Il Dipartimento di Farmacia potrebbe presto dare il benvenuto a un nuovo percorso formativo. Si tratta del Corso di Laurea Magistrale in Chimica e Tossicologia Ambientale concepito per formare figure professionali capaci di far fronte a quelle criticità ambientali che sempre più spesso stanno avendo ricadute nefaste sulla salute umana. A spiegare la necessità dell’iniziativa didattica è il suo promotore, il prof. Ettore Novellino, Direttore del Dipartimento: “la nostra salute è sempre più spesso messa in pericolo da condizioni ambientali e da sostanze con le quali veniamo a contatto senza saperlo. Il nostro obiettivo, quindi, deve essere non solo curare, ma anche individuare e minimizzare i rischi, così da migliorare la qualità della vita”. Versatilità e competenze multidisciplinari le parole chiave. Un dato inequivocabile se si pensa all’ampia regia che dietro le quinte si è impegnata per dare il via alle procedure formali per l’attivazione del Corso: “abbiamo lavorato insieme con il Dipartimento di Biologia e con quello di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse, che hanno offerto le proprie competenze in materia di rischio idrogeologico”. A completare il team, il Dipartimento di Giurisprudenza: “importante per le leggi e le applicazioni delle normative”. Insieme per “formare un laureato che serve e che possa avere buone prospettive sul mercato del lavoro”. Il progetto è stato presentato circa un anno fa. Adesso la palla passa “agli organi centrali del Senato Accademico e all’amministrazione. Se verrà approvato, probabilmente sarà attivato già dal prossimo anno accademico”. L’auspicio, quindi, è che si possano presto raccogliere le prime iscrizioni da parte “dei nostri laureati Triennali in Controllo di qualità, ma anche dei chimici, dei biologi e di altri studenti provenienti dai settori scientifici. I destinatari, insomma, sono tanti”. Finora di controllo e valutazione ambientale si è parlato soltanto ai Corsi di Laurea Triennali o nelle Scuole di Specializzazione: “questo della Magistrale, al momento, è un tassello mancante. È uno spazio che manca alla Federico II, alla quale noi mettiamo al servizio le nostre esperienze chimiche e biologiche. I fatti – il riferimento è al rapporto pubblicato dall’Istituto Superiore della Sanità che ha mostrato un aumento di mortalità e di forme tumorali nella Terra dei Fuochi – stanno confermando necessità da noi sottolineate un anno fa. D’altra parte, sono convinto che l’università, per fare un buon lavoro, debba saper precorrere gli eventi”.
