possono gestire, evitando così date a ridosso delle lezioni”. Secondo il docente, attualmente, occorre investire su questo punto: “La calendarizzazione è nata già male, per evitare la sovrapposizione fra corsi ed esami si è sacrificato il semestre. Non è consono ‘costringere’ a chiudere i corsi prima di raggiungere gli obiettivi per fissare un appello a  maggio, opportunità che, come si evince, non è nemmeno molto utilizzata dagli studenti”. Da’altra parte: “Non è pensabile sostenere un esame come Commerciale quindici giorni dopo la fine delle lezioni. Gli studenti non riescono a riordinare le idee in così poco tempo, figuriamoci a sostenere un colloquio”. Il docente ha fissato l’esame il 30 di maggio per aiutare i ragazzi ma le prove di alcune materie si sono svolte il 17, due giorni dopo la chiusura delle lezioni. Insomma, occorrerò riprogrammare la didattica per il prossimo anno. Una bella gatta da pelare per il nuovo Coordinatore del Corso di Laurea (il prof. Aurelio Cernigliaro, in pensione da novembre, decadrà dall’incarico il prossimo luglio). Il prof. Guizzi esclude una sua candidatura (“sono in regime part-time e per questo motivo non potrò candidarmi”) ma spero che il nuovo eletto “resti coerente al progetto di revisione didattica a cui sto lavorando ormai da tempo, in sinergia con la Direzione e con gli altri colleghi”. 
Susy Lubrano
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