Il 24 febbraio nell’aula Caianiello del Dipartimento di Fisica saranno inaugurati due nuovi laboratori di ricerca, finanziati dai fondi europei ‘Next Generation EU’ attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Uno si chiama ETIC (Einstein Telescope Infrastructure Consortium), l’altro IRIS (Innovative Research Infrastructure on applied Superconductivity).
“I nuovi laboratori – informa la prof.ssa Giuliana Fiorillo di Fisica astroparticellare – sono stati realizzati all’interno del locale, completamente riadattato, che ospitava l’acceleratore Tandem, ormai superato. Il Dipartimento ha riconvertito quegli spazi, gettando il cuore oltre l’ostacolo”. ETIC è una infrastruttura di ricerca distribuita in diverse sedi: Bologna, Caserta, Cagliari, Catania, Genova, L’Aquila, Napoli, Padova, Perugia, Pisa, Roma e Torino. “Si pone l’obiettivo – dice Fiorillo – di sviluppare le tecnologie necessarie per la realizzazione del futuro interferometro per onde gravitazionali Einstein Telescope”.
Quest’ultimo servirà a ‘osservare’ le onde gravitazionali che arrivano sulla Terra dallo spazio profondo ed a comprendere sempre meglio la struttura e la storia dell’Universo. Sarà costruito tra i 100 e i 300 metri sotto il livello del suolo nella miniera dismessa di Sos Enattos, nel Nuorese. “A Napoli metteremo a punto in particolare la sensoristica dell’Einstein Telescope. In particolare saranno realizzati: il prototipo di un nuovo sistema di sospensione per gli specchi dell’interferometro; un sistema per la riduzione dei disturbi dovuto alla natura quantistica della luce; sensori ad alta sensibilità per il monitoraggio del sito dove opererà il rivelatore. Lo sviluppo di questi prototipi, tutti di estrema rilevanza, fornirà un determinante contributo alla realizzazione dell’interferometro ET, rafforzandone la fattibilità e quindi le ambizioni scientifiche”. L’infrastruttura di ricerca IRIS è distribuita su sei poli principali: Frascati, Genova, Milano, Napoli, Salento e Salerno.
L’obiettivo, informa l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che è parte importante del progetto, “è quello di sviluppare tecnologie superconduttive ad alta temperatura e ad alto campo magnetico sia per applicazioni civili, come cavi di connessione per il trasporto di energia elettrica e la riduzione delle perdite energetiche, che per la realizzazione di magneti per gli acceleratori di particelle di prossima generazione”.
Il progetto è finanziato per 60 milioni di euro, oltre il 50% dei quali destinato al Sud. “Prevede la realizzazione a Salerno – sottolinea ancora l’INFN – di una grande infrastruttura che ospiterà non solo il cavo di connessione superconduttivo, ma anche un futuro centro di eccellenza nel campo dei test sui manufatti industriali nel campo delle connessioni ad alta potenza, con l’obiettivo di sviluppare la promettente tecnologia della cosiddetta superconduttività ‘calda’, in grado di fare ricorso a basse temperature (-200 °C), meno difficili e costose da ottenere rispetto a quelle oggi impiegate nella superconduttività ‘fredda’ (-270 °C)”.
Aggiunge la prof.ssa Fiorillo: “Nell’ambito del progetto saranno realizzati due dispositivi superconduttivi avanzati con l’obiettivo di dimostrare il trasporto di energia elettrica a zero emissioni (Green Superconducting Line) e lo sviluppo di magneti a campo elevato e ad alta efficienza energetica (Energy Saving HTS Magnet for Sustainable Accelerators). Questi dimostratori, insieme ai nuovi laboratori, offriranno opportunità uniche a ricercatori, ingegneri, dottorandi e studenti per sviluppare e trasferire tecnologie e conoscenze innovative”.
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Ateneapoli – n. 2 – 2025 – Pagina 13