In una giornata estiva, quando c’è poco via vai per la sessione di esame, camminando in quei lunghi corridoi regali in cui regna un silenzio austero imposto dalle alte pareti affrescate, si ha quasi la sensazione di udire gli echi degli stivali di un gendarme borbonico che con passo celere porta una comunicazione alle alte sfere. E, incredibile ma vero, in quei luoghi in cui si è compiuta parte della storia del Regno delle due Sicilie e del Regno d’Italia oggi si studia, si fa ricerca, i professori ricevono gli studenti, si ultimano le pratiche burocratiche in segreteria.
L’afflato dei secoli trascorsi e di tutti gli avanzamenti scientifici soffia ancora nella Reggia di Portici, dove da 153 anni ha sede il Dipartimento di Eccellenza di Agraria. Nelle sue varie forme, ovviamente: era il 1872 quando sorse la seconda Scuola superiore di agricoltura del Regno d’Italia che divenne poi Facoltà di Agraria nel 1935. Non solo regalità e sontuosità di palazzo però. A cingere la Reggia, costruita tra il 1738 e il 1742 per volere di Carlo di Borbone, c’è il Parco Gussone, ovvero il Bosco, riconosciuto “habitat ad elevata naturalità e dall’indiscusso valore ecologico e naturalistico che contrasta nettamente con il contesto fortemente urbanizzato circostante”.
Ben 36 ettari che devono il proprio nome al celebre botanico Giovanni Gussone. Appaiato allo stesso c’è l’Orto Botanico, che si estende per 7400 mq, nato nel 1872 con finalità didattiche e scientifiche che tutt’oggi conserva. E lì le studentesse e gli studenti toccano con mano la natura, e, avendo a che fare con flora e fauna invidiabili sotto l’egida dei professori, diventano pian piano scienziati, agronomi, esperti gastronomici, enologi, tecnologi alimentari – Agraria ha anche una sede distaccata ad Avellino, dedicata alla sezione delle Scienze della Vigna e del Vino e nelle ultime settimane è stato inaugurato il nuovo Polo Enologico di Eccellenza che vanta una cantina di 600 mq.
“Il nostro – spiega il Direttore, il prof. Danilo Ercolini – è uno dei Dipartimenti più grandi dell’Ateneo come spazi a disposizione e come unità di personale – contiamo più di 160 docenti e ricercatori e 100 unità di personale tecnico-amministrativo. Abbiamo più di 30 discipline diverse e i Corsi beneficiano di tutti gli avanzamenti che portiamo avanti nella ricerca delle diverse aree”.
E a proposito dell’offerta formativa, sono quattro le Triennali: Scienze Agrarie, Forestali e Ambientali; Scienze Gastronomiche Mediterranee; Tecnologie Alimentari; Viticoltura ed Enologia.
Le Magistrali invece sono sei: Biotecnologie Agro-ambientali e Alimentari; Scienze Enologiche; Scienze Forestali e Ambientali; Scienze e Tecnologie Agrarie; Scienze e Tecnologie Alimentari; Sustainable Food Systems (erogata interamente in inglese). Oggi, le competenze trasmesse ai più giovani sono centrali nelle sfide globali sull’ambiente: “in tutti i percorsi che offriamo si affrontano il green, la sostenibilità. Sono un must dei professionisti che formiamo e tutti coloro che studiano qui devono essere allineati su questi orizzonti. Noi affrontiamo temi specifici dell’agroalimentare in piena coerenza con il Green Deal. Dunque, Agraria è la migliore scelta per chi ha a cuore ambiente, tecnologie, green e pensa di impiegarsi nella produzione di un pomodoro o di un alimento funzionale, nella tutela di una foresta e tanto altro”.
A breve il più grande Centro di microscopia dell’Ateneo
Per poter stare sempre sul pezzo però, non bisogna mai fermarsi e avere sempre una visione di futuro. A partire dagli spazi, sui quali Ercolini annuncia “una ristrutturazione degli esterni senza precedenti”. E spiega: “stiamo rinnovando tutto il parco serre, i lavori sono iniziati e dovranno essere completati entro fine anno perché sono su fondi Pnrr. In generale stiamo provando a dedicare diversi spazi agli studenti, a partire dal progetto di rinnovo delle biblioteche: abbiamo già uno spazio ampio utilizzato anche come aula studio, aperto fino alle 19.00”. C’è poi l’idea, ancora da verificare e progettare, “di spazi esterni coperti a scopo ricreativo”.
Nel frattempo starebbe riprendendo corpo il servizio food e caffetteria: “l’Adisurc sta iniziando i lavori di ristrutturazione di un locale per una mensa e uno dei nostri esercenti ha avuto l’appalto per i buoni”. Frequentare la Reggia di Portici può rivelarsi un’esperienza importante, per tutti questi motivi: “personalmente l’ho vissuta innanzitutto come studente ed è una realtà unica. Poter mangiare una pizza vista mare o vista bosco rende la giornata di studio più semplice. Inoltre, organizziamo costantemente eventi culturali, concerti, coinvolgendo sempre i ragazzi. Al momento abbiamo un presidio di Netflix che resterà in Dipartimento fino a ottobre”.
Ma, affinché progresso, avanguardia e futuro siano valori sempre vivi e non meri slogan, gli investimenti devono essere fatti anche su infrastrutture e tecnologie. “Ne stiamo acquisendo di nuove tanto nel settore alimentare che in quello agrario”.
Degli esempi: “siamo prossimi all’inaugurazione di un laboratorio di ecotroni, cioè di microambienti che consentono di coltivare le piante in ambienti totalmente controllati, nei quali si possono cambiare la temperatura, le condizioni di vita; dunque mimare lo stress da cambiamento climatico e capire come rispondono le piante a diversi trattamenti, tutto allo scopo di favorirne l’adattamento. Siamo al taglio di nastro anche per il più grande Centro di microscopia dell’Ateneo, grazie a una ristrutturazione con fondi Pnrr, e di un Centro di calcolo con potenza computazionale molto alta. Insomma, siamo un Dipartimento di Eccellenza”.
“Prepariamo professionisti che supportano aziende e agricoltori”
E per questo ci tiene a smentire un luogo comune: “molti pensano che la formazione impartita dalle Triennali sia molto prossima al lavoro degli agricoltori. Non è così. E mi spiego meglio: oggi serve fare previsioni, un uso oculato degli agrochimici. Chi studia qui si prepara alla produzione dell’agroalimentare del futuro e lo fa con strumenti all’avanguardia. La vita di campo è qualcosa che per fortuna esisterà sempre, ma non rientra nei nostri obiettivi formativi. Prepariamo professionisti che supportano aziende e agricoltori”.
Per rendere l’idea della grande importanza degli studi condotti quotidianamente in Dipartimento, è utile riportare alcuni tra i tantissimi progetti in essere che, pur passando in sordina per i non addetti ai lavori, possono ritrovarsi inconsapevolmente sulla tavola di ognuno di noi sotto forma di un prodotto più salutare in virtù delle ricerche e delle scoperte effettuate. Insomma, si parla di impatto concreto per territorio e persone. Solo per citare tre progetti del 2023 che rientrano nei bandi nazionali: ‘Sistemi innovativi per la conservazione della salamoia e dell’oliva da mensa DOP Oliva di Gaeta’; ‘Tecniche innovative per l’impollinazione dell’oliva itrana mediante l’utilizzo di droni’; ‘Difesa del pomodoro campano nei confronti delle contaminazioni di Alternaria’.
“Sono lo specchio di ciò che facciamo – riassume il docente – completamente diversi tra loro dal punto di vista tecnico, ma affrontano la questione del prodotto tipico, al quale noi e i nostri stakeholders siamo molto attenti. E per il peso economico che ha e per la salvaguardia della biodiversità”. Grazie all’eccellenza della sua ricerca, Agraria è coinvolto in circa 180 progetti competitivi ed è coordinatore per la Federico II di tre rilevanti iniziative del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): il Centro Nazionale di Tecnologie per l’Agricoltura Agritech, il partenariato esteso su Modelli di Alimentazione Sostenibile e l’infrastruttura di ricerca Metrofood-it.
Tutto questo è possibile anche grazie alle infrastrutture, che contano una serie di laboratori all’avanguardia: dalla Chimica alla Microscopia, dalla Botanica alla Microbiologia, solo per citarne alcuni. Senza dimenticare il LAM, il Laboratorio Analisi Multielemento. Le ultime battute del Direttore sono sui miglioramenti da apportare per crescere ancora: “nonostante la flessione generale a livello nazionale, Agraria ha tenuto attestandosi sui 550 immatricolati all’anno. Mi ritengo molto soddisfatto ma, al tempo stesso, credo siano numeri piuttosto bassi per le potenzialità lavorative del settore. E infatti bisogna ancora migliorare su questo così come su infrastrutture e spazi a disposizione degli studenti, sul potenziamento dei corsi di recupero delle materie di base”. Ma, per Ercolini, “lo spirito c’è, bisogna continuare”.
Agraria è a cura di
Claudio Tranchino
Tutti gli articoli del Dipartimento di Agraria:
• Orientamento e accoglienza per le matricole
• Scienze Gastronomiche Mediterranee. A lezione con gli chef stellati
• Viticoltura ed Enologia: “Dal prossimo anno avremo anche la cantina sperimentale”
• Sustainable Food Systems: l’esperienza di Roberto, studente al secondo anno
• Il racconto della ricercatrice Chiara Amitrano. Sei mesi in California grazie ad una borsa Fulbright
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