“Più della metà dei nostri collaboratori sono ingegneri e tecnici ma anche i laureati in Economia trovano spazio crescente nelle funzioni di staff e management. Non sono più supporti passivi, ma veri business partner”, ha affermato Cinzia Martinelli nel team HR di Hitachi Rail con Giovanna Romano e Antonio Assante il 20 ottobre durante un incontro tra gli studenti del Corso di Laurea in Innovation and International Management organizzato dalla prof.ssa Alessandra Allini.
Hitachi da piccola officina giapponese fondata da un ingegnere elettrico è oggi un gruppo attivo in 150 Paesi, con 200 mila dipendenti e con un giro d’affari globale che spazia dall’energia alla mobilità. La cultura di Hitachi è costruita su tre valori storici: armonia, sincerità e spirito pionieristico.
Questi valori guidano anche la selezione del personale. “Quando scegliamo una persona – ha detto Martinelli – cerchiamo competenza, certo, ma anche curiosità, sincerità e spirito d’iniziativa”.
L’azienda vive oggi un momento unico nella sua storia. “Per la prima volta lavorano insieme cinque generazioni – ha spiegato Assante – Abbiamo colleghi nati negli anni Cinquanta e giovani appena usciti dall’università. È una sfida ma anche una ricchezza”.
Lo smart working è una delle richieste più frequenti dei giovani candidati. “Ma in un’azienda metalmeccanica non tutto è remotizzabile”, ha sottolineato Martinelli.
Un welfare integrato
Hitachi ha investito su un welfare integrato. “Un tempo per Natale davamo il classico pacco alimentare – ha raccontato Romano – Oggi offriamo buoni Amazon e un portale welfare dove ciascuno può scegliere cosa gli serve davvero”. Il benessere, però, non è solo economico. “Abbiamo introdotto programmi di supporto psicologico, assistenza fiscale e finanziaria, e servizi per le famiglie – ha detto ancora Romano – L’obiettivo è aiutare le persone a conciliare vita e lavoro e a sentirsi parte di una comunità”.
Ma come si mantiene il dialogo con una popolazione aziendale così vasta? “Una volta l’anno lanciamo un questionario globale – ha spiegato Assante – Nel 2024 in Italia ha risposto il 92 per cento dei dipendenti, un risultato straordinario”. Dalle risposte emerge un alto livello di engagement e orgoglio di appartenenza: “La maggior parte dei colleghi raccomanderebbe Hitachi come luogo di lavoro perché la percepisce come un’azienda etica, sostenibile e attenta al benessere”. Le aree di miglioramento? “La comunicazione interna e la riduzione della burocrazia”, ha ammesso.
La sostenibilità ambientale è un’altra priorità: “Ogni gara a cui partecipiamo include ormai requisiti legati alla riduzione della CO₂ – ha detto Romano – Abbiamo introdotto flotte aziendali di auto elettriche, impianti fotovoltaici nei nostri stabilimenti e campagne per eliminare la plastica. In un anno e mezzo abbiamo ridotto del 75% il consumo di bottiglie monouso”. E poi la diversità di genere che è ancora una sfida, ma i progressi sono evidenti: “Vogliamo arrivare al 20% del personale femminile a breve, ma il vero valore sta nella diversità di approcci e culture”.
Oggi l’azienda promuove corsi di formazione interculturale e linguistica. “Senza l’inglese non ci si accosta nemmeno – ha ribadito Martinelli – Ma oltre alle competenze tecniche serve rispetto delle differenze e apertura mentale”.
L’azienda collabora strettamente con università e politecnici. “A Napoli abbiamo la sede legale, perciò la collaborazione con la Federico II è storica – ha detto Martinelli – I giovani vengono intercettati attraverso il programma High Speed Talent Tour, che offre stage e percorsi di inserimento”.
Chi entra in Hitachi “spesso comincia con un tirocinio, ma, se dimostra impegno e curiosità, cresce rapidamente. Abbiamo esempi di ragazzi assunti pochi anni fa che oggi gestiscono team o progetti internazionali”. Il percorso di carriera è scandito da un processo di valutazione annuale: “Ogni dipendente ha obiettivi chiari e condivisi. Le performance e il potenziale vengono valutati con la Talent Review, che individua i futuri leader su cui investire”. L’obiettivo “è mantenere la nostra posizione di global player in un mondo che cambia, senza perdere il senso della nostra missione originaria: contribuire alla società attraverso tecnologia e innovazione”.
“Armonia, sincerità e spirito pionieristico – ha ripetuto infine – Sono parole nate un secolo fa, ma descrivono perfettamente quello che serve oggi per lavorare e innovare in un mondo globale”.
Eleonora Mele
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Ateneapoli – n.17 – 2025 – Pagina 18







