“A Napoli c’è una Scuola di analisi dei dati molto importante”

Il prof. Francesco Palumbo, Ordinario di Statistica presso il Dipartimento di Scienze Politiche, dove insegna Metodi statistici per i dati complessi, è il nuovo Presidente eletto dell’International Association for Statistical Computing (IASC), una delle sezioni più antiche dell’Istituto Internazionale di Statistica (ISI) che riunisce studiosi nel campo della statistica computazionale di tutto il mondo.

Contribuisce ad organizzare il convegno mondiale dell’ISI che quest’anno è in programma a L’Aja, in Olanda, ed al quale è prevista la partecipazione di circa 700 studiosi. Palumbo svolge attività di ricerca nell’ambito della statistica applicata e computazionale, con particolare attenzione allo sviluppo di metodologie per l’analisi e l’interpretazione dei dati, collaborando attivamente con network scientifici nazionali e internazionali.

“La IASC – dice – è la terza in ordine di anzianità tra le 8 associazioni che compongono l’Istituto Internazionale di Statistica. Quando fu fondata, trattava temi che per l’epoca erano attualissimi. Sono stato segretario scientifico della IASC dal 2007 al 2009 e poi ho fatto parte del Council (il Consiglio) dal 2017 al 2019. Quando mi hanno proposto di candidarmi per la presidenza ho accettato naturalmente con entusiasmo. Sono orgoglioso che abbiano scelto me”. È la seconda volta che un docente della Federico II ricopre questo incarico.

“Prima di me – ricorda Palumbo – ci fu il prof. Carlo Lauro, che è stato il mio Maestro. A Napoli c’è una Scuola di analisi dei dati molto importante. Anche alla Vanvitelli, oltre che alla Federico II, ci sono molti allievi di questa Scuola”. Anche nel Dipartimento di Scienze Politiche la statistica ha una lunga tradizione, che si è trasmessa – per citare alcuni esempi – dal prof. Domenico Piccolo alla prof.ssa Marcella Corduas, al prof. Giancarlo Ragozini.

“Siamo un gruppo numeroso – conferma Palumbo – ed insegniamo anche nell’ambito di Corsi di Laurea non prettamente statistici: a Scienze Politiche e a Psicologia. La statistica, d’altronde, è la disciplina in assoluto che si insegna in più Corsi di Laurea: da Medicina ad Ingegneria, da Economia a Scienze Politiche, da Sociologia a Psicologia. È normale che sia così. Viviamo in un mondo di dati, che sono ormai anche una merce e una ricchezza, tanto è vero che Big Data è stata definita nell’industria 4.0 una tecnologia abilitante”.

“La Statistica prima di tutto è Logica”

Per molti studenti dei Corsi di Laurea di area sociologica o umanistica, e per chi studia Scienze Politiche, l’esame o gli esami di Statistica continuano però a suscitare un certo timore reverenziale. “È vero ma dipende dalla circostanza – sottolinea il docente – che si associa la statistica alla matematica. Esiste però una lunga tradizione di didattica di statistica senza matematica. La Statistica prima di tutto è Logica. Bisogna che si abbia chiaro il processo logico-induttivo, senza il quale non si va da nessuna parte.

Spesso sentiamo parlare di cose statisticamente significative, ma non si sa di cosa parliamo. Ci sono concetti chiave da capire e si possono utilizzare senza avere mai visto la matematica”. Ricorda Palumbo: “Quando insegnavo a Psicologia – poi ho dovuto lasciare perché la delega alla didattica assegnatami dal Rettore Matteo Lorito è molto impegnativa e mi porta via molto tempo – dicevo agli studenti che erano autorizzati a mandarmi via dall’aula qualora avessi scritto una formula di matematica.

Si fanno i calcoli con Excel e software specifici, l’importante è che si sappia cosa è un campione e cosa significhi la rappresentatività di un campione. Per questo serve un approccio logico e rigoroso”.

A riprova di quanto sostiene, cosa che certamente susciterà un certo stupore tra i lettori, il prof. Palumbo cita l’esempio di una personalità rilevante nell’ambito della statistica: “Corrado Gini, il fondatore dell’Istat, era laureato in Giurisprudenza. Certamente conosceva molto bene la matematica, ma all’Università aveva fatto tutt’altro”.

“È una disciplina non vocazionale”

Insiste: “Viviamo in un mondo di dati e vanno capiti con logica e competenza. L’intelligenza artificiale ci mette di fronte a nuove opportunità, ma pone anche tante nuove criticità per l’uso indiscriminato dei dati. Se si va a leggere quale sia la missione dell’Istat si scopre che l’obiettivo del Servizio uffici centrali è quello di mettere a disposizione dei cittadini informazioni di tipo demografico ed economico e quindi di conoscere come si amministra la cosa pubblica.

Insomma, un progetto che si propone di dare ai cittadini gli strumenti per essere cittadini attivi, consapevoli e responsabili”. Nelle scuole oggi la Statistica è una parte del programma di Matematica. “A volte è un po’ mortificata – lamenta il docente federiciano – perché i programmi sono molto densi e, se non ce la si fa a portarli avanti fino in fondo, si sacrifica spesso proprio la statistica”.

Che, aggiunge Palumbo, “chiaramente è una disciplina non vocazionale, perché nessuno vuole farla da piccolo. La si scopre dopo, lungo il percorso di studio. Ho laureati Triennali in Psicologia e in Scienze Politiche che poi, quando hanno effettuato la scelta del Corso di Laurea Magistrale, si sono immatricolati a Scienze statistiche per le decisioni. Sono una decina e tutti bravi e motivati”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n.15 – 2025 – Pagina 23

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