Dipartimento di Scienze Sociali. Intervista alla Direttrice Gambardella. Una formazione “molto flessibile”, capace di adattarsi a contesti lavorativi differenti, anche i più inaspettati

Nel cuore della Federico II, Scienze Sociali rappresenta un punto fermo per chi cerca una formazione aperta, interdisciplinare e al passo con le trasformazioni della società contemporanea. “Il Dipartimento copre gli insegnamenti delle scienze sociali come unicum nell’Ateneo ed è questa la nostra caratteristica di sempre”, spiega la prof.ssa Dora Gambardella, che lo dirige.

Una peculiarità che ha permesso alla struttura di consolidare un’offerta formativa coerente, ma anche dinamica. Due i Corsi di Laurea Triennali attivati: Sociologia; Culture Digitali e della Comunicazione che quest’anno, novità, è ad accesso libero. “Abbiamo deciso di ampliare la platea degli iscritti e scelto di rinunciare al numero chiuso per seguire un principio per noi fondamentale: vorremmo che gli studenti seguissero le loro passioni e inclinazioni, senza farsi bloccare dai limiti imposti dall’accesso programmato”. Una scelta coraggiosa che mira a rimettere al centro lo studente e la sua motivazione, spostando l’attenzione dal filtro numerico a un test di autovalutazione iniziale: un vero e proprio esperimento di apertura.

Il Dipartimento lavora con attenzione sia sulla didattica Triennale che su quella Magistrale, puntando su un’integrazione forte con la ricerca, grazie anche al riconoscimento di ‘Eccellenza’. E proprio in quest’ottica si inserisce una delle innovazioni più interessanti: la prima edizione dell’European Joint Master DIGISOC (Digital Society, Social Innovation and Global Citizenship), un progetto internazionale in collaborazione con l’Università di Innsbruck (Austria), la Palacký University di Olomouc (Repubblica Ceca) e altri Atenei partner.

“È un Corso innovativo, pensato per formare una nuova generazione di innovatori socio-digitali altamente qualificati”, sottolinea la prof.ssa Gambardella.
Ma come si preparano, oggi, gli studenti alle sfide di un mondo del lavoro sempre più incerto e fluido? La risposta sta in un modello formativo solido ma flessibile. “Negli ultimi anni abbiamo rafforzato molto la didattica laboratoriale – afferma – con il contributo di professionisti esterni che lavorano fianco a fianco con gli studenti”.

I laboratori, specie dal terzo anno in poi, diventano il vero ponte tra l’accademia e il mondo del lavoro, affiancati da un’attività di placement sempre più strutturata e da tirocini mirati. Il risultato? Un percorso che riduce concretamente la distanza tra teoria e pratica.
Sul piano più ampio, la docente riflette sul ruolo delle scienze sociali nella costruzione di una società più giusta, consapevole e sostenibile: “L’educazione è la strada per allenare il pensiero critico e la libertà di esprimersi.

I veri pericoli per il futuro si annidano dove si smette di pensare”. Ed è proprio per questo che la formazione sociologica diventa, oggi più che mai, una risorsa strategica. Una formazione “molto flessibile”, precisa la prof.ssa Gambardella, e quindi capace di adattarsi a contesti lavorativi differenti, anche i più inaspettati: “La Apple Academy ha aperto le porte agli scienziati sociali. Le competenze sociologiche, se ben formate, possono orientarsi anche verso la tecnologia digitale”.

Infine, un consiglio rivolto a chi è indeciso se intraprendere questo percorso: “Si fanno meglio le cose che ci appassionano e realmente ci interessano. Non è solo l’intelletto che studia, ma anche l’emotività”. Un messaggio chiaro: seguire le proprie inclinazioni non è un lusso, ma una strategia vincente. “A me lo dicevano, tanto tempo fa, che non avrei trovato lavoro. E invece oggi posso dire di averli smentiti. E sono sicura che le nuove generazioni potranno fare ancora meglio di me”. Una lezione di fiducia e tenacia, che il Dipartimento di Scienze Sociali ha fatto sua.

Scienze Sociali è a cura di
Lucia Esposito

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