Una struttura societaria funzionante per “far capire che non sei solo un ragazzino che fa i video”

“Nell’ultimo video, quello per la Coop, non si vede mai il prodotto, come mai?”, chiede uno studente. “Quel genere di campagne aiuta a creare attenzione intorno ad un termine, una parola chiave che rimanda a collegamenti in altri
siti e altre pagine social, che sono di pura informazione. Nel nostro caso si trattava dell’hashtag ‘falloprotetto’. Attraverso i nostri video, abbiamo creato delle attese e, per l’ultimo episodio, quello al termine del quale abbiamo inserito il prodotto, ci siamo ispirati ai commenti del pubblico” (Alfredo). “Quando realizzate un filmato, studiate l’idea a tavolino o seguite gli eventi del momento? E quanto vi aiutano i commenti degli utenti?”, vuol sapere un altro studente. “Di solito lavoriamo sulle indicazioni del cliente. Ogni idea viene vista insieme e approvata.
Alcuni ci lasciano più libertà, altri seguono canoni più classici. I commenti di chi ci segue ci aiutano molto, fin dai tempi di ‘Lost in Google’. Spesso rappresentano la parte veramente geniale del web” (Ciro e Alfredo). “Avete sfruttato al massimo tutte le potenzialità offerte dai social network?”, domanda dalla platea un ragazzo. “Su alcuni di essi, come Youtube, Facebook e Google, è possibile seguire gli andamenti e capirne l’utilizzo, in base alle fasce di età e alle pubblicazioni. Studiamo questi dati con grande attenzione, così come cerchiamo di tenerci sempre aggiornati sui nuovi mezzi”, risponde Alfredo che accenna alla nuova frontiera delle relazioni in rete, rappresentata da Snapchat, il social network più diffuso fra gli adolescenti statunitensiche consente di scambiarsi fotografie e filmati fino a dieci secondi che si cancellano automaticamente dopo la visualizzazione. Uno degli allievi del corso è interessato alle prospettive future: “Dal momento che i vostri contenuti sono sempre più caratterizzati dalla presenza di brand, rendendo, quindi, difficile dedicarsi ad altro, non temete che l’attenzione alle vostre pagine possa essere in parte assorbita dalla televisione?”. La risposta è interessante e complessa: “È vero che potremmo avere meno tempo da dedicare alle serie, ma i nostri ‘commercial’ hanno sempre un taglio narrativo, fortemente personalizzato. Si tratta di video che avemmo girato comunque. Che ci siano dei marchi all’interno
cambia veramente poco. La televisione non esclude il web, sono strumenti complementari all’interno della stessa macchina comunicativa e noi siamo aperti a tutte le strade” (Ciro, Simone e Alfredo). “Qual è la visione del futuro, per voi che siete stati dei precursori del digital marketing? E i contenuti trash possono influenzare negativamente il vostro lavoro?”, chiede ancora un ragazzo dal pubblico. “È diffusa fra gli ‘youtubers’ la tendenza a girare uno o due video al giorno. Ma i cortometraggi non si fanno così e tutti si uniformano allo stile. Di recente abbiamo pubblicato
‘Trent’anni’, una scommessa, un filmato di sedici minuti, molto diverso da quello che si gira di solito, il quale, forse proprio per il suo essere diverso, si è fatto notare ed ha avuto molti ascolti. Se si crea un trend, esiste sempre un modo per romperlo. Il futuro è sempre un’incognita, ma continuiamo a studiare per restare al passo con i tempi, una cosa che invitiamo anche voi a fare” (Alfredo e Simone). “Pensate a creare un hub puntando alla differenziazione con talenti che hanno la vostra stessa visione?”, è la curiosità di un altro studente. “Siamo molto interessati ai nuovi talenti con una visione vicina alla nostra, ma abbiamo bisogno di collaborare con altri creativi, per continuare a crescere” (Alfredo e Simone). “La vostra parodia su ‘Inside Out’ è stata un po’ meno elaborata di altri vostri progetti, ma siete stati i primi a diffonderlo. Quanto è importante la tempestività per un marketing di successo? E voi cosa preferite, la tempestività o la qualità?”, è la domanda di una studentessa. “Dipende. Se
devi cavalcare un fenomeno del momento, che prevedi si esaurirà presto, devi far uscire il video entro un paio d’ore. Noi siamo molto attenti all’attualità e abbiamo creato un contenitore per seguirla” (Ciro e Alfredo). “Quando avete deciso di inserire degli sponsor nei vostri lavori, non avete temuto di diventare scontati? Quanta autonomia vi danno i clienti?”. “Il nostro percorso è stato costruito per rendere chiaro che questo era il nostro mestiere e, se uno non tradisce il proprio linguaggio, prima o poi questo messaggio passa. I clienti collaborano molto con noi alla parte creativa, soprattutto per elaborare spunti che mettano in evidenza delle qualità del prodotto. All’inizio ci
sono state delle difficoltà, ma, una volta chiarito quale fosse il nostro lavoro, sono arrivati anche gli apprezzamenti” (Ciro, Simone e Alfredo). “Vi hanno mai chiesto di realizzare un video senza diffonderlo attraverso il vostro canale, per non essere sopraffatti dal vostro brand?”, domanda una ragazza. “Ultimamente ci hanno chiesto di curare, per un progetto, solo gli aspetti tecnici: regia e montaggio”. L’ultima domanda è del prof. Cantone: “Andando avanti, le abilità devono aumentare. Quando avete avvertito il momento di fare un salto come consulenti e professionisti? Su quali capacità avete investito?”. “Per relazionarsi con agenzie e clienti di un certo livello, il lavoro della struttura commerciale non deve mai essere sottovalutato. Solo se hai una tua struttura societaria che funziona, puoi far capire che non sei solo un ragazzino che fa i video” (Alfredo).
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