Il differimento dei corsi potrebbe causare un danno agli studenti? La stretta vicinanza tra la fine delle lezioni e i primi appelli sarà davvero un problema? Come affrontare al meglio l’inizio dei corsi per non arrivare impreparati agli esami di gennaio? A fornire chiarimenti e strategie per affrontare il primo semestre ci sono quattro docenti del primo anno. Secondo la prof.ssa Cristina Vano, docente di Storia del Diritto Medievale e Moderno (I cattedra), il differimento era inevitabile: “Meglio partire con il piede giusto che partire prima”, afferma.
Secondo lei, concentrare le lezioni in tre giorni, lasciando più tempo libero per lo studio, è un’organizzazione vincente per il Dipartimento e per gli studenti, struttura che sarebbe stata necessariamente compromessa nell’ipotesi di una convivenza in presenza con i corsi di Medicina. “Avrebbe creato disorientamento rivedere l’orario e aggiungere, magari, anche lezioni pomeridiane per poi cambiarlo nuovamente, una volta rientrata l’emergenza. Ho considerato questa scelta come un servizio in più da rendere agli studenti”, dichiara.
Sulla vicinanza tra fine corso e primo appello, la docente è chiara: “È una questione ricorrente nei corsi semestrali, specialmente se si vogliono mantenere molti appelli. Chi frequenta e studia durante il corso può sostenere l’esame in tempi brevi. Per chi non segue, il problema non si pone”. L’invito, non sottovalutare la sua materia solo perché ha un taglio più storico: “Può certamente fare da ponte tra lo studio liceale e il metodo universitario”, suggerisce, ma resta un esame di diritto. La chiave, dunque, è “acquisire un corretto linguaggio giuridico indispensabile per tutte le materie, da quelle storiche a quelle di diritto vigente”, conclude.
Si dichiara, invece, molto critico sulla decisione del differimento il prof. Fulvio Pastore, docente di Diritto Costituzionale (V cattedra). Pur non avendo potuto presenziare alla riunione del 30 luglio in cui si è appunto deciso lo slittamento, rivela di aver firmato assieme ad altri colleghi dello stesso settore un documento molto critico sulla questione. “Purtroppo, difficilmente si riuscirà a finire il programma”, afferma, “e c’è il rischio che qualche studente incerto sulla scelta del Corso di Laurea si immatricoli altrove, avendo già potuto seguire alcune lezioni”, ipotizza. “La scelta penalizza immotivatamente Giurisprudenza”, aggiunge.
E auspica “almeno qualche misura compensativa”. Non concorda, invece, la prof.ssa Anna Scotti, docente di Diritto Privato (IV cattedra): “Non era immaginabile voltarsi dall’altra parte davanti ad un appello alla collaborazione per venire in aiuto di docenti e colleghi, al di là della distinzione in Dipartimenti”, dichiara. “Se c’è davvero un periodo in cui gli studenti girano per gli Atenei – aggiunge – inviterei a non scegliere finché non si conosca anche la nostra offerta formativa e didattica”. Sul piano pratico, la docente non prevede grandi ostacoli, dato che il corso di Diritto Privato, come quello di Costituzionale, si sviluppa sull’intero anno.
Quel che è certo, però, è che “se l’esame è annuale è perché ha un’esigenza di studio maggiore”. Dunque, l’invito è iniziare da subito a dedicare almeno un po’ di tempo al giorno alla materia, sfruttando le lezioni in aula e tutti i vantaggi che la didattica in presenza, che tanto si è difesa in questi mesi, offre. “In primis, chiedere chiarimenti se sorgono dei dubbi”, invita. Anche la prof.ssa Paola Santini, docente di Diritto Romano (I cattedra), minimizza le possibili difficoltà. Secondo la sua esperienza, sono proprio gli studenti che seguono e studiano parallelamente al corso a sostenere con successo i primi appelli: “Cerchiamo sempre di accompagnare le matricole nello studio.
Quest’anno lo faremo con ancora più attenzione, per arrivare pronti a gennaio”, promette. Per lei, la lunga pausa estiva complicherà la ripresa, anzi, forse meglio riposare un po’ di più se si sta per intraprendere un nuovo percorso di vita. L’importante, tuttavia, sarà non cadere nel falso mito della “libertà assoluta” solo perché non c’è un docente a controllare. “Guideremo gli studenti affinché questa libertà li aiuti a fare le scelte migliori – promette – spingendoli ad adottare alcune piccole strategie: mettersi un po’ ogni giorno a rivedere sui manuali di cosa abbiamo parlato a lezione e valutando con noi man mano, già durante il corso, il livello di preparazione”.
Gi.Ci.
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Ateneapoli – n. 13-14 – 2025 – Pagina 24