Progetti relativi alla creazione di spazi dell’abitare condivisi, nei quali possano vivere fasce deboli le quali hanno difficoltà ad accedere al mercato della casa e dove i residenti possano anche sviluppare forme di cooperazione in ambito lavorativo, legate per esempio all’agricoltura oppure all’artigianato.
Sono quelli presentati il 3 ottobre nella Chiesa dei Santi Demetrio e Bonifacio in occasione del convegno Inclucity, a cura delle prof.sse Federica Visconti e Claudia Angarano, momento finale di una ricerca biennale finanziata dalla Federico II sul tema delle città inclusive e dell’abitare migrante.
“In una prima fase abbiamo messo a punto le domande di ricerca sentendo sociologi, sociologi del lavoro, antropologi, attivisti ed operatori del terzo settore per capire bene la questione degli insediamenti per migranti – spiega la prof.ssa Visconti – Il discorso si è poi allargato alle fasce deboli di popolazione, che vanno oltre i migranti ma coinvolgono precari, anziani privi di riferimenti familiari che si occupino di loro, persone a basso reddito.
Ha preso piede l’idea di una forte integrazione tra luoghi dell’abitare collettivo e pubblici e del lavoro”. Chiarisce: “Uso il tema fasce deboli perché parlare di insediamenti per migranti può prefigurare una sorta di ghettizzazione e perché i nostri centri storici espellono anche gli studenti e fasce di popolazione varie. Le quali potrebbero trovare qualcosa di interessante e positivo in una fase di abitare comunitario”.
Il gruppo di ricerca formato dai professori Visconti, Renato Capozzi, Carmine Piscopo e Daniela Buonanno, integrato da assegnisti di ricerca e dottorandi, ha invitato sette team di docenti di altri Dipartimenti di Architettura italiani, ai quali ha chiesto di elaborare un progetto ciascuno per insediamenti nell’area orientale di Napoli destinati ad ospitare in forme di abitare e di lavoro condiviso.
“Il gruppo napoletano – conclude Visconti – ha redatto un masterplan, un piano di fattibilità, ed ha chiesto di sviluppare il progetto ai colleghi di Bari, di Milano, di Roma, di Cagliari, di Bologna e di Palermo. I progetti sono stati poi raccolti in una mostra che vorremmo far girare nei Dipartimenti di Architettura in Italia”.
Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli
Ateneapoli – n.16 – 2025 – Pagina 22







