Una data già decisa, un calendario già pubblicato, la tradizionale giornata di accoglienza delle matricole già programmata. Tutto sembra pronto perché lunedì 22 settembre una nuova generazione di giuristi faccia il suo ingresso in Dipartimento. Alle soglie di agosto, però, succede qualcosa di imprevisto. Arriva una richiesta urgente da parte del Rettore di utilizzare le aule di Via Porta di Massa 32 per le lezioni del primo anno di Medicina e Chirurgia.
È l’effetto domino della nuova riforma ministeriale sui test d’ingresso, aboliti in favore di un ‘semestre filtro’: tutti i ragazzi sono ammessi a seguire le lezioni e la selezione avverrà a gennaio (perché il numero di posti disponibili è comunque limitato) sulla base del superamento degli esami del primo semestre. I posti di cui dispone Medicina e Chirurgia sono 830, gli studenti iscritti a frequentare le lezioni del semestre filtro ben 3113.
“Davanti a numeri così ingenti l’Ateneo si è trovato in difficoltà e il Rettore si è dovuto organizzare perché i ragazzi potessero seguire le lezioni”, spiega la prof.ssa Carla Masi, Direttrice del Dipartimento. Infatti, gli aspiranti medici (o forse è meglio dire gli aspiranti federiciani) hanno l’obbligo di frequenza ai corsi che saranno in presenza fino al 3 ottobre e da remoto dal 6 ottobre al 30 novembre. Dunque, “servivano aule grandi, capienti e che potessero essere messe in collegamento e sono state individuate le nostre”, continua la prof.ssa Masi. Complice di ciò probabilmente anche la centralità di Palazzo Pecoraro Albani, ben collegato al resto della città e alla provincia anche se, a onore del vero, a prestare aule sono stati chiamati anche i Dipartimenti di Farmacia e Biotecnologie.
“È stata una richiesta dell’Ateneo e, siccome ne facciamo parte, dobbiamo contribuire al suo funzionamento ed è giusto cooperare per cercare delle soluzioni”, dichiara la prof.ssa Masi, che sottolinea la complicità del Ministero nel creare “un’assoluta emergenza a cui far fronte”, per via del ritardo delle comunicazioni sulla nuova modalità. La richiesta del Rettore è arrivata pochi giorni dopo il 25 luglio, quando si sono chiuse le iscrizioni al semestre filtro. Immediatamente, allora, sono stati convocati i docenti del primo anno di Giurisprudenza.
Mantenere la data del 22 settembre e iniziare il primo mese a distanza, com’era stato suggerito dalla Prorettrice Angela Zampella, o slittare di due settimane (al 6 ottobre) e far sì che il primo approccio dei futuri giuristi avvenisse in presenza? Questa è la domanda oggetto della riunione, tenutasi il 30 luglio.
“Ho convocato i colleghi del primo anno per sapere quale tra le due opzioni preferissero e la scelta di iniziare in presenza è stata unanimemente condivisa – riporta la prof.ssa Masi – Personalmente, ritenevo fosse giusto accogliere i ragazzi nel migliore dei modi e l’idea di iniziare a distanza non mi sembrava efficace”. Ma perché andare a toccare proprio il primo anno? “Perché le nostre aule più capienti sono quelle in cui seguono le matricole”, dato che devono adattarsi a grandi numeri e ad un tasso di frequenza elevato, almeno all’inizio.
La didattica, però, assicura la Direttrice non subirà alcun pregiudizio: “Le ore di lezione resteranno esattamente le stesse, dato che abbiamo spostato anche la data di fine corsi: slittando, tutto sommato, di poco abbiamo limitato al massimo le difficoltà che potevano sorgere”. Il primo semestre si chiuderà infatti il 17 dicembre e non più il 3, come da calendario iniziale. Sembrerebbe, dunque, che i disagi per le matricole di Giurisprudenza siano stati minimizzati il più possibile. Resta forse un punto aperto: la stretta vicinanza della data di fine lezioni con la sessione di esami invernale.
“Non credo ci saranno difficoltà in più rispetto agli anni scorsi. I ragazzi non iniziano mai a studiare proprio dal primissimo giorno. Forse, in questo caso soprattutto, dovranno essere spinti invece ad aprire i libri fin da subito, così che appena finiti i corsi riescano subito a dare gli esami”, suggerisce in conclusione la prof.ssa Masi.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n. 13-14 – 2025 – Pagina 24