Lezione congiunta di Costituzionale con il prof. Sandro Staiano. Agli studenti: “Diffidate degli assertori e fidatevi dei ragionatori”

Torna in cattedra il prof. Sandro Staiano, già Direttore del Dipartimento, in pensione da quest’anno: è lui ad accogliere le matricole della III, IV e V cattedra nel loro primissimo incontro con il Diritto Costituzionale.

A volerlo nella lezione, che ha inaugurato l’anno accademico di una nuova generazione di giuristi, svoltasi a cattedre congiunte, sono stati i professori Gennaro Ferraiuolo, Alfonso Vuolo e Fulvio Pastore. “Per tanti anni, per un accidente della vita, gli studenti che avevano i cognomi con determinate lettere hanno avuto la fortuna di poter seguire il corso del prof. Staiano”, racconta il prof. Ferraiuolo.

Da quest’anno, però, ciò non accadrà più e allora “questa lezione è un regalo che abbiamo voluto fare agli studenti, perché abbiamo potuto constatare quotidianamente per anni la passione con cui il professore, a cui dobbiamo tutto, ha sempre fatto lezione”. Seduto in cattedra, davanti al microfono e a circa duecento sguardi che pendono dalle sue labbra e non sanno cosa aspettarsi dal Diritto Costituzionale, esordisce con una domanda che definisce, ironicamente, “facile facile”: “Che cos’è il diritto?”.

Panico! La domanda non è affatto semplice… fiumi e fiumi di letteratura sono stati scritti da giuristi e filosofi per trovare una risposta. Serve ragionare, ed è proprio questo il punto: “diffidate degli assertori e fidatevi dei ragionatori”, suggerisce Staiano, “il metodo giusto è questo. Quando sosterrete una tesi, qualunque mestiere giuridico svolgerete, dovrete fare in primis a voi stessi tutte le obiezioni più rischiose e incisive possibili e dovrete necessariamente scardinarle per arrivare alla vostra decisione”.

Fornisce un esempio: “Una delle regole più disattese ad oggi è che il PM deve trovare anche prove a discarico dell’indagato. Ecco, noi abbiamo il dovere di insegnarvi il contrario di questa tendenza”. Un dovere che invita i ragazzi a far rispettare. “Ho sempre esortato i miei studenti ad avanzare una pretesa verso noi docenti, vi invito a fare altrettanto: pretendete di avere una formazione adeguata, all’altezza”, incoraggia.

“Il mio Maestro diceva che gli studenti sono i nostri giudici più inesorabili. Esercitate questa inesorabilità” e, soprattutto, “se qualcuno non si è ancora iscritto si iscriva, così mi assicurate che non vi ho dissuaso”.

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Ateneapoli – n.16 – 2025 – Pagina 18

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